Ma perché tanto accanimento contro la dottrina della reincarnazione da parte della Chiesa cattolica?
Come accennavo prima, il motivo nasce dal fatto che la teologia cristiana non ammette che l’anima sia preesistente al corpo, ma che venga creata da Dio di volta in volta che un uomo nasce. È evidente che se l’anima non preesistesse non potremmo avere una precedente vita: come Anima, cioè, saremmo nati nel momento della nostra venuta nel mondo. Si tratta, comunque, di un’affermazione teologica assolutamente infondata. Non si riesce assolutamente a capire, sul piano logico, il senso di questo principio.
Se l’Anima è creata da Dio e ne possiede i caratteri, poiché quest’Anima è eterna anche secondo i cristiani, come mai non esisterebbe anteriormente alla nascita sulla Terra?
Perché Dio dovrebbe creare Anime di volta in volta, contravvenendo al principio di infinito ed a quello di eternità?
Indubbiamente le difficoltà ad ammettere la reincarnazione nascono proprio da questa limitata visione di Dio: un Dio incapace di produrre una creazione ab-aeterna infinita e di doversi ridurre a produrre Anime appena vede che un ovulo e uno spermatozoo stanno per incontrarsi.
Personalmente mi rifiuto di pensare a questo tipo di divinità che trasforma Dio in un guardone dal buco della serratura. Tra l’altro non possiamo condizionare la creatività di Dio alla fecondazione degli uteri femminili perché questo tipo di rapporto legherebbe Dio al capriccio della natura. Infatti, se una epidemia impedisse agli uomini di sessualizzare e fecondare le unioni, Dio non creerebbe più Anime?
E non sto affatto esagerando irriverentemente. Quando cominciò la speculazione teorica intorno all’Anima, specie da parte di Socrate e di Eraclito (non si sa chi vi si sia dedicato per prima) e di Platone, le Anime venivano concepite come una sorta di angeli, preesistenti all’uomo e condannate forse a venire in Terra per espiare qualcosa. Con l’avvento del cristianesimo si cercò di spiegare anche la questione del peccato originale e allora si pensò che forse l’Anima discendeva direttamente dai genitori. Questa dottrina piacque a S. Agostino, a Lutero e a molti altri padri della Chiesa. Alcuni pensarono ad un seme corporeo, come Tertulliano e Nisseno, tanto che emanarono due sentenze dette “traducianismo spirituale e corporeo”. Questa teoria, alla quale aderirono molti cattolici fra i quali anche Rosmini e il Gunther, dichiarava che insieme agli spermatozoi veniva trasmessa anche l’Anima, in una sorta di moltiplicazione coitale. Come si vede non sono poi tanto irriverente alludendo a Dio come ad una specie di guardone a luci rosse benché in me ci sia quel tanto di ironia che mai guasta nei discorsi seri. Per esempio, se le donne decidessero una procreazione limitata o una malattia epidemica sconsigliasse la fecondazione, faremmo forse dipendere Dio da una Natura che Egli stesso ha creato?
Al momento credo che nessun cattolico saprebbe rispondere intelligentemente ad una domanda come questa. Attualmente i cattolici, sulla scorta di San Tommaso, adottano il creazionismo, cioè, come si è già detto, la teoria in base alla quale l’Anima di ciascun uomo è creata da Dio appena si viene al mondo.
Espressa in questo modo questa teoria contiene, però, una grossolana contraddizione teologica. Se l’Anima viene creata appena si forma il corpo e dunque non preesiste, il battesimo quale peccato originale cancellerebbe se, non esistendo precedentemente, l’Anima non potrebbe né essere responsabile di qualcosa, né aver peccato in alcun modo?
Infatti il battesimo, istituito da Cristo, non è solo un rito col quale si diventa cristiani, ma viene anche cancellato il peccato originale con il conferimento della grazia la quale rigenererebbe alla vita soprannaturale: i condizionali, ovviamente, in questa materia, sono d’obbligo.
E allora: abbiamo forse ricordo cosciente del peccato originale?