(Questa presentazione fa parte della prima “Monografia speciale” pubblicata a Napoli dal CIP nel 1990, probabilmente proprio nella prima fase di quella che sarà poi la presidenza di Corrado Piancastelli. Da parte nostra abbiamo fatto una serie di note e precisazioni principalmente riguardo alla pubblicazione per esteso del nome di Andrea che qui appare ancora come “A” – Nota del curatore.)
Il Centro Italiano di Parapsicologia pubblica questa monografia allo scopo di datare nuovamente, con osservazioni riassuntive, la riattenzione verso uno dei maggiori fenomeni medianici di questo secolo, quello dell’Entità A (Andrea). Fenomeno che ha contraddistinto tutta la linea di ricerca del CIP a partire dal 1963 e precedentemente, come Associazione Cosmos, addirittura prima del 1950. L’Entità Andrea è dunque con noi da quasi 45 anni ponendosi l’inizio dell’attività medianica nel suo anonimo sensitivo intorno al 1945 con la tipologia e al 1946 con la trance a incorporazione e cioè quando il giovane medium aveva solo sedici anni. Si tratta quindi, per il CIP che la pubblica, di una monografia un po’ speciale. Infatti, benché per forza di cose e di fatti, si parlerà esclusivamente degli aspetti scientifici e filosofici dell’Entità Andrea e si esamineranno i problemi tecnici connessi alla medianità che la produce, questa monografia è anche la storia delle soggettività personali di migliaia di persone che in questi decenni — sicuramente dal 1946 in poi — hanno seguito, creduto e condiviso la lezione di questa entità, di questa voce di Andrea che tutti hanno chiamato e chiamano «maestro» senza che l’appellativo sia mai stato prescritto o richiesto. Molti di costoro sono vissuti e sono morti con il senso della pace e della speranza contenuti nel suo messaggio e molti ancora moriranno nella stessa fede. Se si pensa che il solo libro «Rapporto dalla Dimensione X» di Giorgio di Simone è alla nona edizione (ne seguiranno molte altre e anche attualmente nel 2016 Ndc), si capisce subito, facendo anche un calcolo minimo e sommario, che l’Entità Andrea ha sicuramente coinvolto una platea di varie decine di migliaia di persone sparse in tutta Italia. Questa monografia è quindi anche un omaggio a tutti i seguaci, soci e collaboratori del CIP che oggi non ci sono più e che avrebbero gioito nel vedere alla luce questo lavoro d’insieme che conferma e riassume le testimonianze che essi stessi diedero alla vita associativa anche con la solo loro presenza, anche col loro timido silenzioso consenso. Ci scusiamo con i lettori per queste allusioni sentimentali alla storia del CIP. Ma in questo libro, contrariamente ad altre abitudini editoriali, non ci sarà posto per l’anedottica spicciola e questa citazione romantica è l’unica che ci siamo consentiti. Per cui veniamo subito al nostro lavoro chiarendo al lettore, che sprovveduto si trovasse nelle mani queste pagine, che cosa significa «Il caso dell’Entità A» con cui titoliamo la monografia. Presupponendo che questo lettore abbia almeno una minima nozione di paranormale, gli diciamo che è la storia di una voce — denominata, come si è detto, Entità A (abbreviazione di un nome di persona. [Andrea]) — che parla autonomamente con timbro e tonalità diverse dal suo medium in trance, esattamente dal 1946. Il lettore leggerà più avanti (e anche nei saggi successivi) l’importanza pressoché unica di questa medianità, sia perché si avvale di una convergenza di prove a sostegno mai realizzatesi nel mondo e sia perché i contenuti delle lezioni ricevute — oltre diecimila pagine — sono di un valore filosofico e spirituale che è addirittura riduttivo definire prezioso. Vari collaboratori scriveranno sui molteplici aspetti del fenomeno e saranno trattate adeguatamente anche le ricerche scientifiche realizzate sulla medianità di base. Ci sembra opportuno, tuttavia, dare un profilo essenziale della ricerca in modo da orientare subito chi legge e troncare sul nascere