Le onde alfa dell’elettroencefalogramma, l’analisi delle voci e la comparazione delle strutture linguistiche rappresentano un indice di altissima probabilità che l’Entità Andrea è del tutto autonoma dal proprio medium
dì Fiorella Contestabile
Napoli, 1945. Un gruppo di ragazzi fra i 15 e i 16 anni, quasi per gioco e spinti dal desiderio di provare se — così come era capitato di osservare ad uno di loro la sera precedente — fossero anch’essi capaci di «evocare gli spiriti», tentarono una seduta medianica proprio in casa di quello che poi si sarebbe manifestato quale medium dell’Entità Andrea.
I fenomeni fisici collegati al movimento dell’immancabile tavolino furono subito vari e immediati.
Dirà l’anonimo medium, in un breve testo scritto in terza persona per non farsi riconoscere (e che ho potuto leggere nell’archivio riservato del CIP di Napoli): «I ragazzi — forse intorno alle 23 — guadagnarono con passi furtivi il salotto dell’amico per non svegliarne i genitori addormentati e, prescelto un piccolo tavolino rotondo e dorato a tre gambe, di quelli stile settecento, si impegnarono a fare una catena nella più assoluta ignoranza di ogni procedura tecnica e soprattutto senza minimamente informarsi di cosa potesse essere una seduta medianica. Alla fatidica frase •se ci sei batti un colpo» pronunciata dall’esperto (sic!) amico che aveva assistito ad una seduta la sera precedente e dunque veniva considerato una specie di anziano, si udi sui muri un secco colpo che per poco non tramortì’ tutti per lo spavento. Subito dopo si percepì sulle facce una specie di gelido vento mentre il tavolino dava evidenti segni di vita a quei sparuti e pallidi ragazzini rimasti incollati al tavolino più con la voglia di farsela addosso che di restare».
Ovviamente le sedute col tavolino diventarono il passatempo quotidiano che coinvolse centinaia di persone di mezza Napoli fino alla svolta del ’46 quando il medium cadde improvvisamente in trance.
Sempre dal citato inedito testo: «La seduta era cominciata col tavolino come una delle tante che si stavano ormai facendo da quasi un anno, e nulla lasciava presagire quello che sarebbe poi accaduto, anche perché non vi era stato, fino a quel momento, alcun segno premonitorio di possibili addormentamenti. Improvvisamente il giovane medium senti di essere preda di un sonno improvviso quanto profondo, perse conoscenza e cominciò a respirare profondamente e ritmicamente con sovrapposizione contemporanea di rantolo. Poi il rantolo si fece più circoscritto, più serrato, come se stesse giungendo ad una qualche conclusione, trasformandosi, infatti, in frase coordinate e ordini precisi» concernenti gli aspetti tecnici della seduta che i ragazzi ignoravano completamente.
Il medium, a distanza di anni, così ricorderà quel primo episodio: «Mi sentii risucchiare in maniera dolce verso un sonno irresistibile…».
In questo modo nasceva una grande medianità: negli anni successivi avrebbe coinvolto centinaia di persone e in seguito, se si considerano i libri scritti su Andrea, sicuramente parecchie decine di migliaia di appassionati ed estimatori poiché per i contenuti di altissimo valore speculativo e per il rigore della logica, l’insegnamento di questa Entità è un exempla unico al mondo.
Sintetizzando: in quei primi anni ogni seduta durava circa due ore (ma la potenza di questo medium è tale che ancora oggi, in condizioni eccezionalmente positive o per particolari motivi, può restare in trance anche fino a due ore e mezzo); la trance avviene per incorporazione e l’Entità utilizza il sistema di fonazione del medium; lo stress respiratorio è tale che, integrato da un rantolo che dura 3-4 minuti, se non fosse controllato dall’Entità comunicante, comporterebbe — a giudizio tecnico di vari medici — il pericolo di soffocamento del soggetto.
Questo è, probabilmente, un segnale di parziale trasformazione della struttura fisica a livello di laringe e ciò per differenziare il tono ed il timbro vocale dell’Entità Andrea da quelli del medium stesso.
