RAPPORTI TRA CHIESA E STATO

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D. – Poiché le gerarchie della Chiesa cattolica esercitano pressioni chiedendo ai parlamentari di legiferare secondo i principi della moralità cattolica, mentre lo Stato si trova ad affrontare problemi di convivenza civile oppure problemi legati alle esigenze nuove che pone la scienza in tanti campi, che non rientrano nei canoni tradizionali della Chiesa, ti chiediamo di illustrarci il tuo pensiero sul rapporto tra religione e politica, sulla differenza tra religione civile e religiosità senza gerarchie.

A. – Credo che si debba subito e inizialmente dire che l’ovvia differenza fra uno Stato ed una Chiesa si pone quando lo Stato è costituzionale, quando cioè gli organi dello Stato vengono eletti dal popolo.

    Altro discorso è sui rapporti tra Chiesa e Stati non costituzionali, laddove cioè come una volta l’imperatore, il monarca, in qualche modo era un semidio, e allora in quei casi il rapporto tra le religioni e le monarchie era un rapporto di reciproco scambio e di reciproca stretta unione e collaborazione, sino a quei casi in cui il soggetto politico diventa ed è anche un soggetto religioso, nel senso che è rappresentativo di una religione, come può accadere per certe religioni come quella islamica, dove la figura politica coincide con la figura religiosa.

    Laddove invece esiste una storia in cui la divisione è netta tra potere politico e potere religioso, è chiaro che le due sfere non possono coesistere senza precisi accordi e reciproci patti, che una volta stabiliti devono essere mantenuti.

    Voi occidentali soprattutto nel vostro Occidente avete avuto una religione, quella cristiana, che è sempre stata invasiva ed ha sempre cercato e – fino ad un certo punto della storia – ha ottenuto di legiferare in campo morale. Il suo principio si è sempre basato sull’essere la Chiesa rappresentativa di Dio attraverso la figura di Gesù Cristo, Dio incarnato il quale diventa il Dio figlio, il quale figlio fonda la sua Chiesa, sicché la Chiesa è la parola di Dio.

    Questa affermazione di principio è sempre stata valida, per lo meno a partire dai primi secoli, non subito ma dai primi secoli, ed è sempre stata una parola a cui gli Stati si sono inchinati perché le religioni si fondano su un consenso inconscio degli esseri umani, vale a dire l’uomo non può fare a meno di una religione, in specie quando si trova in uno stato di soggezione, lo stato di soggezione a cui l’Occidente è andato incontro è stato soprattutto l’analfabetismo, vale a dire l’ignoranza.

    Credo che voi sappiate che sicuramente sino ad un secolo fa la maggior parte della popolazione mondiale era semianalfabeta ed una buona percentuale completamente analfabeta, sicché l’ignoranza ha giocato un ruolo nell’esistenza di un vassallaggio continuo al monarca, all’imperatore e al papato.

    La conservazione dello stato di analfabetismo è stata una particolare cura dei regnanti e delle Chiese affinché il popolo non si educasse, affinché il popolo non avesse l’opportunità di accedere ai sacri testi, questo specialmente con la religione cristiana.

    Per quanto riguarda la religione islamica, il perdurante stato di ignoranza non consente l’emancipazione a quei popoli, ma lo stesso vale in altri paesi, dove vi sono altre religioni, se penso all’India, per esempio, grande continente, o alla Cina, egualmente io so che si tratta di paesi in cui l’analfabetismo è ancora enorme.

   Quando comincia in realtà l’azione di rivalsa o di rivalutazione?

