Alcuni brani dell’Entità “A” sulla medianità di Corrado Piancastelli
1 «La medianità è sempre un’alterazione del naturale schema corporeo, psicologico ed energetico. La legge di Dio, normalmente, non contempla la medianità nel senso classico-fenomenico, in quanto tra i vivi e i morti è prescritto il silenzio; non deve, cioè, esserci comunicazione. Tuttavia sono consentite alcune eccezioni: i messaggi che sono guidati attraverso alcuni medium, esseri che si incarnano in terra per volontà spirituali predeterminate, quindi le grandi medianità. Poi ci sono i messaggi profetici: il profeta è, comunque, colui che diventa un tramite. Anche lì c’è l’autorizzazione e, come vedete, le eccezioni si moltiplicano; poi ci sono varchi attraverso le arti ( i grandi artisti sono dei grandi sensitivi) dove è consentito intervenire con una partecipazione spirituale, poi c’è il sogno, e soprattutto la ricerca interiore »
(Lezione del 14.3.1993)
La ricerca interiore — suggerisce molto giustamente Corrado Piancastelli — è la forma più legittima di possibilità del contatto con l’oltre, perché la risposta (cioè il contatto che si instaura) è perfettamente proporzionata alla qualità e alla capacità del soggetto. La ricerca interiore, inoltre, utilizza la naturale medianità che tutti gli uomini posseggono in quanto portatori di un’Anima.
2 – «Noi preferiamo formularvi teorie che si discostino dallo spiritismo classico. Infatti preferiamo presentarci a voi più come “forze” che come “Spiriti”. La differenza per me (e dovrebbe apparire così anche a voi) è sostanziale. In altri termini, tutto questo vien fuori dalla collocazione che noi assumiamo come “forze” nei confronti di voi che siete altrettante “forze”. Non c’è più, insomma, lo Spirito inteso come il “fantasma” della situazione, come maschera formale, ma un “campo di forze” che, attraverso un soggetto definito medium, quindi mediatore, riesce a collocarsi nel vostro spazio in maniera tale da apparire più come un contributo di idee e di significati che come una sostanza vera e propria, identificabile coi vecchi fantasmi….Io per voi sono “A”, ma è un nome soltanto vostro, io non sono “A” , nel mio mondo non ho più nome e non sono più identificabile per quel che fui, per cui si possa rintracciare il mio passato nell’aspetto formale…;
3 – Nel 1958, l’Entità “A” diceva: «Indagini importanti sull’anima potrebbero essere compiute attraverso l’ipnosi che dà la possibilità di conversare direttamente con quello che è il subcosciente…. Ad esempio, sarebbe estremamente istruttivo per voi porre in stato ipnotico il soggetto medianico e osservare come si manifesterà il suo subcosciente. Senza tema di errare, in caso di ipnosi, il subcosciente del mio medium “dovrei” essere io; io vi invito a fare questo esperimento, sebbene pericoloso per il medium e vi rispondo fin da ora sul suo esito: il subcosciente del nostro medium (si allude a Corrado, ovviamente), non -manifesterà nessuna delle entità che si producono nello stato di trance… Dimostrato che il subcosciente del medium non è quello di quando avviene la trance – perché voi sapete benissimo che, sia con l’autoipnosi che con l’ipnosi indotta da un altro, il subcosciente è sempre lo stesso – e siccome attraverso l’ipnosi si può risalire anche a delle incarnazioni precedenti, voi avreste la prova sicura di un periodo di vuoto tra un’incarnazione ed un’altra, e così l’esame del medium, per via ipnotica, vi porterebbe almeno ad una conclusione. Infatti, quando viene escluso che si tratti del subcosciente o di vite precedenti del medium e viene escluso che si tratti di una manifestazione truccata, voi dovreste giungere ad una conclusione sola: che senza alcun dubbio si tratta di forze estranee al soggetto».