Benché non fondamentali ai fini paranormali, il dettaglio della voce avrebbe poi assunto una notevole importanza nelle indagini scientifiche che sono state condotte negli anni ’70.
Le sedute si sono svolte, all’inizio, indifferentemente al buio o con una debole luce rossa o, talvolta, in penombra; in seguito si è operato quasi sempre nella più completa oscurità per non creare superflue interferenze al medium.
A fine seduta il ritorno alla coscienza è sempre stato, per il medium, immediato e totale, senza alcun sintomo di stanchezza; anzi, ogni volta che una seduta è avvenuta in stato di non perfetta salute fisica del medium, ogni sintomo di patologia è stato eliminato per tutta la durata della trance e nessuno è riuscito a capire come ciò possa accadere.
Nel 1963 si costituiva il CIP. L’allora presidente prof. Giorgio di Simone così racconta il suo incontro con il medium:
«L’incontro fu apparentemente casuale, a conclusione di una serie di letture, di studi e di meditazioni sui massimi problemi che affliggono l’uomo da sempre, e che riguardano le caratteristiche e il fine dell’esistere.
A quel tempo il medium aveva 21 anni (nel 1963 il medium aveva 33 anni essendo nato nel 1930, oppure l’incontro avvenne nel 1951 cosa sicuramente più probabile – Ndc) e mi risultava per certo che non avesse alcuna preparazione di tipo filosofico o, quanto meno, su problemi di logica, che non fosse più che corrente. Le ipotesi attuali atte a spiegare il tipo di fenomeno cui assistevo regolarmente erano state vagliate una per una: ipotesi delle personalità dissociate, multiple ed alternanti (Flournoy, Sudre, Servadio), ipotesi del serbatoio cosmico (W. James) polipsichismo (Mackenzie), ipotesi della emergenza dal subconscio dello stesso medium di fatti e notizie dimenticati o inconsciamente assimilati nel passato e riespressi in forma drammatica, ipotesi della captazione chiaroveggente o telestesica di fatti e conoscenze al momento della trance.
Inutilmente. Nessuna ipotesi nota — tranne quella di un contatto con una intelligenza disincarnata — si attagliava a quanto si sviluppava sotto la nostra osservazione».
Nell’arco di 40 anni varie centinaia di persone hanno assistito al fenomeno; le sedute si sono svolte anche alla presenza di un solo partecipante fino ad arrivare alle oltre 70 persone. Quasi tutte le comunicazioni dell’Entità Andrea e delle altre entità sono state accuratamente trascritte, registrate ed archiviate. Dal vastissimo materiale raccolto sono stati ricavati 4 libri: “Il Cristo vero”, il “Rapporto dalla dimensione X”, i “Dialoghi con la dimensione X”, i “Colloqui con A” (tutti del prof. Giorgio di Simone), oltre ad ampi stralci pubblicati sulla rivista Informazioni di parapsicologia, organo ufficiale del CIP, a cui hanno fatto seguito le Comunicazioni dalla dimensione X (CDX), resoconti di colloqui pubblicati dal ’77 in poi dal gruppo di lavoro di Bologna che faceva capo a Silvio Ravaldini (in realtà pubblicazioni CIP risalgono al 1972 – Ndc.)a
Analisi spettrale e voice print
Nel 1971 il prof. Giorgio di Simone fece sottoporre all’analisi spettrale del suono la voce dell’Entità Andrea e quella del medium. Ecco qualche stralcio della relazione del prof. Gino Sacerdote, direttore dell’istituto di elettroacustica G. Ferraris di Torino:
«La registrazione delle voci risulta di buona qualità, la dizione molto chiara. Si richiedeva di indagare con mezzi tecnici circa la possibilità che le due registrazioni fossero relative alla stessa voce.
Sono stati esaminati diversi aspetti generici: ritmo, melodia della voce e si sono riscontrate differenze significative. Si sono analizzate diverse vocali ed anche per questo elemento si dà scarsa possibilità che le due voci appartengano alla stessa persona.
Fra gli elementi caratteristici di differenziazione si è esaminato con particolare accuratezza il comportamento fonetico della dentale «t». Si allegano 4 oscillogrammi che dimostrano la significativa differenza di comportamento.
