IL SOFTWARE DELL’ANIMA E L’HARDWARE DEL CORPO
Fra gli Stati Modificati di Coscienza (o SCA) e le cause che li determinano (e si realizzano attraverso il corpo ma forse, in particolari casi, con la partecipazione di una dimensione «oltre») si citano: i sogni notturni e diurni, l’ebbrezza delle droghe e dell’alcol, le estasi, le visioni extra-sensoriali, la trance delle grandi medianità, le esperienze perinatali e quelle della premorte dopo arresto cardiaco, il digiuno, la meditazione, la chiaroveggenza e la telepatia, la febbre alta, l’ipnosi normale e regressiva, l’isolamento sensoriale, le esperienze mistiche, i riti sciamanici, ecc… Nel corso di queste situazioni si modificano i parametri e i rapporti spazio-tempo, appare un altro linguaggio con altre grammatiche, si verificano fenomeni paranormali, si ottengono informazioni, lezioni e rivelazioni cosmologiche, si avverte la presenza di un mondo e di una coscienza diverse, si attivizza enormemente l’attività dell’emisfero destro, si alterano le onde cerebrali, si determina un sovraccarico di percezioni e di stimolazioni sensoriali, si amplia la visione panoramica filosofica, etica e conoscitiva e, in generale, si produce l’apparire di una realtà praticamente contraria ai paradigmi scientifici accettati dalla comunità. Se nel futuro tutti questi fenomeni verranno dimostrati, si confermerà la dottrina platonica e dei metafisici che credono nel dualismo anima-corpo. Secondo il principio dualistico, specie nella scuola di parapsicologia umanistica, l’Anima o software, di natura non fisica, potrebbe veramente esistere in modo separato dall’hardware del corpo. A parere del nostro CIP, l’hardware è assolutamente indispensabile perchè l’Anima — che funge da trasduttore e da interfaccia fra Natura e Spirito — non potrebbe mai essere percepita (finanche nel silenzio interiore) se non restasse attivato almeno qualche settore della coscienza con la conseguente memorizzazione del vissuto interiore. Perciò, durante gli stati modificati di coscienza, il corpo non può assolutamente essere messo in disparte, ma solo fra parentesi.
C.P.
- Hooper – D. Teresi (1)
«Ma la scienza è in grado di spiegare gli esatti meccanismi elettronico-chimico-fisici che causano allucinazioni uditive, uno stato di illuminazione come il satori dei buddhisti o la trance dei medium? E in grado di trovare Dio (o 1′ espe-rienza di Dio) nel cervello?
Questa è la grande speranza, e in primo tempo parve facile da realizzare. Il primo SCA (Stato Modificato di Coscienza) a essere quantificato in laboratorio fu il sonno, la via quoti-diana per accedere a una realtà non ordinaria. Quando, all’i-nizio degli anni cinquanta, i ricercatori scoprirono che il sogno era caratterizzato da tracciati EEG distintivi e da rapidi movimenti oculari (REM), alcuni investigatori ottimisti previdero la possibilità di creare una scienza esatta degli stati alterati. Forse la chiaroveggenza o lo stato ipnotico sarebbero stati accompagnati da una certa onda cerebrale seghettata. Forse la meditazione zen avrebbe fatto muovere l’ago di una macchina a bioretroazione. All’inizio degli anni sessanta i pionieri della bioretroazione Elmer e Alyce Green, della Menninger Foundation a Topeka, Kansas, si recarono in India, applicarono degli elettrodi ad alcuni yogi e tornarono portando con sè i loro segreti neurotrascendenti. All’Istituto psichiatrico Langley Porter, a San Francisco, Joe Kamiya comparò le onde cerebrali, la respirazione e i ritmi cardiaci di monaci zen, di buddhisti tibetani e di comuni sognatori a occhi aperti. Un gruppo di ricercatori sul sonno al Maimonides Hospital a New York lavorò su stati psi indotti sperimentalmente. All’inizio
(1) Da «L’universo della mente», Bompiani, 1987
degli anni sessanta, quando la meditazione trascendentale dello yogi Maharishi Mahesh cominciò a produrre in America un tipo standardizzato di meditatore che costituiva un perfetto animale sperimentale, fecero il loro ingresso in laboratorio i mantra.
Quali furono i risultati di tutto ciò? Qualche vistoso EEG qua e là fra gli yogi, molte tediose statistiche sulla frequenza cardiaca, sulle risposte galvaniche della pelle e sull’assenza di «stress» nei meditatori. Nel complesso, però, gli stati alterati non si rivelarono molto appropriati a uno studio da parte della scienza esatta. Solo nel sonno e nei sogni gli EEG riflettono con precisione determinati stati di coscienza, e nondimeno non ci permettono di dire quale sia il contenuto del sogno. Gli scienziati possono spiegare in che modo l’LSD interferisca con la chimica cerebrale, ma non se una precisa persona, dopo avere assunto una dose di LSD, si fonderà con l’universo, si getterà giù da un precipizio o semplicemente si incanterà a osservare il disegno della tappezzeria della sua camera. La scienza dell’ipnosi, che ha duecento anni, elude a tal punto gli sforzi degli scienziati, da indurre in alcuni dei dubbi sul fatto che essa sia in generale uno SCA. Quanto alla meditazione: ricerche compiute al Center for Behavioral Medicine della Yale University rivelarono, sorprendentemente, che una regolare «terapia di lettura» — ossia la lettura di un libro per mezz’ora al giorno — è equivalente sul piano neurofisiologico alla pratica della meditazione trascendentale. (Se ciò significhi che i mantra Maharishi siano comparabili con Heidi o se riveli semplicemente la grossolanità dei nostri strumenti di misu-ra, è cosa che lasciamo decidere al lettore.)»
H.T.