Colloquio 3 IL RAPPORTO FRA CREATORE E CREAZIONE

IL RAPPORTO FRA CREATORE E CREAZIONE

«Lo spirito non raggiunge mai Iddio — e questo è un concetto che va giù a pochi! Anzi, non va giù quasi a nessuno, perché, in realtà, l’uomo con la sua presunzione, con la sua intelligenza, coni suoi pregi ed i suoi difetti, ragiona in modo relativo e si dice: «…Lo spirito, in pratica, avanza, avanza, avanza e … non raggiunge mai niente! Questo Dio è un pò una chimera, una Fata Morgana: un’apparizione fantomatica, che sfugge quando lo si raggiunge». Questo concetto dell’irraggiungibile Iddio non va giù all’uomo, il quale si rifugia nella teorica umana, religiosa o filosofica; nel Dio che viene raggiunto attraverso una forma particolare e che si metaforizza nell’Eden dell’Universo. Questo Dio gli appare come un Signore al quale lo spirito tributerà eterno omaggio: egli sarà eternamente prono davanti al Suoi ginocchi per glorificarlo, amarlo, servirlo.

In realtà, dal suo punto di vista l’uomo ragiona secondo le sue tradizioni e credenze e questo Dio che viene «raggiunto» è un conforto, un premio ad una vita di tribolazioni. Non può negarsi a priori che tale concezione risulti molto aderente alla mentalità umana. Infatti essa nasce dalla evoluzione dell’umanità. Gli uomini della strada vedono questo Dio raggiungibile, perché. intravvedono il premio ad una lotta, la conquista dopo uno sforzo, la visione dopo una ricerca ed essi si tranquilizzano, si assopiscono nel grembo di questa divinità che in Terra non intravvedono, ma che per lc loro opere meritorie troveranno una volta morti.

Ciò nasce da una concezione umana di causa cd effetto, non soltanto di lotta e di conquista, di premio; una teorica umana che non è ispirata ad una visione infinita ed eterna della verità, ma che è contingente all’evoluzione degli uomini mediamente intesi. Parlando dei rapporti dell’uomo con Dio, molle volte abbiamo usato delle forme un pò poetiche: «…Iddio si sente, Iddio è una forza, una visione che si ha dentro l’anima, man mano che si sale. ,.». Sentire Dio… Ma il «sentire» implica da parte degli uomini un sentimento che nello spirito evoluto non esiste più.

Il sentimento nasce dall’uomo. Fuori dall’ordine mentale umano il sentimento muore, svanisce…per dar luogo ad altro ma lo spirito il .quale avanza al di là e si libera completamente della mentalità terrestre e della forma, muta se stesso mettendo da parte il sentimento e partecipando alla vita dell’equilibrio universale avente in sè non più il sentimento, ma soltanto equilibrio, realtà, precisione e logica di rapporti…

La difficoltà è poter spiegare in che consiste questo Equilibrio che lo spirito avverte dentro di sè, che non sente in quanto «sentimento», ma che avverte ed a cui partecipa col sussidio di una qualità, di una forza, cioè di una possibilità che nasce dallo spirito stesso man mano che si evolve. È molto difficile comprendere questo! È tanto difficile che io non saprei trovare, nonostante la mia facile dialettica le parole adatte, perchè mancano i termini di paragone. È difficile parlare di questo spirito che non ha più, non dico il corpo (questo, lo sì comprende, non appartiene allo spirito), ma nemmeno tutte quelle sovrastrutture che normalmente tendono ad appesantirlo togliendogli chiarezza di visione. Oltre ciò lo spirito si evolve in modo tale che le esperienze lo colpiscono senza passare attraverso quelle «forme di sentimento» che sono la caratteristica dell’uomo.

I rapporti con Dio mutano enormemente sulla scorta di quello che vi ho detto. La visione, allora, la forma, le possibilità, il cammino dello spirito saranno indirizzati in un modo tale, i suoi rapporti con la divinità saranno talmente diversi da quanto voi potreste immaginare con grande sforzo d’intuizione, da rendermi quasi inutile una esposizione in merito.

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L’incomprensibilità nasce dalla incapacità di concepire un rapporto con l’altro senza il linguaggio e i sentimenti che pos-sediamo come viventi. Probabilmente lo spirito possiede altri strumenti di relazione con l’ambiente esterno, completamente nuovi, diversi e inimmaginabili.

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Muta la «forma» dello spirito, mutano i rapporti con Dio, non già perchè è mutata la.sostanza dello spirito (essa non muta mai), ma muta quel modo di manifestarsi, muta quel modo di partecipare alla vita universale, di intendere la vita universale, quel modo di avanzare, quel modo di concepire, muta quel modo di intuire ciò che circonda lo spirito.