  Comincia allorquando gli uomini prendono coscienza del loro stato. Prendendo coscienza del proprio stato, essi finiscono con l’influire su determinati movimenti storici e politici, per esempio penso alla rivoluzione francese, penso al vostro paese con i moti rivoluzionari, penso naturalmente a un grande paese come la Russia con la rivoluzione contro gli Zar. Dovunque il dominio con la collusione Stato/Chiesa ha portato i popoli a ribellarsi, conseguentemente c’è stata l’istituzione degli Stati costituzionali che hanno rimarcato anzi marcato più che rimarcato, la divisione tra il potere della Chiesa e il potere degli Stati.
    Queste conquiste di cui comunque avete il beneficio, aumentano e amplificano la responsabilità per esempio delle democrazie rispetto agli Stati autoritari, perché la responsabilità degli Stati democratici è oggi, secondo la storia, decisiva nei confronti della crescita dei cittadini: ai cittadini dovrebbe essere assicurata una
maggiore consapevolezza, un maggiore controllo e dominio sui processi culturali, sui processi economici e insomma come suol dirsi i cittadini, vale a dire il popolo, vale a dire i nostri fratelli umani, dovrebbero prendere consapevolezza e crescere nella democrazia. Ora è chiaro che i poteri religiosi tentano continuamente di affermare di essere i portatori della parola di Dio, e ripeto, l’operazione di trasformare Dio in essere umano è stata per i cristiani, per le religioni monoteiste in particolare, ma è quella cristiana che ha fatto questa operazione di trasformare Dio in essere umano affinché la voce della Chiesa fosse contemporaneamente non solo divina ma umana, perché la reazione più elementare è quella di dire: Dio non parla né può parlare né è accessibile alla coscienza umana, e nemmeno alla ragione umana, dunque qual è la voce di Dio che tu Chiesa rappresenti?

    E allora la trasformazione in trinità della voce di Dio ha consentito alla Chiesa di dichiararsi divina e umana nel contempo e quindi di codificare le sue leggi come voci umane, sociali e contemporaneamente divine.

    Non è la stessa cosa per gli altri monoteismi, perché per esempio la religione ebraica si fonda sulla legge mosaica, e non accetta l’incarnazione di Cristo. Per la religione islamica Maometto non è Dio, Maometto è un profeta e quindi è qualcuno o colui che ha avuto in dono medianicamente direi la voce di Dio. Certo noi sappiamo che Maometto non ha parlato con Dio, ha parlato con un essere superiore, con una entità, e l’ha scambiata per Dio, un po’ in buona un po’ in cattiva fede, ma in ogni caso è una operazione in cui gli islamici riconoscono l’essere umano e non l’essere divino.

    L’unica è stata la religione cristiana che avendo trasformato Cristo in Dio e quindi Dio in Cristo, si è assicurata un dominio direi legale, vale a dire giuridico: c’è un fondatore, gli eredi di questo fondatore sono la Chiesa, è stata fondata la Chiesa sulla trasmissione tra Gesù e Pietro, e dunque i papi sono i discendenti vescovi di Roma, laddove Pietro sarebbe venuto per fondare la Chiesa.

    Tra mezze verità e mezze bugie, tra vangeli autentici e vangeli apocrifi, tra vere e false verità, storicamente la Chiesa è venuta a crescere nell’Occidente e in particolare in Italia, nel paese dove vivete, attraverso la connessione tra sé rappresentanza di verità universale, quindi cattolica, universale, e l’ignoranza che è pari alla paura dell’essere umano.

   Chi è che parla di Dio o parla dell’Aldilà, chi è che offre speranza che dopo la morte c’è ancora vita?

  La religione, è l’unica che sostiene il discorso dell’affidamento, sicché è facile vincere e dominare chi afflitto dalla paura di dover morire, paura per sé e per i propri cari, affida la propria anima a chi ha questo rapporto privilegiato col divino.

    L’operazione è semplice ed è facile, perché è facile agire sulla debolezza umana. È chiaro che soltanto una rivalsa fondata sull’acculturazione dei cittadini crea il distacco tra Stato e Chiesa, perché finché perdurerà lo Stato di inferiorità culturale ci sarà anche una inferiorità psicologica, e quindi una inferiorità di tipo politico, perché alla fine i politici sono l’espressione del popolo che c’è, non vengono da un altro mondo, i politici, nascono da questo contesto, e sono anch’essi in prevalenza in bilico tra il cielo e la terra, quindi la presenza di una Chiesa che è operativamente forte perché operativamente controlla la quasi totalità delle popolazioni che sono cristiane, diventa tutto questo occasione per poter riversare nella politica il gioco della legge divina, vale a dire il voler determinare nel legislatore leggi che siano conformi alla dottrina della religione.

