L’interiorità attraverso il corpo

 

L’interiorità attraverso il corpo

Come potete aiutare questo Spirito? Lo potete aiutare giocando sul vostro cervello con sottile ambiguità: cioè adoperando il vostro cervello ed adattarlo ad una trasformazione a cui non è abituato, asservendo la vostra razionalità a questa ideologia interiore, e usandola per svolgere il lavoro di perlustrazione della vostra interiorità. Poiché questo deve essere un atto razionale, bisogna che sia impegnata la volontà e che dunque sia adoperato il cervello nella sua razionalità. Allora, la razionalità proveniente da un organo deputato alla via del corpo, viene utilizzata (e qui ritorna la funzione globale della vita) e funzionalizzata al discoprimento dell’interiorità. In questo modo il corpo assolve veramente alla sua funzione di strumento dello Spirito.

Perché viene utilizzato il corpo umano e non un altro corpo vivente? Perché il corpo umano è l’unico che possiede un cervello in grado di razionalizzare; cioè un pensiero che sia in grado di prospettare una osservazione su se stesso. Cioè di ragionare di se stesso, di avere quell’autocoscienza,quell’autovalutazione, quell’autodiscriminazione che solo esso possiede in confronto a tutti gli altri cervelli delle specie animali….

Riepilogando: quando ricerca se stesso l’uomo è sempre più felice, perché ha uno scopo nella vita; ha un riferimento di sicurezza che non gli viene più dall’esterno, ma dall’interno. Se riconosce ed accetta la propria interiorità, ha trovato lì la sua protezione, la sua pace e la sua sicurezza. Non ha bisogno di ricorrere agli dèi esterni, al potere o alla cultura esterna, perché ha trovato la sua pace dentro, ha dato un significato alla propria esistenza, e questo è un motivo diciamo di ordine pratico. Ma vi è anche un altro motivo: quanto più, come uomini, progettate ed eseguite una ricerca della vostra interiorità, tanto più create un contatto migliore (anche se non riconoscibile) con il vostro Spirito.

Infatti quanto più la persona si orienta verso rinteriorità, tanto più lo Spirito comunica con la Terra, cioè tanto più esso riesce a penetrare nella materia ed a trame maggiore conoscenza. Il suo fine è stare in contatto con la Terra; e poiché si è incarnato per questo, il corpo non deve creargli una barriera impenetrabile, ma deve facilitarlo (anche passivamente) perché provochi trasformazioni proprio a livello di energia psichica. Dunque l’inconscio diventa un inconscio dell’interiorità, e lo Spirito fluttua più agilmente e più facilmente — per un problema proprio tecnico — fra se stesso e la Terra.

Mi pare che questi siano risultati niente affatto disprezzabili. Ed anche se, al limite, non si può rispondere in termini di Spirito, si può senz’altro affermare che il senso di pace dei referenti di sicurezza che provengono dalla conoscenza di se stessi, costituiscono altrettante terapie di benessere e così la persona sta spiritualmente, moralmente, psichicamente meglio. Mentre una fede esterna può cadere (per disinganno, per tanti motivi), invece questo tipo di fede interiore non può cadere. Diventate voi i responsabili, i fautori, i promotori del vostro benessere. Dipende da voi se state bene o male. Non vi applicate ad una fede che viene da fuori, ma ad un atto di conoscenza che discoprite dentro di voi. I problemi tecnici, poi fanno parte di un’altra gamma di informazioni, di distensioni, di meditazione, di autoanalisi, di autoconoscenza, di autocritica e sono tutte cose che integrano e avvicinano alla propria interiorità»; (Racc. Lez. 17-11-1982).

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