La materialità

 

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(Da: Leggere un Maestro – Breve sintesi della dottrina dell’Entità “A”, a cura di Carlo Adriani, Maria Cali e Corrado Piancastelli, CIP, Napoli, Monografia 1993)  

LA MATERIALITA’

    ” La vera funzione del Principio di materialità – dice l’Entità “A” – è quella di assicurare allo Spirito la conoscenza del piano universale esterno, perché se lo Spirito dovesse restare esclusivamente nell’alveo della sua struttura (che è una struttura di tipo divino) in maniera conservativa, egli non apprenderebbe nulla al di fuori di se stesso e di ciò che in quel momento è.

    Invece lo Spirito si manifesta nella realtà con tutto se stesso e nell’impatto con queste realtà si auto-riconosce e si evolve!

    Risveglia, cioè, qualità e conoscenze interiori che erano allo stato potenziale, perché Dio ha creato lo Spirito trasferendogli una potenzialità infinita. Ed è proprio questo suo essere un potenziale infinito ciò che garantisce allo Spirito la sua eternità. Questo potenziale si esplica e si sviluppa nel movimento dell’evoluzione, cioè nel muoversi nella realtà universale creata dallo stesso Dio.” (Raccolta Lezioni 4/11/1990 pag. 6).

    L’Entità “Andrea” inoltre afferma che lo Spirito viene in Terra tante e tante volte – cioè si reincarna reiteratamente – “per assimilare sino in fondo la materialità, che non significa però assimilare (solo) le cose della materia, ma acquistare la conoscenza dell’universale insito in essa.” (RDX pag. 68). Occorre tener presente che il mondo della Terra, benché organizzato in un modo completamente diverso da quello dello Spirito (per cui è certamente falso da questo punto di vista), “tuttavia contiene leggi primarie che sono complementari, a volte simili, concomitanti o confluenti nelle leggi universali” (CDA 1/1990 pag. 4), ragion per cui l’uomo deve piuttosto potenziare la conoscenza della materia e della Terra affinché tutto ciò divenga per lui occasione di esperienza mentale da trasformare in atti di conoscenza spiritualmente validi.

    Il Maestro Andrea spesso aggiunge, con un pizzico di ironia, che “lo Spirito è venuto in Terra per fare l’uomo, non lo Spirito” (CDA 4/1987 pag. 177).

    In questa luce un insegnamento come il suo è lapidariamente rivoluzionario e assolutamente controcorrente.

    Dice Andrea: “Lo Spirito è un essere individuale, sa di esserlo, sa di essere un individuo distinto dagli altri, distinto da Dio e dalla Realtà universale.

    Egli sa di vivere in questa Realtà, ma sa pure che non può confondersi con essa.

    Sa di essere nella Legge, ma sa pure che questa Legge è un elemento diverso da sé stesso.

    Egli sa di essere nell’Equilibrio, di possedere l’Equilibrio, che l’Equilibrio è alla base dell’universalità, ma sa pure che esso è un elemento diverso, distinto da sé. Allora, per poter acquistare l’esperienza del Principio in sé, egli deve vivere nel modo in cui questo Principio si manifesta nell’Universo, e che, nel caso specifico, è la materialità come elemento di contrasto con la spiritualità, la quale rappresenta il polo della libertà, La materialità, è un elemento non autonomo, non libero, che non ha possibilità di scelte perché è legato a una legge fissa, universale, che è di origine altrettanto divina.”

    Infatti la materialità rappresenta esattamente l’opposto della spiritualità, nel senso che la materia risponde a leggi fisse e invariabili, mentre lo Spirito si esprime con l’identità del sé e con libere valutazioni e scelte interiori. Ciò posto, è evidente però, che senza conoscere l’universo materiale, lo Spirito si priverebbe di una conoscenza della realtà la quale è anch’essa infinita.

    Ed allora lo Spirito, –  prosegue il Maestro – per acquistare l’esperienza del Principio della materialità, si cala letteralmente in essa, vive moltissime volte sulla Terra, poi risale. E risale ricco di percezioni, esperienze e conoscenze relative a questa materialità ma, man mano che elabora e sedimenta queste informazioni, perde la materialità, per acquistare la conoscenza, la coscienza e la compartecipazione all’idea della materialità come elemento di contrasto rispetto alla propria originaria natura spirituale.

    Infine, sublimandosi definitivamente dalla corporeità e riacquistando la coscienza del Sé spirituale, gli resta delle tante esperienze umane la consapevolezza di che cosa, come, e in che modo esista questa Realtà della materia” (RDX  pag. 69).

   Insomma per dirla in breve, lo Spirito attraverso la vita tende a trasformare l’esperienza del corpo in una conoscenza spirituale, cioè in una informazione intorno alle essenze delle cose: al proposito leggere sull’autonomia dello Spirito nel capitoletto “Spirito e universo”.

    “E’ questa la ragione della vita nell’ambito della materia”, conclude Andrea. Poi, naturalmente, vi sono le altre esperienze, quelle che non sappiamo e che non sapremo mai finché saremo sulla Terra, perché come lo Spirito ha avuto necessità di acquisire la materialità come idea, così dovrà acquisire le altre idee, come quella dell’Equilibrio, della Legge, del Principio divino (RDX pag. 69): stati di coscienza alternativi alle tipologie terrene e che riguardano l’Universo dei Principi e di cui, allo stato, non sappiamo assolutamente nulla.    

 

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