(Lezione del 9-12-1958)
4- Tra l’Entità “A” e Piancastelli esistono molte confluenze e scambi, del resto confermate sia da Andrea che da Corrado stesso. Questo aspetto è importante per comprendere anche la delicata problematica che si instaura nel corso della vita di un medium. A testimonianza di ciò, Piancastelli si è sempre tormentato per non riuscire a definire il suo vero valore, e l’Entità “A”, interrogata in proposito, già nel lontano 1951 (ma poi vi è ritornato più volte) ebbe a dire: «Questo è quello che principalmente lo affligge nella vita, ossia fino a qual punto arriva la sua personalità e da che punto in poi finisce per essere “preda” mia, se così mi posso esprimere. E’ difficile risolvere questo problema. Perché, in fondo, in ogni sensitivo (anni dopo userà anche il termine “sciamano”) a carattere spirituale molto spiccato cd elevato si ha una quasi fusione delle due personalità in gioco.
Ma questo avviene quando? Quando, anzitutto, medium ed “entità guida” sono strettamente legati – diremo così – dalla medesima progettualità. La missione mia, in fondo, è anche la sua, perché senza di lui io non potrei fare nulla; io sono strettamente legato a lui, non ne posso fare a meno. Lui, invece, potrebbe vivere senza di me.
Di fronte a quesiti difficili che egli risolve con grande facilità intuitiva, talvolta si chiede: “Ma sono io?” oppure è “A” che in questo momento suggerisce?” Talvolta è lui stesso, talvolta sono io, ma bisogna che egli non pensi a ciò, essendo la sua missione anche la mia.
La sua posizione spirituale, e il suo criterio di ragionamento, possono procedere di pari passo col mio. Non mi servo anche io di lui per discutere o confermare taluni argomenti, anche quando è completamente sveglio? E ciò non toglie e non implica niente, perché questa è anche la sua missione: ciascuno diventa di supporto all’altro. Il suo criterio segue esattamente il mio per ciò che riguarda la missione spirituale. Per tutto ciò che riguarda il campo materiale, dipende soltanto da lui. Per questo è un riferimento spirituale, per la missione in se stessa di ammaestramento egli è il mio strumento. Bisogna che egli comprenda anche che si tratta di un rapporto per lui positivo perché il pensiero che si trasmette attraverso di lui lo rende edotto e migliora la sua evoluzione.
(Lezione del 10-11-1951)
5 – «L’uomo ha la possibilità di ricevere un segnale spirituale solo in una forma astratta e informale. Una persona esercitata che medita, che sa analizzarsi, che sa distinguere tra pensiero concreto ed intuizione, può riuscire ad isolare questi messaggi. In tal caso lo Spirito ha la possibilità di comunicare in maniera più facile e si arriva proprio alle cosiddette «voci interiori», cioè al sentirsi «parlare dentro» sapendo distinguere, però, tra comunicazione spirituale e allucinazione patologica.
Ma solo i grandi medium sanno fare questa distinzione se, però, a loro volta hanno esercitato bene l’orecchio interiore in modo da saper distinguere fra il sé uomo e lo Spirito comunicante. Naturalmente, bisogna che la persona – anche se ha una medianità esplicita e spiccata — sia sufficientemente equilibrata per non avere visioni allucinatorie: è questo il pericolo continuo, reale, sul piano funzionale del cervello. Più una persona si interiorizza, più si allontana dalla realtà; ma più si allontana dalla realtà più entra nella zona psicotica; c’è dunque il rischio reale che, ad un certo punto, il soggetto scambi per messaggio ciò che è soltanto un fenomeno allucinatorio o una comunicazione del suo inconscio. Ogni volta che c’è una paranormalità si entra nella zona del rischio perché per l’uomo, l’unica possibilità di vivere nel reale, è quella di avere un continuo referente in ciò che gli è intorno, nell’organizzazione materiale che lo circonda. Quando perde questo referente ed entra nell’interiorità, l’uomo rischia continuamente la spersonalizzazione. E qui veniamo al discorso degli «stati alterati di coscienza». E’ a questo livello che voi potete avere la «fortuna» di trovare un soggetto che non si spersonalizzi, che abbia una struttura cerebrale tale da poter arrivare alla interiorizzazione non allucinatoria senza perdere il contatto con la realtà, e potendo abbracciare contemporaneamente due livelli diversi…
Nella persona che non ha perso il contatto con la realtà, l’inconscio si integra funzionalmente con la coscienza e, quindi, non si ha psicosi. Quando, invece, ciò non avviene, la disgregazione del piano di realtà porta immediatamente a slargare la personalità, a provocare una serie di fenomeni non più controllabili».