Gli oscillogrammi n. 1 e n. 2 appartengono al primo soggetto registrato, mentre il 3 ed il 4 sono ripresi dal secondo brano registrato.
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Oscillogramma 1: «presenti vis»;
2: «notevole».
3: «tu sempre».
4: «esito di».
La dentale è rappresentata dalla parte di segnale di piccola ampiezza nella parte centrale dell’oscillogramma. Si notano le seguenti e significative differenze:
— la «t» negli oscillogrammi 1 e 2 ha una durata assai breve e si presenta in forma vocalizzata, quasi fosse una «d»;
— negli oscillogrammi 3 e 4 la «t» ha durata notevolmente più lunga e la componente vocalizzata è del tutto trascurabile.
Questo rilievo è stato ripetuto su diversi punti dei due brani registrati con risultato sempre analogo agli esempi allegati. Questo elemento fonetico è particolarmente significativo e, tenuto conto delle altre considerazioni e di altri rilievi, ritengo che le voci siano sufficientemente differenziate e, a meno di simulazione o voluta alterazione, emesse da persone diverse».
«La frase» a meno di simulazione o voluta alterazione» — precisa il prof. Sacerdote — è una frase che prudenzialmente scrivo sempre nelle mie relazioni su questioni riguardanti l’identificazione».
Nel 1972 il prof. Sacerdote esaminò nuovamente due campioni di voci (quella dell’Entità Andrea e quella del medium in stato di veglia) con il metodo «voice print».
Nel secondo accertamento, tecnicamente superiore al primo, tanto che è ritenuto valido anche in campo giudiziario, il parere del prof. Sacerdote è anche più radicale della volta precedente, scioglie ogni residua riserva e apre al mistero più fitto sull’origine della voce di «Andrea»: «I rilievi si riferiscono alla stessa frase ripetuta due volte all’inizio della cassetta: con 1 indico la prima voce (quella dell’Entità Andrea ndr.) con 2 la seconda (quella del medium). L’esame comparativo dimostra fra l’altro un ritmo di articolazione molto più lento nella voce 2, un tessuto melodico più ricco in 2 che in 1, una frequenza fondamentale notevole più elevata in 2 che in 1. Dai due diagrammi di contorno si rileva, anche ad un esame superficiale, una notevole differenza di comportamento: la differenza fra le due voci risulta nella »s» di «questo»; nella voce 2 sono evidenti molte componenti a frequenza da 2000 a 3000 hertz, che mancano completamente nella voce 1.
Ritengo tutti questi elementi sufficienti — conclude il prof. Sacerdote — per stabilire una differenziazione nelle due voci».
Elettroencefalogramma in trance
Nel numero di giugno 1975 della rivista del CIP «Informazioni di parapsicologia» fu pubblicata una relazione del dott. Massimo Morlino su un’indagine elettroencefalografica eseguita sul medium presso la II Clinica di malattie nervose e mentali del II Policlinico di Napoli, sotto il controllo dei proff. Buscaino e D’Errico, della dott;ssa M. Vittoria Turra, del dott. Striano, dell’interno sig. Russo e del tecnico sig. Rotunno, oltre al prof. Giorgio di Simone e al dott. Morlino, autore della relazione.
L’elettroencefalogramma, com’è noto, registra su un foglio scorrevole l’attività elettrica cerebrale. In stato di veglia esiste una grossa differenziazione fra l’attività cerebrale ad occhi aperti e quella considerata di veglia rilasciata, cioè ad occhi chiusi, in cui si suppone uno stato mentale di prevalente attività fantastica o, quanto meno, di attenzione distratta.
Nel primo caso il tracciato presenta un’attività a basso voltaggio, nel secondo un’attività con dominanza di onde alfa, caratteristiche dell’uomo adulto in stato di perfetto riposo, ma anche degli stati di meditazione.
La trance del medium dell’Entità Andrea è caratterizzata dalla provocazione di uno stato iniziale di vuoto mentale, gestita dal medium stesso, cui fa seguito lo stress respiratorio di cui abbiamo già parlato, accompagnato da movimenti anche bruschi. A questi segue poi l’incorporazione vera e propria dell’entità Andrea, contrassegnata da un’attività motoria propria di persona che dialoga e gesticola normalmente ad occhi aperti.