    Soltanto quando, ripeto, ci si affrancherà dall’ignoranza ma contemporaneamente ciascun essere umano diventerà sufficiente per amministrare da sé la propria spiritualità, soltanto allora il distacco tra Dio e Cesare sarà compiuto, la legge umana da una parte e la legge di Dio da un’altra.

D. – Possono coincidere?

A. – Certo che possono coincidere: le necessità del divino coincidono con le necessità di una religione civile, perché una religione civile che cosa propugnerebbe?

   Propugnerebbe le stesse cose che potrebbe propugnare Dio qualora parlasse, non attraverso la Chiesa, ma direttamente. La legge di Dio è una legge che prevede la giustizia, la pace, la concordia tra i cittadini, il rispetto e possibilmente l’amore reciproco, prevede la crescita del soggetto in corpo e anima, una legge come religione civile vale a dire una legge che sia fondata su un diritto nel senso tecnico, un diritto che altro non è che la saggia amministrazione della vita associata, perciò nasce il diritto, amministrazione della vita associata.

    Questa amministrazione della vita associata può essere più o meno perfetta o più o meno imperfetta, a seconda della capacità morale del legislatore e dell’esecutore, ma un diritto che sia un diritto fondato sulla costruzione di una società armonica non può che prevedere una buona giustizia, una buona pace fra i cittadini, il lavoro per tutti i cittadini, la non violenza, la reciproca tolleranza, cioè il reciproco bene, quindi la legge civile costruita dal legislatore in uno Stato costituzionale in cui non vi sia dittatura, non può che coincidere con la legge di Dio.
    È quando intervengono le dittature o le interpretazioni teologiche che le cose non vanno più bene, perché dittatura teologica o dittatura civile propugnano il benessere esclusivamente del potere che quella istituzione rappresenta, il dittatore penserà al suo potere e il papa penserà al suo, cioè quello della Chiesa.
    Soltanto laddove il diritto è il cosiddetto diritto circolare, vale a dire che serve a tutti i cittadini e non ai poteri, perché il benessere di tutti i cittadini non interessa lo Stato in quanto lo Stato è un ente astratto, non è un ente concreto, come può essere un dittatore che è una persona oppure il papa che è un’altra persona, in uno Stato costituzionale non ci sono le persone, ma ci sono le leggi, vale a dire c’è un diritto che è fondato su una democrazia a partecipazione di tutti i cittadini, i quali formano un parlamento che fa le leggi in base ai rappresentanti dei cittadini stessi, sicché è assicurato che siano le maggioranze a fare le leggi perché il legislatore è espressione di una maggioranza.

    Non così laddove ci sono le dittature o ci sono le teocrazie, allora la teocrazia, che è esattamente il contrario della democrazia, è chiaramente in opposizione alla prima, quindi Chiesa e Stato democratico sono due opposti, non è vero che vanno d’accordo, non possono andare d’accordo, perché la democrazia rappresenta i cittadini, la teocrazia rappresenta un Dio che sulla Terra non c’è, è una figura inesistente sulla Terra, esiste soltanto come costruzione psicologica, affettiva o di fede, ma non è concretamente un soggetto giuridico, Dio, io non l’ho mai sentito dire che infatti sia un soggetto giuridico.

    Allora per trasposizione, il soggetto giuridico diventerebbe la Chiesa, ma la Chiesa per diventare soggetto giuridico deve decidersi di essere uno Stato dittatoriale o uno Stato democratico; uno Stato democratico non è perché la Chiesa non viene eletta dai suoi fedeli, quindi è dittatoriale, ed essendo dittatoriale è in opposizione con una democrazia, e non se ne esce da questa opposizione, vale a dire le cose stanno così, quindi stando così democrazia e teocrazia si fronteggiano e non possono non fronteggiarsi perché sono due istituzioni completamente diverse che cercano la coesistenza.