6 – «L’impulso o lo stimolo di carattere spirituale entra o prende tutta la zona corticale. Quando parliamo di coscienza od anche di inconscio, non siamo più nel cervello come base organica, ma siamo anche entro tutto lo sfumato reticolo intrapsichico che non è più materia cerebrale». Vedi CDX 4/1987
7 – Per quanto si possa sapere, il segnale spirituale dovrebbe coinvolgere tutta l’area cerebrale e non specificatamente l’emisfero destro o quello sinistro, in quanto il passaggio è in relazione al tipo di Spirito, alla qualità del messaggio, all’abitudine, al campo energetico dell’individuo. Nel caso, invece di Corrado Piancastelli, questi dice di avere avuto conferma che quando riceve il messaggio in stato vigile, «l’input di Andrea arriverebbe all’emisfero destro e precisamente…nel lobo temporale». Negli esseri umani i due emisferi sono collegati dal corpo calloso, ma anche «i lobi temporali hanno una sorta di corpo calloso formato dalle più piccole commissure anteriori, e queste fibre, a carattere trasversale, non solo provengono dal lobo temporale, ma dalla circonvoluzione media del lobo temporale che comprende la cosiddetta area di Wernicke. Questa fascia di fibre poi si comprime in poco meno di tre millimetri di diametro, supera l’amigdala, passa sopra l’ipotalamo e infine entra nell’altro lobo temporale. Attraverso queste fibre, (veri ponti elettrici), il segnale di Andrea, partendo dal punto di raccolta dell’emisfero destra, arriverebbe all’area di Wernicke (area del linguaggio) e qui verrebbe udito da me». (C. Piancastelli “Sorriso di Giano”, ed. Mediterranee – 1991 – p. 127)
8 – «Nello stato di trance parlante, il messaggio giungerebbe già ben coordinato e strutturato all’ emisfero destro (che. poi trasmetterebbe la massa di dati compattati all’ emisfero sinistro attraverso o il corpo calloso o le commissure anteriori) ma come complessità di segni in forma pre-linguistica, dal momento che lo Spirito, verosimilmente, non ha il linguaggio quale noi conosciamo. Perché l’ascolto interiore diventi parlato occorre che vi siano implicate altre vie cerebrali. Supponendo che, nella circostanza della trance parlante, l’ emisfero sinistro sia continuamente controllato da quello destro, allora, oltre ad essere impegnata l’area di Wernicke che presiede all’elaborazione del linguaggio, dovrebbe essere impegnata anche l’area di Broca che è deputata alla parola e che è situata nell’ emisfero sinistro. Ma si può avanzare anche un’ altra ipotesi e supporre che possa essere direttamente coinvolta quella zona dell’ emisfero destro corrispondente a quella del linguaggio della zona sinistra e che il segnale venga elaborato in questa zona, prima di essere veicolato all’area di Broca. L’ ipotesi avanzata da Piancastelli è che questa zona dell’ emisfero destro, considerata muta, in certi casi possa diventare zona del linguaggio, come è stato dimostrato, e perciò si tratterebbe di una zona potenzialmente viva benché disattivata. (Op. Cit.).
Questa preziosa testimonianza merita di essere ricordata perché documenta per la prima volta quali vie cerebrali seguirebbe un segnale spirituale, anche se Piancastelli chiarisce che, in verità, il segnale è stato raccolto innanzitutto dalla sua struttura animica e, quindi, anche dal suo inconscio.
