(Da: Leggere un Maestro – Breve sintesi della dottrina dell’entità A, a cura di Carlo Adriani, Maria Cali e Corrado Piancastelli, Napoli, CIP, Monografia 1993, pagg. 92 – 94)
Un altro punto interessante che l’Entità Andrea ha trattato è quello che concerne il perché del fenomeno medianico e del perché una entità «perderebbe il tempo», per così dire, a comunicare attraverso un medium ad un numero ristretto di persone, e semmai anche con la presenza di gente non qualificata.
Il perché è da ricercarsi nel fatto che un medium serve innanzitutto agli Spiriti che sono deputati alla guida ed al controllo dei grandi cicli incarnativi, in quanto il medium è un po’ come un’antenna ricetrasmittente.
«C’è una risonanza o un accumulo di informazioni che rimbalzano attraverso il medium e vengono utilizzate da varie forze spirituali», afferma Andrea.
Il medium è come un microfono aperto sulla Terra (RDX pag. 115-116). Per quanto riguarda, poi, il caso specifico della medianità attraverso cui l’Entità «Andrea» comunica, la stessa ha più volte ribadito che il medium (Piancastelli) è uno Spirito che è stato prescelto per creare un ponte particolare e privilegiato. Una scelta all’interno di un programma ben preciso per consentire una rivelazione ampiamente strutturata. In questo scenario i seguaci più impegnati del Maestro diventano — sono parole Sue — i testimoni indispensabili alla storia stessa del fenomeno.
C’è stato un accordo preciso, un programma che è stato stabilito tra l’Entità Andrea ed il medium prima della sua incarnazione.
«Certamente i medium in futuro si moltiplicheranno, ma questo tipo di contatti cesseranno quando l’uomo sarà giunto da solo a certe verità e non sentirà più l’esigenza di avere conferme dall’esterno» (RDX pag. 118).
Si conferma, in tal modo, che l’uomo deve ricercare da solo la propria verità. Paradossalmente, non importa neppure che l’uomo ricerchi il mondo dello Spirito in Terra, perché non è importante conoscere le cose che (in questo momento) non appartengono a questa fase dell’esperienza (RDX pag. 118).
Dice il Maestro: «Lo Spirito viene in Terra per vivere la vita della Terra e non deve preoccuparsi d’altro. Tuttavia le vostre ricerche (dello Spirito) sono lecite e le incoraggiamo perché indubbiamente, dal punto di vista umano, voi avete il dovere di ricercare» (RDX pag. 118).
Sappiate che «si può raggiungere uno stato di conoscenza superiore a quella di altri, ma non si può ottenere la conoscenza assoluta… Uno Spirito non raggiunge la quiete assoluta, ma solo una sapienza più ampia per dominare maggiori elementi, acquisendo contemporaneamente altre impegnative responsabilità nell’opera che svolge… Sappiate poi che una volta raggiunta una certa sufficienza spirituale comincerete a svolgere attività che non saranno più per voi stessi, ma entreranno nel quadro dell’economia cosmica» (RDX pag. 122).
Nel mondo dei disincarnati il problema della conoscenza, come l’intendiamo noi, non esiste, perché «gli Spiriti vengono in contatto diretto ed immediato con la realtà sostanziale. Quindi quello che per gli incarnati è frutto di studio, per i disincarnati è invece effetto di esperienza diretta così come la conoscenza terrena è piuttosto effetto che causa dell’evoluzione dello Spirito» (RDX pag. 123), nel senso che il progetto delle esperienze da compiere nell’incarnazione è proporzionale alla conoscenza ed all’evoluzione dello Spirito, ed anche perché va tenuto presente che, «lo Spirito, prima di incarnarsi, teoricamente tante cose le conosce già, ma il saperle è una cosa, sperimentarle è un’altra. Sperimentarle anche all’interno del cervello, cioè del complesso delle idee dell’uomo, e quindi accettarle all’interno della materia: questo è importante, così com’è importante fare le esperienze e non semplicemente sapere che esistono. Il fatto di sapere che esistono certe cose, non significa averne fatto l’esperienza» (CDA 6/1983 pag. 157).