Lo spirito, ciò che definiamo comunemente spirito è il vero nucleo di origine divina: eterno, infinito, autonomo, individuale, non soggetto a morte.
Lo Spirito, essendo della stessa natura di Dio, non è soggetto a trasformazione, ma ad evoluzione, poiché egli è il potenziale divino. L’evoluzione, cioè il lavoro spirituale nell’Universo, consente allo Spirito di passare dalla “tabula rasa” alla Conoscenza attraverso un processo che non avrà mai fine, poiché Dio è infinito e l’infinito non ha un termine. Esso è circondato da un’anima che si arricchisce di elementi psichici. Questi elementi psichici sono in grado di far passare certi elementi qualitativi allo spirito, cioè alla sostanza veramente divina. Lo spirito in base a questi elementi compie poi un’altra operazione: li mette a contatto con gli altri elementi che già possiede. Ovviamente egli ha un certo schema in se stesso per modo che, mentre l’anima si evolve arricchendosi, egli si evolve approfondendosi e scoprendo dentro di sé le parti ancora mute. Lo spirito possiede già tutto, è già perfetto, ma all’inizio è muto, è tabula rasa. L’essere “tabula rasa”non significa che non possieda idee, ma che queste idee non si manifestano; ed egli scava dentro di sé, sollecitato dall’esperienza esterna, quindi dall’evoluzione, e rimette in evidenza, riporta in sé quelle idee semplici che gli furono date da Dio all’atto della creazione; e dunque le illumina, le accende, per cosi dire, e poi se ne serve per il suo futuro. In altri termini, nel mentre le idee sono anche universali, cioè sono anche fuori di lui (perché fuori di lui c’è ancora Dio), è il contatto, è il”matrimonio” fra le idee esterne e la sua capacità di interpretarle e valutarle che risveglia e accende le idee similari che già sono “naturalmente”in lui e che chiarirà in virtù di questo contatto che egli pone tra sé e la Realtà. Lo spirito guida si inserisce in queste dinamiche dello spirito diciamo incarnato e lo aiuta nel suo cammino di conoscenza. Quindi non aiuta o guida l’uomo ma lo spirito che sta facendo le sue esperienze. Può talvolta suggerirgli certe idee in certe situazioni o stimolare certi contributi. A questo punto lo spirito-guida sembra una figura un po’ retorica ed un po’ lontana, quasi mitica, quasi una figura da comparsa. Alcuni dei messaggi di provenienza spirituale potrebbero però non essere del vostro spirito, ma dello spirito-guida. La sua funzione è a volte sostitutiva dello spirito guidato, e molti messaggi infatti gli appartengono. La cosa non ha in fondo importanza: lo spirito-guida è in fondo la «memoria vivente» del vostro spirito, e dico vivente perché nel mentre il vostro spirito è condizionato dalle esperienze che state facendo (in parte esso si libera del passato e nel periodo di «letargo» non ricorda assolutamente nulla, per poi risvegliarsi piano piano, assieme al cervello…), lo spirito-guida è sempre vigile, sa bene chi è, conosce esattamente la sua funzione, i suoi doveri, la missione per cui è impegnato. Questo spirito-guida assolve un compito insostituibile, così com’è organizzato l’universo. Perché, vedete, durante un periodo abbastanza lungo della vostra vita, il vostro spirito non è cosciente e la sua responsabilità è minima. Diciamo che la sua responsabilità è proporzionata al grado di capacità, ma anche dopo, quando è praticamente cosciente, la sua coscienza è proporzionata e condizionata dalla evoluzione che sta per compiere. Lo spirito, in fondo, si mette su di un binario obbligato e non può andare dove vuole, ma deve seguire la traccia che egli stesso ha prescelto. È però chiaro che possono manifestarsi ragioni e condizioni tali per cui la traccia da seguire richiede aiuto, sostegno, ricordo… Lo spirito-guida serve a tutto questo. In pratica è il binario, la falsariga su cui va lo spirito guidato; è colui che costantemente rimette sui binari giusti lo spirito, perché lui sa qual è la ragione di quella incarnazione, sa cosa decise lo spirito prima di accettare la vita sulla Terra. Il guidato può non saperlo, può non ricordarlo più. Le particolari condizioni della vita possono apparentemente cambiare la direzione del programma: lo spirito-guida lo rimette nella giusta direzione. Oppure possono manifestarsi ragioni tali che le esperienze prescelte non vengono affrontate: lo spirito-guida può raddrizzarle, provocarle, stimolarle, risvegliarle… Poiché è un rapporto bilaterale, il guidato accetta incondizionatamente tutto quanto poi farà lo spirito-guida, nel quale riconosce una superiore maestria, una capacità maggiore, perché vi è in lui una maggiore evoluzione ed una più grande esperienza, perciò egli si affida completamente alla sua guida. Lo spirito-guida può decidere molte cose e può anche concludere che l’esperienza del guidato è finita, presentando il conto della morte, per così dire. Può, insomma, intervenire in ogni occasione, per correggere, modificare, senza toccare la libertà primaria del guidato, ma semplicemente assolvendo a quanto fu deciso al momento della incarnazione, quando il guidato aveva tutta la sua libertà. Nel corso della vita lo spirito non ha tutta la sua libertà, come sappiamo, e può quindi non essere in condizione di valutare le cose in prospettiva, mentre lo spirito-guida può farlo. Egli è sempre maggiore del guidato, è sempre più evoluto, e tale differenza aumenta quando il guidato è inevoluto, mentre diminuisce quando esso è evoluto. Voglio dire che uno spirito inevoluto che decide di venire in Terra, non può avere per guida un altro spirito inevoluto, e quindi lo scarto aumenta tra i due, perché lo spirito-guida deve possedere una buona evoluzione, deve già essere stato in Terra molte volte, deve possedere una esperienza umana oltre che una conoscenza spirituale. Non è indispensabile che tale esperienza sia molto raffinata, ciò dipenderà però dalla evoluzione di colui che guiderà. È chiaro che un uomo molto evoluto, uno spirito molto evoluto, dalla vita molto impegnata dal punto di vista morale e per scelta di esperienze, deve avere una guida notevolmente evoluta. Ma qui la differenza diminuisce, perché è chiaro che qui necessita allo spirito qualcuno che gli sia maggiore, ma non tanto. Mentre a volte può esserci un abisso di evoluzione tra uno spirito inevoluto e la sua guida. Il fatto che in Terra l’uomo non possa evitare esperienze sgradevoli non dipende dallo spirito-guida, il quale non ha il compito di evitare le esperienze. Questo è importantissimo. Egli ha soltanto il compito di riportare il guidato sui binari che egli ha prestabilito, lasciando inalterato tutto il resto che lo spirito od il corpo possono provocare. Egli non può agire a questo livello, perché ha soltanto una funzione di raddrizzamento. Così come può intervenire quando le esperienze sono eccessive nei confronti della resistenza naturale dello spirito guidato e dei riflessi incoerenti che esse potrebbero provocare sullo spirito stesso. In questo caso si applica in pieno il principio generale che a ciascun giorno basta il proprio affanno. Cioè a dire, nessuno deve avere pesi più grandi di quanto le sue spalle possano sopportare…
(dalle comunicazioni del maestro Andrea)