Ho citato intenzionalmente questo brano perché, qualora la scienza dimostrasse che queste effettivamente sono le probabili zone cerebrali interessate, si sappia che esse erano state già accuratamente anticipate e descritte nel 1990 — 1991.
9 – Andrea dice inoltre che: «Il cervello, nel suo emisfero destro, ha tutte le possibilità di lasciar comunicare lo Spirito; contiene, cioè, la possibilità che i suoi circuiti lascino passare sistemi e modelli di messaggi, come del resto già avviene, ma che si possono potenziare. In effetti, se voi riusciste a far funzionare attivamente ed in maniera diversa l’emisfero destro, otterreste una serie di segnali fra i quali sicuramente riconoscereste almeno alcuni dei vari modelli che noi vi stiamo proponendo, e cioè la presenza di segnali spirituali non riconducibili alla pura attività delle cellule».
(Lezione del 14-1-1994).
10 – Le civiltà dedite al “magico”, allo sciamanico, sapevano quasi istintivamente che bisognava operare in modo anche suggestivo perché: «in qualche misura bisogna impedire che l’attività razionale si manifesti, facendo salire in misura molto ampia (e quanto più ampia è, meglio è) la suggestività che dà luogo alla creatività, alla fantasia, all’immaginazione, soffocando quanto più è possibile il processo critico: questo procedimento in sé è in grado di provocare anche fenomeni di tipo “magico” extrasensoriale».
(Lezione del 13-3-1985)
11 «Le difficoltà in un medium in cui un’entità si incarna sono dovute normalmente proprio al corpo, al cervello del vivente, alla sua personalità, alla sua costituzione, al fatto che, con meccanismi di difesa abbastanza comprensibili anche da voi, una coscienza rifiuta di mettersi da parte, pone in azione quello che voi chiamereste una sorta di rigetto per quanto concerne lo spirito… Le finalità di una medianità sono sempre al di là di quello che appare, sono più grandi di quello che appaiono; ecco perché i medium, i sensitivi, i profeti, i maestri (sono tutti la stessa cosa, sia pure con apparenze diverse) sono pochi e rari, ma questo risponde all’altro principio e, cioè, che gli uomini devono essere aiutati ma non troppo, e, dunque, le verità devono esservi date ma non tutte, e anche voi col vostro lavoro spirituale potete raggiungere il cuore della verità, ma in modo non molto profondo…»
(Lezione del 16-12-1994)
12 Spesso sentirete questa obiezione: non potrebbe essere lo Spirito del medium a parlare? Domanda un po’ ingenua, per la verità, perché dichiarare questo significherebbe sempre ammettere l’esistenza dello Spirito. Naturalmente, secondo la nostra impostazione, noi non facciamo gran differenza fra Spirito incarnato e Spirito disincarnato. Ma ragionare in questi termini significa già giungere all’accettazione dello Spirito…Bisogna poi anche dire che, se si trattasse di un fenomeno inconscio, dovrebbe presentarsi con i caratteri dell’autenticità. Cioè, essendo un fenomeno autentico, io dovrei affermare che sono lo Spirito del medium, oppure il suo inconscio, dal momento che, trattandosi di un fenomeno comunque genuino, esso presupporrebbe la sincerità. Perché l’inconscio del medium o il suo Spirito dovrebbero dire di essere un disincarnato? E domando: In tutti i casi di doppia personalità o di personalità multiple che la patologia mentale cita, vi sono manifestazioni deliranti o pseudodeliranti, le quali mostrano una compattezza ideologica continuativa? E’ possibile che un delirio, una manifestazione patologica mentale, non abbia dato in tanti anni, nella vita privata del medium nessun segno? Un soggetto portatore di una simile tara mentale l’avrebbe manifestata in maniera evidente e conclamata nel corso della vita; e questo non si è verificato…Il malato mentale riesce a crearsi un mondo artificiale dal quale non riesce più ad uscire. Egli è perfettamente lucido e logico in quella sua anormalità, ma non esce dal suo mondo…Nel corso dei nostri discorsi, e per lunghi anni, noi ci siamo, invece, costantemente agganciati alla vostra realtà…Il riferimento continuo alla vostra vita evita anche questa possibile critica, cioè di essere chiusi in un mondo immaginoso e astratto senza alcuna possibilità di verifica, cioè quello dell’utopia.