Quindi, i nostri discorsi, i nostri ragionamenti, sono nell’ambito e nei limiti della forma, perché io non posso dirvi ciò che voi non potete capire; voi potete capire attraverso un solo modo: attraverso l’uso di quell’inviluppo dello spirito che è l’energia materiale che è lo strato di cui è circondato il nucleo dello spirito; e voi non potrete intendere altro se non quando, superata la barriera che circonda il vostro spirito, ritroverete la condizione della esistenza da esseri liberi. Più in là, pian piano, l’irraggiungibile Dio diventerà qualcosa di più comprensibile, di estremamente logico, perché in realtà, partecipare alla vita dell’Universo e all’Equilibrio, o aderire ad una parte di questo Equilibrio, vuoi dire avere dentro di sè una parte di tale Equilibrio. Avere equilibrio, significa avere la proiezione della divinità.

Con quello che ti ho detto, voglio anzitutto farti comprendere una cosa: la verità che voi potete sperare di raggiungere non è una verità assoluta, perchè non potreste capirla!

Se io dovessi rispondere con estrema esattezza ad una domanda come ad esempio: «Quali sono i rapporti fra l’uomo e Dio?» O “che cosa è Dio?» Se io volessi veramente rispondere in modo preciso, ossia con la visione che io ho, al di là del limite del relativo, dovrei dirvi:«…Non so parlarvi di Dio, dell’Infinito, dell’Eternità: non so, perchè non posso parlarvene, perchè devo usare la vostra lingua, le vostre parole, i vostri vocaboli che sono coniati per il relativo nel quale vivete. Dovremmo inventare altri vocaboli, ma anche inventandoli non avremmo fatto niente. La vostra mente, la vostra evoluzione, i vostri limiti, non vi permettono di comprendere al di là perchè non potete..

Però, pian piano, si può giungere alla «barriera», si può giungere al limite del relativo e varcarlo! Per varcare il limite del relativo occorre avanzare pian piano, per gradi, come fanciulli: ossia non dobbiamo fare altro che accelerare, nei limiti della possibilità, le possibilità stesse: superare taluni limiti individuali, cercare di proiettarsi man mano in avanti. Per fare questo, noi dobbiamo parlarvi di Dio, dell’Eternità, dell’infinito, dell’Assoluto, ma preferiamo parlare prima dei limiti delle vostre possibilità.

Man mano si sale un pò più su: è come una scala! Noi ci troviamo sempre sullo stesso legno, sempre sulla stessa scala, ma un gradino più su, per cui si vede qualcosa in più. Arrivati a cento gradini, invece di vedere soltanto un giardino, si vedrà anche al di là del muro di cinta, si vedrà la città! Poi si sale più su e si vede anche il mare…Poi ad un certo momento, si vedrà la linea dell’orizzonte…

Immaginate di salire ancora , salite, salite, e vedrete la Terra da lontano. Salite ancora: la Terra apparirà un piccolo punto e comincerete a vedere intorno a voi le altri cose, il Sole, la Luna, Marte, Giove, Saturno; vedrete le stelle cadenti, comincerete a toccare, a percepire le leggi, le Forze, Le Energie. Ma che cosa avete fatto?!…Voi Quando eravate al primo gradino vi ho detto forse delle sciocchezze? No! Da quel primo gradino voi potevate vedere solo poche cose, dal secondo gradino avete visto di più, poi ancora di più, ma siete sempre sulla stessa scala!

Così la Terra vi apparirà un punto insignificante, infinitesimale e vedrete altre cose intorno a voi. Non esiste una Verità tipo! Questa scala è infinita. Potete percorrerla in una vita, in molte vite infinite. Se al primo gradino ragionavate da uomini, arrivati al centesimo gradino, quando la Terra apparirà un punto, non potrete. più ragionare da uomini, perché è il fatto di non ragionare più da uomini che vi ha portato al centesimo gradino. Lì acquisterete una mentalità diversa, delle parole diverse; vi esprimerete, vivrete in un modo diverso, perchè vi adatterete all’ambiente dove man mano vi porta la scala. Questa è la vita dello spirito.

Dio è forse in cima alla scala? Certo, Dio è anche in cima alla scala. In fondo, questa scala non è altro che una legge, una scala divina…Voi siete sempre in Dio, voi salite su di una scala che è divina: è la scala dei valori divini, è la visione di Dio che avete. La visione di Dio l’avete al primo gradino: è la Legge per voi. Per la vostra mentalità questo è Dio, non c’è niente da fare, è quello! Arrivati al secondo gradino, al terzo, vi sarà lo stesso Dio visto un pò più grande: e oltre percepirete un Dio ancor più grande!…Non si raggiunge mai Iddio?! Non è esatto dire questo: voi lo raggiungete in ogni momento; voi vivete in Dio! Voi non avete da raggiungere Dio perchè Dio non è un essere estraneo, fuori…Dio è Fuori, ma anche nell’Universo. Dio è anche nella scala che voi salite, è nella vostra evoluzione.

Cosa vuoi dire evoluzione? Salire dove’? Salire in che cosa? Verso che cosa?…Risalire in Dio…ma questo Dio voi non potete vederlo subito tutto, voi ne vedrete un pò volta; man mano che salite questa scala, voi salite in Dio, ossia si allarga la visione di Dio…Voi ci siete in Dio, non avete da cercarlo. Egli è là, in voi, per questo siete manifestazione di Dio, tutti lo siamo».

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