il sospetto che da parte del CIP si possa enfatizzare eccessivamente. In pratica il fenomeno dell’Entità Andrea va osservato sotto due principali punti di vista. Il primo pone in evidenza il magistero filosofico-spirituale di questa misteriosa voce che si è indicata come Entità Andrea. Il secondo è, appunto, l’aspetto tecnico del fenomeno che è così riducibile: il medium apparentemente cade in una eventuale trance dopo una sorta di convulsione respiratoria e dopo qualche minuto si sente, chiara e forte, una voce diversa dalla sua che inizia a parlare chiedendo ai presenti di formulare domande. Normalmente queste domande hanno un contenuto filosofico e le risposte che si ottengono sono sempre immediate, elaborate e finalizzate ad un progetto culturale che negli anni si è rivelato fortemente organizzato come se, a monte, fosse nota l’intera trama cosmologica. In 45 anni questa Entità è stata di una coerenza estrema, non si è mai contraddetta sul piano culturale, non ha mai avuto cedimenti; in. situazioni conflittuali dei presenti ha sempre condotto la seduta con una calma spirituale esemplare ed ha conservato negli anni lo stesso tono, eguale maestria e saggezza, eccezionale fermezza. Questa voce, sin dal 1946, afferma di appartenere ad un altro mondo; di essere, cioè, proveniente dall’Aldilà, sic et simpliciter! I possibili controlli dovevano quindi accertare, per quanto possibile, che il medium fosse anzitutto in trance veramente, che la voce di Andreea non fosse quella (magari camuffata) dello stesso medium, benché questo dato non fosse da considerarsi fondamentale, che i contenuti della dottrina (sulla quale sono stati scritti innumerevoli saggi) non provenisse dall’inconscio o dalla stessa cultura del medium, che il medium, infine, non fosse uno psicopatico con allucinazioni. I risultati complessivi (elettroencefalogramma ottenuto nel corso della trance, analisi delle voci, analisi del linguaggio, test di Rorschach) hanno dimostrato l’autonomia dell’Entità dal suo medium e la realtà della trance, per cui ogni ipotesi si apre improvvisamente a qualsiasi soluzione, compreso quella che Andrea effettivamente sia ciò che dice di essere, cioè una realtà non umana. La stessa dottrina ne esce rafforzata non perché non possa vivere autonomamente (molti, infatti, la studiano indipendentemente dalla sua origine medianica), ma perché la provenienza dalla profondità di uno stato di coscienza alterato, dimostrato tale dagli accertamenti scientifici, rendono questa voce simile alla profezia, al miracolo, alla rivelazione filosofica e ripropongono una missione metafisica del mondo fondata su basi reali più di quanto sia avvenuto o sia accettabile in altre manifestazioni consimili. Tra l’altro le analogie sono poche e imperfette. Anzi, se si paragonano gli esperimenti condotti sulla medianità del caso “A” di Napoli con altre, francamente queste analogie sono del tutto inconsistenti. Gli altri importanti casi verificatesi nella storia della parapsicologia non sono sovrapponibili con quello napoletano perché a nessuno dei rispettivi medium — a cui va comunque tutto il nostro affetto e rispetto — furono mai applicati i controlli incrociati e convergenti che, come si può facilmente intuire, rendono unica l’intera questione. Cade, nel caso napoletano ma anche per altri medium di grande valore, la possibile polemica sulle personalità alternanti tanto care alla psicoanalisi. Nelle personalità alternanti anzitutto manca il cosiddetto spirito guida, nessuno afferma di provenire da un altro mondo e manca l’identificazione delle autonomie — voci, linguaggio, tracciato EEG — significative, nella circostanza, perché sia la voce che il linguaggio sono vere e proprie impronte digitali e non si possono camuffare senza che i nostri sofisticati controlli non lo accertino. Naturalmente non vengono neppure prese in considerazione, sempre nel caso napoletano, le ipotesi di psicosi o scissione