(Da: Capisaldi teorici della dottrina dell’Entità “A”, redatti da Corrado Piancastelli, gennaio 1994, CIP, Napoli)
4) LO SPIRITO NON ARRIVERA’ MAI A DIO
Arriva a Dio solo ciò che possiede la Sua stessa potenza e grandezza. Un infinito, qual è Dio, non è raggiungibile neppure dallo Spirito anche se questo è infinito. È come due parallele: anche due infiniti, come queste, non si incontrano mai.
Per raggiungere Dio lo Spirito dovrebbe essere simile a Lui, ma in questo caso in Lui si fonderebbe distruggendo la propria individualità e questo, per lo Spirito, corrisponderebbe a una vera morte. Ma se lo Spirito raggiungesse Dio avremmo anche tanti Dio di pari valore, poiché ciascuno equivarrebbe all’altro. Inoltre è assolutamente priva di senso la credenza che lo Spirito contempli Dio. La contemplazione non è mai un atto intelligente e ciò non è conforme alla natura dello Spirito il quale, invece, è un Essere attivo e in evoluzione continua. Infine appare banale l’immagine di un Dio che voglia essere adorato come un comune essere umano affetto da narcisismo.
Il Dio che la Domenica va in pensione e molla tutto è una stupidaggine. Esiste solo la Creazione continua e solo chi accetta la propria morte in vita può essere rinnovato. In nostro Dio non può esistere perché nessun “nome” lo può racchiudere.