Così il dott. Morlino con l’arido linguaggio tecnico da laboratorio: «Riguardo l’esperimento, senza soffermarci su altri particolari tecnici, dirò solo che esso fu condotto in presenza di diverse persone, alcune delle quali fungevano da interlocutori, mentre altre si occupavano del controllo strumentale dell’elettroencefalografo.
Durante la seduta furono fatte delle domande a cui il «medium-entità» rispondeva con un abbondante verbalizzazione in modo che è stato possibile registrare l’attività elettrica cerebrale sia durante l’ascolto che durante il dialogo. Il tracciato effettuato prima della trance, in condizioni di base, è risultato normale.
Nella fase di induzione, sia nel periodo di quiete motoria per realizzare il «vuoto mentale», che nel periodo animato da sforzo e movimento preludente la trance, troviamo nel tracciato elettroencefalografico caratteristiche più simili a quelle delle condizioni di controllo a riposo con occhi chiusi, che a quelle di veglia attenta con presenza di alfa di ampiezza più ridotta.
Durante la fase di trance vera e propria, e questo è forse il reperto più interessante, ritroviamo la presenza di alfa anche ad occhi aperti ed in situazioni che, per tutti i parametri di descrizione di stato funzionale e comportamentale, dobbiamo descrivere come di veglia attivamente attenta ed addirittura attivamente impegnata in espressione comportamentale. La presenza di ritmo alfa non trova una sufficiente spiegazione».
Contemporaneamente il medium veniva sottoposto al test di Rorschach. Questo è uno fra i più attendibili test proiettivi, in grado di fornire una valutazione globale della personalità, specie in quella psichicamente disturbata, nelle sue varie dimensioni: intellettiva, affettiva, conativa; dal test risultò l’assenza totale di sintomi di psicosi o nevrosi, che pure sono comuni, almeno in misura minima, ad ognuno dì noi e quasi fisiologici. Questo reperto, in aggiunta a quello EEG realizzato prima della trance nel 2° Policlinico napoletano, costituisce un accertamento in più che, aggiunto alle deduzioni precedenti è, in pratica, una diagnosi di sanità mentale.
Analisi del linguaggio
Nell’ottobre del 1984, all’annuale congresso di Arezzo, l’ing. Carlo Trajna e la dott.ssa Loretana Angelucci presentarono relazioni in cui si esponevano risultati di un sondaggio linguistico comparativo (realizzato sul linguaggio di Andrea, del medium e di vari campioni) secondo i metodi della linguistica matematica; quest’ultima studia alcune caratteristiche formali del linguaggio (come la frequenza di alcune lettere, di fonemi o di parole secondo la lunghezza in sillabe) che sono del tutto indipendenti dal significato e proprie di una lingua, di un genere letterario o di uno scrittore.
Dalla relazione della dott.ssa Angelucci: «Gli scritti di due filosofi, poniamo, presenteranno in comune le caratteristiche della lingua e del genere filosofico, ma le loro strutture linguistiche, in questo ambito, saranno differenziate dall’impronta personale.
È evidente che analizzando con tale metodo le lunghe dissertazioni che in vari cerchi medianici compaiono come prodotte attraverso la medianità ad incorporazione da diverse sedicenti entità, possiamo verificare se esista una sufficiente differenziazione di struttura linguistica che confermi o no la dichiarata diversità di origine».
L’ing. Trajna e la dott.ssa Angelucci hanno scelto testi dello stesso genere, cioè problematiche analoghe trattate dalle entità allo stesso livello e li hanno confrontati con un gruppo equivalente di scrittori sugli stessi argomenti (P. Giovetti, G. di Simone, P. Ubaldi, U. Dettore, E. Servadio, P. Albanese, C. Trajna, A. Ferraro, S. Conti). Poi hanno scelto 4 personaggi dei «Promessi Sposi» (Renzo, don Abbondio, Lucia, fra Cristofaro) e 9 presunte entità di 3 circoli medianici (Ifior, Cerchio Firenze 77, Entità A), oltre ad alcuni brani descrittivi dai «Promessi sposi» del Manzoni.
