TERAPIA DELL’ANIMA
La maggior parte degli uomini vive come se il mondo fosse ancora fermo alla preistoria, senza indagare, senza rendersene conto, senza leggere un libro, senza approfondire un discorso.
È come se galleggiassero sul mare senza mai una volta mettere la testa sott’acqua e guardare cosa c’è oltre il limite del mare.
Essi semplicemente galleggiano, sopravvivono in una esistenza verso la quale non vogliono spendere nulla, ne’ in rinunce, ne’ in sacrifici, ne’ in lotte ne’ in proteste, e non parliamo delle rivoluzioni, parliamo del semplice vivere in un modo alternativo all’appiattimento cui la società, la vita tentano di portarvi.
Ma voi avete una impostazione di fondo, voi qualcosa io spero abbiate capito, che cioè non è così che si vive, non si vive in quiete, non si vive in pace, non si deve vivere in pace, e ogni volta bisogna osare perché ogni volta che si osa voi ponete l’anima davanti al corpo, ogni volta che superate il limite che le consuetudini e l’appiattimento vi impongono è questo ciò che si deve fare, e dunque dobbiamo intenderci bene su questo punto: tutto ciò che vi abbiamo dato ha un senso se viene usato ed applicato.
Diventa assolutamente un bene superfluo se questo bene ve lo conservate, perché quello che vi abbiamo dato ve lo abbiamo dato perché funzioni qui, da voi, non da noi, le conoscenze spirituali, filosofiche che avete appreso non servono per l’altra vita, questo ve lo dico in piena responsabilità. Se alcuni credono che questa sia una preparazione per l’altra vita ha sempre sbagliato, questo serve a voi uomini, a voi anime incarnate, perché nell’altra vita c’è un altro discorso, un’altra filosofia, un’altra realtà, un altro linguaggio, un’altra visione, c’è soprattutto una diversa capacità di guardare le cose e di muoversi nelle cose.
Tutto quello che vi abbiamo dato è finalizzato all’esistenza umana, al come sia possibile dare spazio e liberare dunque l’anima che vive nel corpo, darle voce, darle parola, farle conquistare sensazioni, percezioni, far guardare all’anima il mondo con gli occhi del corpo diversificati, quindi occhi che imparino a guardare in un altro modo, sensi che diventano capaci di esplorare le sensazioni in un altro modo e di collegarle con la propria parte interiore dell’anima, un corpo da finalizzare all’anima, vale a dire un corpo che si muove con significati ben precisi, ma questi significati ben precisi si traducono in fatti concreti; i fatti concreti sono che chi vive in questo modo allontana da sé la depressione, i difetti di identità la stanchezza della vita, quindi la noia esistenziale, la malattia della mente che si chiama solitudine, la paura della morte: la conoscenza piena della vita, la padronanza di sé nel giudicarsi e nel giudicare. Si tratta quindi di una vera e pro-pria terapia dell’anima, si tratta di un modello che funziona sul piano dell’esistenza e non è così astratto come alcuni potrebbero pensare.
Non si tratta quindi di reificare antiche concezioni di affidamento a un Dio o agli dei, si tratta concretamente di riaffidare il sé mentale, il sé cognitivo al sé dell’anima, cioè a questa struttura profonda che domina, ma che non si manifesta, e che per tale motivo perde in questa dominazione e finisce col ridursi ad un lumicino all’interno di voi stessi che non sa più illuminare i vostri gesti, non sa più illuminare la vostra voce, il vostro comportamento, il vostro sguardo.
( CDA 5- 2007)