Questa è una cosa che non si può dire nei confronti della nostra tematica e del nostro Corrado. Questo oggi va rivelato e detto: il mondo chiuso, patologico, il mondo dell’utopia e dell’assurdo non si può assegnare a questo tipo di rapporto dialettico che tiene conto in ogni momento della vostra realtà continua e cerca sempre (anche sul filo delle vostre domande) di trasferire in reciprocità queste nozioni. Inoltre, c’è sempre la questione non chiusa delle domande, e questo risponde ad una mia precisa intenzione, perché già prevedevo, tanti anni fa, le accuse che, logicamente, si sarebbero potute muovere nei nostri riguardi. Cioè, veramente, noi non veniamo qui con delle intenzioni di discorso, tranne nei brevi periodi in cui avete impostato un certo programma (e voi sapete benissimo che i vostri programmi sono stati scarsi e pochi), in prevalenza si è dato corso alle vostre domande cercando egualmente di dare una continuità fra seduta e seduta. Il fatto che siate voi a porre le domande esclude un automatismo del fenomeno, cioè una sua preparazione a priori, e questo per escludere che si potesse parlare di una possibile frode, mentre il fatto che siamo agganciati alla realtà evita decisamente qualsiasi affermazione psicotica. Potete rigiravi la medianità come volete e non riuscirete, anche a voler fare gli “avvocati del diavolo”, ad arrivare a delle conclusioni diverse da quelle che vi sto esponendo, perché costantemente insorge una caratteristica del medium che vi fa escludere le ipotesi più materialistiche. Qualcuno potrebbe dire che gli studi di neuropsichiatria non sono tanto avanzati e che questo potrebbe essere un nuovo tipo di malattia di cui non si conosce niente, una malattia senza precedenti come quella dei profeti, cioè di tutti coloro che hanno dato dei segni tangibili di paranormalità. Di fatto non esistono precedenti simili nel campo della patologia mentale».
(Lezione dell’11-7-1973)
13 – «Nel corso della trance il complesso mentale del medium è praticamente messo a riposo. In passato vi dicevamo che esso viene neutralizzato. A rigore, non si dovrebbe parlare esattamente di neutralizzazione; diciamo semplicemente che esso non viene utilizzato. Questo significa che coscienza, subcoscienza e stimoli dell’inconscio sono momentaneamente sospesi. Per poter realizzare tutto ciò è stata indispensabile una premessa di ordine incarnativo. Infatti è vero che fenomeni del genere si producono anche spontaneamente in soggetti che hanno ad esempio delle amnesie, o anche fenomeni paranormali come le infestazioni o le possessioni, ma nel caso specifico, poiché si trattava di un fenomeno che in ogni caso sarebbe durato per tutta la vita del medium, fu necessario incanalarlo in un certo modo. Data poi l’evoluzione delle entità che si sarebbero manifestate con questo medium, non sarebbe stato possibile riuscirvi con un atto di forza. Insomma, un’ora o due di trance corrispondono ad un altrettanto tempo di vita cosciente, di vita pensata, di vita intellettiva che viene sottratta al medium. Allora vi dirò due cose che probabilmente non sono state dette in precedenza: il fenomeno al quale voi assistete, ormai da molto tempo, è piuttosto raro, perché è raro che un medium presenti una caratteristica così puntuale e precisa, costante e continua per lo spazio di un’intera vita, o quasi, considerando la giovane età in cui il medium iniziò. E, considerando l’età ancora giovane che egli possiede, diciamo che, ancora per molto tempo vi saranno queste manifestazioni. Una cosa del genere andava dunque coordinata prima della sua vita. Devo dire che, dal punto di vista spirituale, si stabilì un certo accordo tra il suo spirito e me, in quanto già dovevo essere io il suo spirito-guida, mentre si sapeva in precedenza che quest’uomo sarebbe stato un medium intellettivo di una notevole potenza, specialmente in senso qualitativo, come pochi erano apparsi sulla Terra. L’accordo fu questo: la sottrazione di tempo (cioè il periodo nel quale probabilmente ci sarebbe stata una sospensione della coscienza), la perdita di vita, soprattutto, sarebbe stata compensata da un’assimilazione del contenuto di queste manifestazioni a livello del preconscio e dello stesso suo spirito.