Per quanto riguarda la caratteristica linguistica da analizzare, è stata preferita la lunghezza delle parole nei testi, rappresentando quest’ultima un sensibilissimo indice di differenziazione.
Sono stati utilizzati, ovviamente, altri parametri statistici (deviazione standard delle parole, da una a sei sillabe, dalla lunghezza media, il coefficiente di variazione ecc.), oltre a parametri inerenti alla teoria dell’informazione, di cui il principale è l’entropia assoluta H, che esprime il contenuto di informazione in «bit per parola», dove il bit è l’unità di misura dell’informazione (altri parametri: entropia massima e relativa, efficienza in bit per sillaba, ridondanza, limite superiore di inefficienza ecc.).
Mentre per tutti i personaggi prescelti è stato sufficiente un numero di parole varianti dalle 1993 di fra Cristoforo alle 4653 di Kempis (un’entità del Ccerchio Firenze ’77), per l’Entità A il numero di parole considerate per la campionatura è arrivato alle 9229 e i due ricercatori hanno confessato di aver dovuto, ad un certo punto, fermarsi nel computo, poiché, tra l’altro, il sondaggio è stato eseguito senza computer; quindi questo limite non è quello reale. La dott.ssa Angelucci commenta: «Non escludo che il fatto possa essere significativo».
L’ing. Trajna ha poi elaborato e comparato i risultati di questo primo sondaggio, riscontrando deviazioni significative fra i gradi di differenziazione linguistica dei personaggi, delle entità e degli scrittori prescelti. In particolare, Trajna ha elaborato anche un sondaggio comparativo fra testi del prof. Giorgio di Simone e quelli dell’Entità A (il valore trovato è stato di 169 millesimi), e fra testi dell’entità A e testi scritti dal suo medium (valore 77 millesimi). Questi due valori sono fortemente superiori alle differenziazioni medie di cui sopra.
Ciò significa, dice Trajna, che «le strutture linguistiche sono estremamente differenziate, assai più di quanto sia risultato nel sondaggio statistico preliminare su scrittori ed entità. I parametri linguistici prescelti in questa analisi vengono considerati, a livello scientifico, sufficienti per «fotografare» un autore.
La validità del metodo è fondata sul presupposto che gli automatismi inconsci, costruiti lungo la vita di una persona, siano unici e peculiari di quella persona medesima: ragion per cui personalità secondarie e di fantasia li hanno necessariamente in comune e tra di loro e con la personalità principale».
«Dunque, nella misura in cui possiamo includere detti parametri negli automatismi inconsci, possiamo escludere che l’entità A rappresenti una personalità secondaria del suo presunto medium o del prof. Giorgio di Simone».
Fin qui le indagini scientifiche, ma non escludiamo che in futuro possano aggiungersi, ai dati che già possediamo, i risultati di ulteriori sperimentazioni.
Queste ricerche, anche se probabilmente non raggiungeranno mai il valore di «prova provata» (come è giusto che sia da un punto di vista squisitamente ontologico), forniscono tuttavia indizi sempre più precisi di una assoluta indipendenza intellettuale del fenomeno, “entità A” dal medium attraverso cui si produce. Complessivamente, inoltre, la ricerca mette in evidenza una eccezionale qualità medianica protetta da garanzie scientifiche uniche al mondo poiché, a quanto ci risulta, nessun medium di questo livello ha mai accettato di essere studiato in questo modo e con ricercatori in ambiente universitario.
FIORELLA CONTESTABILE
Mentre questa monografia viene assemblata, il medium dell’Entità Andrea, nonostante le validazioni già fornite e il credito indiscusso di cui gode da decenni, ha accettato di collaborare, proprio dal giugno di quest’anno, ad una nuova ricerca scientifica. Essa è realizzata dai medici dott. Franco Iaccarino e Antonella Sepe di Napoli e dal dott. Giuliano Taesi di Brescia e mira a verificare se si producono variazioni fisico-chimiche nel corso della trance. Le analisi chimiche si stanno effettuando nei laboratori dell’Ospedale di Arienzo, in provincia di Caserta.