    Come la cercano questa coesistenza?

    La cercano con un accordo, ma l’accordo che cosa esprime?

    Bisogna vedere chi lo fa l’accordo, perché se l’accordo è fatto con prevalenza degli interessi della Chiesa, è chiaro che a soffrirne sarà la democrazia, se invece gli accordi sono ben precisi occorrerà che la democrazia sia abbastanza forte da respingere ogni invasione di campo della teocrazia. Allora il mondo politico che avete è abbastanza forte?

  È costituito da soggetti in grado di interpretare il ruolo di rappresentanti del popolo?

   E questo è un problema antico, perché questo problema esisteva anche ai miei tempi, laddove chi aveva una veste politica e voleva il consenso, allora bisognava che cercasse il consenso tra quelli che potevano darlo o garantirlo e guarda caso sono sempre stati i movimenti religiosi, ai miei tempi c’erano i pagani ma era la stessa cosa, perché il cristianesimo è erede dei pagani, se ci fate caso e se studiate un po’ il problema, il cristianesimo proviene dal mondo pagano, erano tutti pagani convertiti al cristianesimo, che avevano nel loro cuore, nella loro psicologia, una struttura pagana, tanto è vero che la Chiesa diventa pagana con i suoi santi i suoi martiri e le sue madonne, è una riproposizione di un mondo pagano riverniciato in mondo cristiano. Allora il punto della situazione è la forza, e purtroppo questo concetto della forza è sempre stato presente nelle chiese: è presente nel mondo islamico, nel mondo ebraico e in quello cristiano; perché?

    Perché si tratta di religioni radicaliste che non consentono tolleranza. Essendo radicali le tre religioni che erroneamente si dice che abbiano un unico Dio, perché l’abbiamo visto subito che non è vero, perché per gli ebrei il Dio è il Dio mosaico e per i cristiani è il Dio trinitario, e naturalmente il Dio degli islamici è un ibrido, ma quindi essendo radicalisti non possono che – anzitutto – guerreggiare fra di loro come sempre è accaduto fra gli ebrei, i cristiani e gli islamici, e poi perché devono imporre con la forza in quanto ciascuno ritiene di essere nella verità.

    L’essere nella verità porta prima o poi alla violenza, perché significa che io ho ragione e gli altri hanno comunque torto, qualsiasi cosa dicano, e devono essere assoggettati, e quindi il mondo islamico cerca di assoggettare l’Occidente cristiano e quello cristiano cerca di assoggettare l’altro, perché tutte le guerre che voi avete avuto sono state guerre di potere e l’Europa a sua volta è stata attraversata continuamente dalla guerra e da rivoluzioni, da situazioni di violenza tra stati e stati a causa delle religioni, questo specialmente dopo lo scisma protestante di Lutero, l’Europa è stata insanguinata dai cristiani che probabilmente vogliono ritrovare una nuova verginità nei tempi moderni, ma bisogna anche tener presente che la Chiesa è sempre contraria alla modernità.

    Io che personalmente ne so qualcosa per essere stato perseguitato dalla Chiesa, e tanti e tanti sono stati perseguitati dalla Chiesa perché la modernità è acculturazione dei popoli e come dicevo all’inizio la Chiesa non vuole che sia la cultura a prevalere, ed ecco perché la Chiesa ha attaccato la scienza sin da qualche secolo a questa parte, quando ha capito che la scienza era la più forte avversaria delle religioni, perché la scienza si fonda sulla razionalità e le religioni si fondano sulla fede, e le due cose non possono convivere. Questo è il secondo punto della impossibilità di convergenza, ragione e fede non possono convivere, perché si tratta di due piani diversi.

(dalle comunicazioni del maestro Andrea)

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