E’ vero che nel corso della trance tutto il complesso psichico viene a trovarsi in uno stato di neutralità, cioè non ha alcuna possibilità di intervento, ma è altresì vero che esso non è in uno stato sonnambolico, e quindi assimila: anzi io direi più precisamente che esso “assorbe” ciò che viene detto da me. Corrado non può evidentemente accorgersene o ricordarlo, ma nel corso della trance assorbe “qualitativamente” ogni mio intervento culturale e spirituale e di ciò se ne avvantaggia. Dunque direi, che in un soggetto medianico si provoca automaticamente la sospensione della coscienza a causa di un quid determinato all’atto della nascita. Normalmente lo Spirito non ha alcuna possibilità di raggiungere la coscienza, salvo che in rari casi, perché vi sono delle censure che non fanno altro che interrompere i circuiti, per cui lo stimolo dello Spirito arriva alla coscienza modificato da quell’insieme di forze che definiamo Anima.
Se noi prendiamo l’apparato psichico e lo poniamo in condizione di non funzionare, e nel contempo non alteriamo alcune frange coscienti e, soprattutto non alteriamo la dinamica vera e propria del sistema nervoso (per cui vi è la possibilità continua del controllo fisiologico del medium), allora, al punto di attacco fra l’anima e l’inconscio può intervenire un’entità esterna. A quel punto l’entità invia direttamente il suo segnale al cervello del medium saltando tutti i filtri del complesso psichico, anzi sostituendosi a questo. Il segnale giunto al cervello subisce una serie di modificazioni anche di tipo fisiologico.
La medianità, in genere, è strutturata nella stessa maniera sia nei medium, che negli artisti e nei pensatori in genere in quanto, in tutti costoro si verifica esattamente lo stesso fenomeno, soltanto che apparentemente non interviene alcuna entità mentre c’è un contatto intuitivo dello Spirito che, saltando molti passaggi di tipo psichico, trasmette un segnale direttamente alla coscienza: segnale che appare come intuizione artistica e che può nascere da una simbiosi fra l’artista e l’ispiratore il quale può essere benissimo un essere o una visione extrascnsoria.
(Lezione del 10-1-1973)
14 – «In realtà esistono nella terra individui (anche in numero piuttosto elevato che posseggono una coscienza alla quale lo Spirito riesce a dare segnali, ed altri in cui il segnale si ferma a livello dell’inconscio, senza diventare cosciente”.
(Lezione del 10-1-1973).
15 – Una manifestazione medianica dovuta all’inconscio del medium stesso sarebbe dello stesso interesse e valore di quella dovuta ad uno Spirito. Perché in fondo l’inconscio è già «Spirito». La distinzione sta semplicemente nel fatto che si tratta di uno Spirito non ancora staccato dal corpo, mentre nel caso della vera seduta medianica si tratta di uno Spirito che non vive più col corpo. Si tratta però sempre di quella sostanza che viene definita Spirito in contrapposizione al corpo. Ma a parte questa sottigliezza, forse di scarsa rilevanza ai fini dei vostri interessi, dirò che nel nostro medium, (cioè di Corrado N.d.R.)che, ovviamente, conosco molto più di altri, per averlo seguito fin dalla nascita, si sommano qualità interessantissime dal punto di vista medianico e umano.
