Cos’è l’autocoscienza
Nell’affrontare la problematica dell’interiorità occorre tener presente la differenza fondamentale fra la coscienza in generale (che è ricollegabile alle funzioni bioelettriche del sistema nervoso) e l’autocoscienza.
Per coscienza si intende l’essere consapevoli del mondo esterno percependone l’esistenza e di più non si può dire. Si immagini che sulla coscienza — è scritto in The International Dictionary of Psychology — non è stato scritto niente che valga la pena di essere letto». L’autocoscienza, invece, è la capacità di avere pensieri, percezioni, consapevolezza, sentimenti. Sull’autocoscienza si conosce ancor meno di quanto si sa sulla coscienza. L’autocoscienza (autocoscienza superiore) è la sommatoria di entrambe le definizioni, con l’aggiunta dell’intuitività, creatività e operatività, pensiero astratto, ecc. Inoltre per autocoscienza superiore si intende anche la capacità di autoriconoscere il proprio in-sé e programmarlo in funzione di uno scopo sia concreto che astratto. Attualmente gli studi delle neuroscienze afferiscono quasi esclusivamente alla sola coscienza per cui il campo dell’interiorità è affidato solo ai filosofi ed a pochi scienziati che concepiscono una visione dualistica dell’uomo.
Una riflessione da sviluppare
C’è uno strano (o straordinario?) processo omeostatico che si svolge a ridosso delle funzioni qualitative della mente. Se vengono convertite alcune qualità-psicologiche come la possessività, l’egoismo, l’aggressività, l’odio, il razzismo, la crudeltà, il narcisismo, eccetera, appare il loro contrario anche se la stessa mente non è mai stata educata a tali funzioni positive.
Vale appena la pena di aggiungere che tutte le doti positive, compreso l’altruismo, sembrano contrarie al principio della causazione e sembrano qualità che emergono, piuttosto che venire acquisite.
La sola sparizione dell’egocentrismo provoca una vasta emersione di qualità che devono pur essere sepolte da qualche parte: altrimenti come emergerebbero?
Questa è una constatazione-pilota tutta da sviluppare.
C.P.