L’insegnamento dell’Entità Andrea è rivolto a sdrammatizzare l’idea della morte che è da considerare solo come un’ulteriore condizione d’esistenza, un mutamento di stato, di ritmo e di ambiente, nel fluire di una vita che non termina.
Il campo dello Spirito è un campo unitario immodificabile, invece quello della natura e dell’universo in genere, è un campo unitario modificabile: può evolversi, può trasformarsi, può essere riassorbito, cioè si modifica, non ha individualità; e quando ce l’ha è una individualità transeunte, momentanea.
Lo Spirito non è soggetto a morte, la trasformazione riguarda il campo della continuità dello Spirito, quindi il campo della sua rappresentazione cosciente, ma non la struttura, ed è questo che ne assicura l’eternità. (CDA 6/1984 pag. 164). Per «strutture« Andrea intende l’energia che costituisce la “natura” di base dello Spirito, la qualità di ciò che costituisce la realtà dello Spirito allo stesso modo in cui le cellule sono la base del corpo.
“Lo Spirito — dice il Maestro — non soggiace alla Legge Universale dello scambio delle energie, non soggiace ad un depauperamento, ad una diminuzione o all’accrescimento della sua energia: lo Spirito è dato così e può vivere in siffatta condizione in eterno, perché la sostanza energetica di cui è fatto non possiede in sé alcuna traccia di esauribilità nel tempo e nello spazio; è cioè una sostanza inesauribile” (CDA 2/1986 pag. 39).
La grande legge universale della mutazione a cui soggiace l’Universo, diventa invece per lo Spirito di ordine conoscitivo, quindi evolutivo, con la conservazione della sua unità e della sua autonomia e senza mai riguardare la sua sostanza energetica.
“Lo Spirito si evolve non perché si accresce la sostanza base della sua energia, ma perché si accresce la disponibilità della sua intelligenza” (Raccolta Lezioni 15/3/1978 pag. 3) e delle sue facoltà e funzioni complessive.
Molto spesso l’Entità Andrea ha proposto di compiere una sostituzione linguistica e di utilizzare nuovi termini al posto di “Spirito”, “morale” e così via, in quanto è venuto il momento di cominciare a parlare per es. dello Spirito come di un coacervo di forze, come di un “campo di forze”, anche perché, oltre tutto, in questo modo è possibile conciliare la visione scientifica con quella spirituale, adoperando un linguaggio che esprima una concettualizzazione meglio autenticabile (v. CDA 2/1984 pag. 30), perché “porre lo Spirito sul piano dell’energia risolve molti problemi legati alla metafisica ed alla stessa fisica” (CDA 1/1984 pag. 11).
L’Entità •Andrea• ha sempre ribadito che “lo Spirito è un tipo di energia, la psiche ne è un’altra ed il corpo ne è un’altro ancora. (CDA 1/1985 pag. 11). “Corpo, anima e Spirito sono strutture energetiche ed il legame tra queste strutture interconnesse è energetico”. (CDA 6/1990 pag. 245).
“Quando diciamo “lo Spirito è un essere spirituale”. — dice Andrea —, non crediate che sia un nulla, che dire ‘spirituale’ significhi un inesistente sul piano reale. No! Diciamo proprio un ESISTENTE. Lo Spirito è un ESISTENTE (nel senso di un REALE filosofico Ndc.), quindi è una realtà, e una realtà è qualcosa che tangibilmente esiste. Lasciamo perdere se il “tangibilmente esiste” significa cadere sotto i sensi o sotto una misurazione, o sotto una verifica o un controllo. Esistere, nel discorso dell’universo, significa essere una realtà, quindi possedere un tipo di energia, dal momento che l’universo è un’energia, perché è una realtà; e può darsi che il termine ‘energia’ sia, come lo è, ancora insufficiente a designare una realtà; ma voi, per designazione della realtà, non avete altro che queste parole.
Quindi io, per indicarvi una realtà, devo parlare di un tipo di energia, ma non commetto l’errore di alludere ad un tipo di energia atomica, subatomica, perché sarebbe un grave errore; in realtà è un tipo di energia, ma non quella energia. È comunque un’energia, è comunque una cosa, è cioè una realtà, è un esistente concretamente. (Raccolta Lez. 4/11/16 pagg. 4-5).
Dunque, tutto il discorso dell’Entità •Andrea• è rivolto a creare i presupposti c le connessioni logiche che servano ad impostare una teoria unificata del sapere che sia capace di inglobare le speculazioni metafisiche con le attuali elaborazioni che derivano dalle conoscenze scientifiche, al fine di produrre una nuova illuminante concezione del mondo.
“Lo Spirito — egli dice — è un universo che si è individualizzato interiorizzandosi e l’energia dello Spirito, qualitativamente, non è neppure supponibile: lo Spirito è stato emanato da Dio e Dio non ha più potere sulle cose eterne che ha generate• (CDA 4/1989 pagg. 145, 142, 148), perché le ha rese autonome.
“La Creazione — dice Andrea — non è altro che l’elaborazione di una Idea di Dio. (CDA 3/1981 pag. 72) e la Realtà “non è altro che proiezione di Dio ed è così perché la Realtà è Vita”, ma non nel senso teorico, metafisico, poetico, retorico; la realtà è veramente vita nel senso che la qualità, l’elemento qualitativo di cui è composto lo Spirito, è tale e quale all’elemento qualitativo di cui è composta la Realtà, sicché sembra che Dio abbia emanato da Sé il Principio di Realtà e che questo Principio di Realtà sia andato a costituire l’esistere. Il Principio si è però personalizzato e la personalizzazione del carattere qualitativo ha dato luogo ad una possibilità quantitativa, sicché l’elemento vitale, l’elemento •realtà• dell’Universo si è praticamente coagulato dando luogo agli Spiriti (CDA 5/6 1992 pag. 202 e parzialmente RDX pag. 207)