Attraverso di lui, cioè, è possibile che si produca qualunque tipo evoluto di manifestazione intellettuale, prescindendo dalla mia presenza e dalla mia individualità. Perché si ha questa manifestazione così completa e obiettivamente complessa? Perché, contrariamente ad altri medium o sensitivi, che manifestano attività intellettive durante la trance, qui abbiamo un soggetto che è dotato per suo conto, cioè come uomo, di qualità intellettive molto avanzate e che, contemporaneamente, è venuto ad incrociarsi con una possibilità e disponibilità di entità di tipo intellettivo piuttosto evoluto. Perché non si tratta di inconscio? Questa non è una risposta che io posso dare agevolmente. In fondo non è inconscio perché esiste una buona qualità medianica che lo evita: non c’è altra risposta che io possa dare.
Cioè noi abbiamo trovato questo soggetto sensitivo che offriva delle grandi garanzie, soprattutto perché la sua personalità intellettuale e spirituale aveva la possibilità di rendersi autonoma, cioè di non lasciarsi intralciare e di non intralciare un eventuale inserimento di altra personalità autonoma. In altri termini, anche allo stato di veglia il soggetto è capace di pensare con una impostazione culturale autonoma; in altre parole, è un soggetto che riesce abilmente a dominare se stesso, all’interno. Questo naturalmente è un fatto che ci avvantaggia moltissimo perché, nel momento in cui avviene la trance si ha il ritirarsi, direi quasi automatico, della sua personalità; il soggetto è capace di isolarsi completamente o di assentarsi nei confronti della nuova situazione che sta per sorgere, come se si trattasse di una estraneità verso la quale evita la promiscuità. Si capisce, il fenomeno è automatico ed il medium non vi partecipa coscientemente. Il fenomeno avviene a livello inconscio e deriva certamente da una grande ricchezza interiore dal punto di vista della personalità che riesce a creare questo argine nei nostri confronti. Devo anche aggiungere che la profondità di campo della personalità del medium specie all’inizio, ci è stata di grandissimo aiuto; ma ancora lo è oggi, perché molte informazioni di tipo umano noi non riusciremmo a conoscerle se non attingessimo a certe informazioni, per esempio, culturali, che egli possiede.
Noi ci inseriamo spesso sul circuito del suo inconscio e della sua coscienza, proprio per attingere informazioni di tipo umano, senza le quali non potremmo, talvolta, discutere di problemi attinenti la vostra sfera sociale, perché non li conosciamo del tutto. D’altra parte si è appunto determinata una tale comunione a livello inconscio, fra me in particolare e lui, che effettivamente potrebbe essere problematico scindere (per alcune cose, si intende) le due personalità, anche se ad un’analisi attentissima esse si differenziano per la diversa visione spirituale della vita e dell’universo. La ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto fondamentale che lui è incarnato ed io non lo sono più. Quindi il suo orientamento è chiaramente umano, sociale, mentre il mio è chiaramente spirituale. La sua personalità è eccellente ed avanzatissima per cui avviene anche un continuo contatto tra me e lui con uno scambio di informazioni sia inconscio che consapevole quando, cioè, ci poniamo in contatto lucido nello stato di veglia. Non bisogna dimenticare che durante la trance, cioè nel momento in cui io sto parlando con voi, il medium assimila inconsciamente tutto, cioè il suo Spirito è qui. Il suo Spirito, il suo inconscio, tutta la sua personalità è messa da parte solo nel senso critico, per così dire, ma è comunque presente. Naturalmente, essendo presente, assimila molto meglio di quanto assimilate voi, cioè, con un grado di purezza, senza, cioè, le interferenze della coscienza vigile e critica.
L’orientamento del medium verso la società, come intervento immediato, è indubbiamente un dato molto interessante perché, se egli non avesse avuto una personalità molto forte e profonda, probabilmente avrebbe avuto delle vedute spiritualmente svagate: cioè egli avrebbe risentito, forse in maniera negativa, di questa nostra presenza. Voi ci ascoltate e poi la nostra discussione finisce qui, cioè voi avete una vostra vita che è del tutto indipendente da noi, ma un medium potrebbe essere influenzato al punto tale da diventare succube di ciò che produce».