(Da: Percezione e subpercezione della sopravvivenza, a cura di Corrado Piancastelli, Una lettura di segnali paranormali ai limiti del linguaggio e dell’immaginario, Monografia CIP Napoli, 1991, pagg. 7-11)
CIP – SCUOLA SUPERIORE DI PARAPSICOLOGIA UMANISTICA
sotto l’egida del DIPARTIMENTO STATI INTERIORI E STATI MODIFICATI DI COSCIENZA della fondazione
ISUP Istituto di Socio-psicologia Umanistica e Psicoterapia
Breve introduzione
Questa monografia ha il preciso scopo di stimolare ulteriori riflessioni intorno al problema dell’esistenza e sopravvivenza della nostra Anima.
La monografia nasce all’interno del CIP e precisamente fra gli operatori che rientrano nella «Scuola Superiore di Parapsicologia Umanistica», la quale è un movimento ideale che contrassegna una ricerca «alta» e di cui fanno parte studiosi, impegnati nel versante della parapsicologia umanistica, che fanno propria sia la lezione delle neuroscienze che della moderna metafisica. La «Scuola» del CIP, così come tutto il Centro, è posta sotto l’egida della Fondazione ISUP, un Ente giuridicamente riconosciuto che si occupa di psicologia umanistica e di tossicomanie a livello pubblico. Ciò amplifica, ci pare, la tensione e l’impegno operativo del CIP napoletano e irrobustisce il credito di cui già gode dovunque.
In questo lavoro il discorso non si costruisce con il contributo dei fenomeni cosiddetti metapsichici, ma con la mappatura dei «segnali» che appaiono nella nostra mente e negli stati modificati di coscienza: vale a dire con tutto ciò che oggi contraddistingue la parapsicologia umanistica più avanzata.
In un certo senso la stessa parapsicologia classica riceve un sostegno che, a nostro parere, non è affatto superfluo o irrisorio. Anzi è forse proprio dalla parapsicologia umanistica che comincerà a delinearsi, da oggi in poi, quel rapporto scienza-umanesimo o scienza-parapsicologia che finora era stato visto come una curiosa disputa fra materialisti e spiritualisti. Attualmente sembra che si possa tranquillamente affermare che l’indipendenza fra mente e cervello non sia più una elegante contrapposizione formale e teorica. Benché oggi si parli di una integralità di funzioni mentali, fisiologiche e spirituali (nel senso che sono strettamente interconnesse) nessuno riesce a spiegare come dalla materia nasca l’auto-coscienza, per cui la tesi più rivoluzionaria è quella di una autonomia dell’alta coscienza creativa che potrebbe aprire le porte al principio di un’Anima o struttura o campo di forza non originato dal cervello. E’ in questa ottica che si muovono i collaboratori di questo volume e cioè Carlo Adriani, Elena Bianco, Fiorella Contestabile Carla Lanfranchi, Salvatore, Pintore Antonio Sbisà e Giuliano Tesi, ma anche altri non presenti in questa monografia e il cui apporto al lavoro comune è preziosissimo.
Naturalmente sappiamo bene che, sul piano specificamente neuroscientifico ufficiale, non ci resta che aspettare. Ci aspettano, per esempio, prove ardue come:
A) Saper mappare, con criteri validi, i segni dell’Anima;
B) Accertare che questi segni non si offrano a interpretazioni materialistiche;
C) Sperare che in parapsicologia collaborino studiosi validi sul piano scientifico, in modo da potere dialogare con la cultura ufficiale: al momento la situazione è semplicemente disperata.
D) Lavorare affinché cambi totalmente la mentalità degli stessi seguaci della parapsicologia, nella maggior parte protesi soltanto verso i fenomeni deteriori da baraccone e le comunicazioni con i propri defunti, insensibili al fatto che esiste anche una ricerca e non solo lo spettacolo.
Ciò premesso, che cosa si può oggi affermare, con una impostazione seria anche se non esaustiva?
Qui il campo si riapre parzialmente alla parapsicologia classica: alludiamo ai grandi medium di cui si siano effettuate ricerche e della cui medianità – avendo superato obbiettive situazioni di controllo scientifico – non sia possibili dubitare. Ma si allude anche agli altri settori su cui non è più lecito avanzare dubbi, vale a dire la telepatia, la precognizione e la retrocognizione (o psicoscopia), la chiaroveggenza pura.
Cosa, invece, possiamo dire per ciò che accadrà dopo la morte?
