«Lo Spirito dimentica la propria natura originaria appena si incarna. Da qui il dramma del non credere e della non speranza: dramma che si intreccia con l’incapacità culturale di offrire un’alternativa fondata che sia all’altezza dei tempi, cioè che non sia un’alternativa ridicola… È questo il motivo per cui, tra l’altro, la parapsicologia dei fenomeni non serve a niente. Ecco perché ci siamo orientati verso questa forma superiore della medianità. Il messaggio, se è ben alto, ha sempre un carattere rivelatorio e può durare a lungo nel tempo, superando finanche la morte del profeta o del tramite in forza del valore dei contenuti e delle idee; il fenomeno, invece, al pari del miracolo (perché di questo si tratta) è fine a se stesso e temporalmente determinato. Il miracolo, per sopravvivere nella memoria, deve sempre essere accompagnato e sostenuto delle idee alle quali si accompagna. Ammesso che il miracolo convinca, coinvolge solo lo spettatore e mai gli assenti. Il fenomeno fisico, poi, non produce cambiamento interiore e crescita spirituale» (41 sorriso di Giano» pp. 204-205). Sono, naturalmente, sempre parole del Maestro.