schizofrenica tanto più che, a parte la normalità mentale di vita che conduce, il medium è uscito indenne finanche al Rorschach dove risultano carenti anche le più normali formazioni nevrotiche. Nel mondo, per allargare di poco questa succinta panoramica, altri medium — sempre pochissimi se si pensa che stiamo osservando almeno un intero secolo — sono rimasti celebri per le loro manifestazioni intellettive: la Leonore Piper, Gladys Osborne Leonard, William Stainton Moses, Eileen Garrett, Pietro Ubaldi, Jaine Roberts, Roberto Setti. Chi legge quelle relazioni si accorgerà immediatamente che è difficile fare paragoni con l’Entità Andrea anche a prescindere dalle indagini di sostegno a cui peraltro non si sottoposero mai quei sensitivi, fatta salva qualche piccola eccezione, per esempio i test psicologici che Whateley Carington applicò alla Garret e a Leonard, del tutto elementari se rivisitati oggi che abbiamo test di grande attendibilità. Con ciò non s’intende invalidare nulla e nessuno e, tra l’altro, non si può essere partigiani dell’Entità Andrea solo perché si è manifestata nel CIP. Ci mancherebbe altro! Qualsiasi risultato, in questo fondamentale ma delicato campo di ricerche, appartiene a tutti. Dobbiamo però sostenere — e nessuno ce ne voglia — che le validazioni scientifiche e le analisi strutturali dei testi, in aggiunta al livello contenutistico, in senso strettamente parapsicologico non possono essere disattese. Ne consegue che l’insieme dei fatti attribuiti all’Entità Andrea e al suo medium rimandano ad una origine paranormale sicuramente provata, anche indipendentemente da una sicura attribuzione nel senso che ignoriamo i meccanismi che regolano i rapporti fra gli aspetti metafisici e quelli neurofisiologici della persona umana. Il Centro Italiano di Parapsicologia, pertanto, dichiara che le comunicazioni dell’Entità Andrea sono sicuramente provenienti da una dimensione sconosciuta. Troppe prove, infatti, si sono accumulate in vari decenni, troppe situazioni emblematiche hanno accompagnato le centinaia e centinaia di sedute attraverso le quali si sono raccolte le lezioni di Andrea, come per esempio le frequenti anticipazioni telepatiche di Andrea verso le domande dei presenti per citare una sola delle atmosfere paranormali in cui ci si sente immersi quando si entra in contatto con questa Entità. Se dunque, all’interno di questo affresco comunicativo e conoscitivo, Andrea afferma anche di essere uno Spirito proveniente da un’altra dimensione, perché non dovremmo credergli?
In nome di quale logica, per asservimento cieco a quali teorie dovremmo accettare l’ampiezza del suo progetto culturale ma poi negargli il riconoscimento dell’identità che dichiara?
Naturalmente siamo lungi dall’aver capito tutto e risolto tutto. Sappiamo bene che vi sono colossali problemi da chiarire; per esempio quelli del linguaggio e delle trasformazioni del linguaggio che Andrea adopera, lo studio della natura del linguaggio interiore umano, i rapporti fra Andrea e la rete neuronica, la natura degli stati normali e alterati di coscienza specie in rapporto alla trance e non solo a questa, ma a tutte le condizioni in cui l’uomo si apre a percepire altre dimensioni, come l’intuizione, l’estasi, la poesia, il metalinguaggio ecc. e chi ne ha più ne metta. Naturalmente non è questa la sede per affrontare questi discorsi che tuttavia inquadrano il nuovo rapporto che si sta configurando tra la parapsicologia classica e quella umanistica, ma ci preme concludere che, al di là di tutti gli aspetti tecnici e teorici, c’è anche una immediatezza emotiva che un messaggio come quello dell’Entità Andrea impone su chi lo ascolta. Per cui aver trovato, in una vita materialistica e crudele quale la viviamo un po’ tutti, una ferma e carismatica voce di speranza, significa essere aiutati a vincere tangibilmente la paura della morte ed a capire il fine e il significato della vita.
Gli operatori del CIP