Perché, sostanzialmente, è questo che la gente ci chiede e se siamo sempre pronti a respingere il fideismo inconcludente, tuttavia siamo molto sensibili a quest’ansia di rassicurazione, poiché la maggior parte delle persone ha vissuto il dramma del dolore legato alla morte. Per quel che ci è dato conoscere, del «dopo» sappiamo soltanto ciò che ci dicono i fondatori di religioni, i profeti, o alcune «voci» che, assurgendo al ruolo di veri maestri, in condizioni di stato modificato di coscienza di alcuni rari grandi medium, ci hanno mostrato i segni della frontiera e della modalità di attraversamento. Importante è l’accostamento che questi eccezionali fenomeni pongono in essere fra alte medianità e gli altri (e alti) stati modificati, nel senso che vi sono notevoli accostamenti, per esempio, fra la trance, gli stati mistici, le meditazioni, il rilassamento profondo, le allucinazioni con erbe sacre o gli stati di rarefazione cosciente come in poesia o nelle arti in genere. Insomma sempre più appare lo schema di una struttura tutta da decodificare e, in qualche modo, da ricondurre all’idea dell’Anima di cui è piena questa monografia, pur limitata nei suoi contributi per forza di cose.
Ancora una volta dobbiamo suggerire lo studio di tutto il lavoro portato avanti dal Centro Italiano di Parapsicologia, raggruppato in specifici libri nati a seguito dell’incontro con la paranormalità di Corrado Piancastelli e le lezioni del Maestro Andrea (Entità A), sulle quali si sono articolati studi e pubblicazioni come: Rapporto della Dimensione X, Il Cristo vero, Dialoghi con la Dimensione X, Colloqui con A (tutti di Giorgio di Simone) e L’uomo come progetto, Proposte per una parapsicologia alternativa (a cura di), Il sorriso di Giano (tutti di Corrado Piancastelli), nonchè «Il caso dellEntità A» (gruppo di lavoro del CIP) a cui bisognerà aggiungere l’attuale pubblicazione. Bisogna anche sottolineare l’immensa e qualificata attività del Gruppo di Lavoro di Bologna (Silvio e Teresa Ravaldini con Riccardo e Clara Cesanelli) che, oltre a curare la rivista Luce e Ombra e l’Archivio di Documentazione della Ricerca Psichica, pubblicano da 15 anni la Rivista bimestrale del CIP «Comunicazioni dell’Entità A» (CDA).
Si tratta di molteplici e importanti percorsi per una ricerca che inevitabilmente attraversa lo stesso discorso della morte che viene affrontato in questo libro. Infatti che razza di discorso sull’Anima e sulla sua sopravvivenza potrebbe essere fatto, senza discutere sul rapporto vita-morte?
E cosa potremmo dire dell’Anima, se non ci interrogassimo sulla sua natura e sulla costituzione del suo linguaggio?
Questa monografia, lo diciamo a chiare lettere, si offre solo alla riflessione e non può dare risposte complete, altrimenti la ricerca sarebbe giunta al suo epilogo. Il lettore, però, faccia la sua parte: interrogandosi, rimettendosi in discussione, affinando la percezione del proprio interno. Insomma esca dalla passività del «pranzo pronto e servito» e si industri, nel laboratorio della prima mente e nel proprio desiderio di verità, a cercare soluzioni e idee per fermare, in qualche modo, la presenza della propria Anima. Questo dovrebbe essere il fine di ogni filosofia e, in modo particolare, della metafisica e dello spiritualismo: ma anche il fine della vita, per uscire dalla disperazione o dalla banalità ripetitiva del quotidiano.
Ancora una cosa deve essere detta. Riaccennando alle elaborazioni e agli studi, ormai quarantennali, intorno alle comunicazioni del Maestro Andrea, è curioso che, contrariamente a tutta la tradizione metapsichistica, è proprio questa «voce» a indirizzare l’intera ricerca verso un superamento dello spiritualismo rivelatorio, per entrare nel cuore dialettico del rapporto mente-cervello: «il luogo, dice Andrea, dove nasce la coscienza linguistica che individua e riconosce (per ora sul piano umano) la presenza del suo in-sé spirituale, l’altro rispetto al proprio corpo mortale, l’Essere cioè, che deve essere solo riconosciuto poiché è là – è sempre stato là – proprio in cima al pensiero stesso, dove la scienza lo scambia per una materia pensante».
Insomma c’è bisogno di una interrelazione continua fra l’Anima e la mente biologica: il nostro compito è snidare le differenze, separare le parti, chiarire le correlazioni, le compenetrazioni e i rispettivi ruoli. In tal modo il Maestro Andrea pone le basi per un affascinante incontro fra le neuroscienze, la filosofia metafisica e la nuova parapsicologia.
I lettori accolgano questo lavoro con spirito di servizio, nel senso della buona intenzione, della riflessione e della volontà. Non troveranno risposte, ripetiamo, ma spunti, frammenti, meditazioni, intuizioni: ma anche fatti attraversati da una speranza e da una proiezione di possibilismi non utopici perché ancorati a concreti fatti non più ignorabili. Un esempio su tutti: i casi di percezioni nei soggetti in punto di morte o le «allucinazioni» nelle situazioni di malattie gravi ed a rischio, entrano di diritto, ormai, nella statistica e nella consuetudine, al di là dei dati di laboratorio.
In questa ottica si muove il lavoro della «Scuola Superiore di Parapsicologia Umanistica» del nostro Centro, un indirizzo di pensiero intorno al problema della Coscienza superiore e dell’Anima
La Direzione del CIP