Riflettendo (tra le altre ho questa pessima abitudine), consideravo come la convenzione del vivere, in termini più volgari la banale e spicciola ipocrisia quotidiana dei più, generi troppo spesso, anche nelle persone che magari un po’ di sensibilità la posseggono, generi, dicevo, inevitabilmente una certa forma di viltà molto simile all’ignavia. Tutti coloro che ne vengono colpiti, la maggioranza purtroppo (e lo dico con amarezza), qualunque cosa veramente pensino dentro di sé, non si espongono mai, rimangono fermi come sottilissime spighe che si piegano solo lì dove per caso il vento le spinga. E a tal punto vi ci si abituano che finiscono per confondere la maschera con il mascherato persino con sé stessi, vittime inconsapevoli alla fine della paura, del timore di essere sé stessi. Finiscono così nel non saper più né vedere né sentire, guardano ma non vedono, odono ma non ascoltano e tutto valutano secondo questo ingannevole metro. Fuggono di fronte alla verità, la diversità le impaurisce, l’autenticità e la trasparenza addirittura così le terrorizzano che a ogni costo cercano dietro di esse un inganno che non esiste… sono persone non abituate all’onestà interiore, corrotte dalla generale malizia del mondo che fa credere loro che per forza ogni comportamento nasconda necessariamente un doppio scopo… E non si accorgono che vivono una vita solo apparentemente piena di quella pienezza che consente di non pensare, di non analizzarsi e dunque a questo punto in realtà una vita vuota, misera e talmente colma di rumori assordanti che non possono né riescono a udire e comprendere la musica che quei rumori coprono. Sono quelle vite fatte di incontri occasionali, di circostanze, di falsa buona educazione e che non hanno più voglia di provare il piacere di conoscere la diversità… troppa paura… una tale vita io non l’ho mai voluta né la vorrei… certo ne ho pagato e ne continuo a pagare le ovvie conseguenze… non è stata una scelta facile… ma so, con tutta la consapevolezza di cui sono capace, che io sono una persona, una persona vera, non conosco la paura, il dolore sì fin troppo bene, ma non la paura perché non c’è spazio nella mia vita per nessun doppio gioco, per nessuna falsità, e seppure, come tutti, ho i miei bravi difetti caratteriali, il mio sì è sì e il mio no è no… scusatemi tutti ma io di questo, con tutta la sofferenza che mi ha causato e mi causa, io di questo ne vado molto fiera.