QUATTRO TESI CONTRO LA REINCARNAZIONE

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    Gli oppositori della reincarnazione e, implicitamente, della preesistenza dell’Anima al corpo (i due problemi, anche per i cattolici, finiscono per procedere appaiati), obiettano quanto ora dirò:

1°) noi abbiamo percezione della nostra Anima e prova della sua esistenza proprio perché abbiamo una consapevolezza che é persistente, nel senso che con qualsiasi variazione del corpo (nelle emozioni, negli affetti, nel ricordo, nel tempo o nello spazio), noi sappiamo sempre di auto-riconoscerci. In altri termini noi sentiamo un’intima e sostanziale unità tra il nostro Io di ieri, di oggi e sicuramente di domani, almenché non intervenga un’amnesia patologica.

2°) se questa adesione spazio-temporale manca, come potremmo sostenere che tra una vita precedente, di cui non abbiamo memoria, e l’attuale, vi sia continuità?

3°) nessuno, si sostiene, ha una coscienza netta di essere preesistito e non bisognerebbe confondere le sensazioni che ci farebbero sospettare di essere già esistiti, dal momento che non si può provarne la preesistenza.

4°) non potendosi stabilire identità fra due coscienze incomunicabili, ne deriverebbe anche che non potremmo reincarnarci per espiare colpe precedenti, poiché non si può pagare per colpe di cui non si ha né coscienza né ricordo e di cui, oggi, non vi è senso di responsabilità: la responsabilità è legata strettamente alla coscienza personale.

Le 4 tesi suesposte ci sembrano di una ingenuità strabiliante e francamente siamo delusi da questo modo filosofico di fare teologia. Tra l’altro se la responsabilità è legata alla coscienza personale, proprio non si capisce, lo ripeto ancora una volta, che senso abbia il battesimo, sia che l’Anima preesista e specialmente se poi non è mai esistita prima di nascere in un corpo.

Comunque bisogna lasciare perdere quest’appassionante problema e concentrarci sul tema della reincarnazione. Le possibili deviazioni sarebbero davvero tante. Non a caso su questo problema si sono scritte migliaia di pagine.

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