Ringrazio con molto affetto Carlo Adriani, mio prezioso collaboratore, col quale ho discusso a lungo i concetti più avanti espressi, ricevendone consigli utilissimi in uno scambio di grande profondità, soprattutto perché trattasi di una sintesi concettuale che ha richiesto condensazioni ed estrapolazioni di grande difficoltà linguistica.
Confessiamo una difficoltà iniziale: sintetizzare al massimo, in questa prima e necessariamente breve stesura, i concetti fondamentali della nuova parapsicologia e, contemporaneamente, rimuovere (o spostare) vari dubbi, ma senza necessariamente scioglierli, anzi, paradossalmente, determinando nuovi interrogativi sul paranormale, ma questa volta riformulati con un linguaggio sicuramente estraneo alla parapsicologia stessa e perciò più accattivante e immaginoso. Stiamo, insomma, rifondando il concetto di paranormale: speriamo, in tal modo, non solo di fare piazza pulita in un territorio estremamente inquinato, ma di coinvolgere la larga fascia di operatori culturali ai quali proporre interpretazioni del paranormale di grande e arioso interesse speculativo. C’è subito una pregiudiziale: nel gioco borderline delle parti confessiamo di non sapere bene cosa intendere per normale, allo stesso modo per cui non sappiamo neppure ben definire la follia. Il concetto di paranormale, posta la pregiudiziale, è dunque in bilico fra altre incertezze, ma sono in bilico anche la definizione di coscienza o la genesi della creatività o l’epistéme, la fondazione, cioè, del discorso. Se è ormai acquisita la piccola telepatia quotidiana, perché non lo sono anche l’intuizione diagnostica del grande clinico o lo stato modificato di coscienza che determina la grande arte, oppure il sogno durante il quale a Cartesio viene dettato il “Discorso sul metodo”, a Poincaré le funzioni fuchsiane, a Grant la formula dell’insulina, a Niels Bohr la struttura del modello atomico ed a Wagner “L’oro del Reno”?
Cosa c’è di vero dietro le grandi profezie della Pizia o delle Sibille, nel tempo in cui gli dei parlavano agli uomini dettando loro le basi della civiltà?
E’ possibile ancora che l’emisfero destro sia un luogo di transazioni del mistero dell’Essere?
Quindi tutto il discorso del paranormale va riscritto: e nelle pagine successive, compendiato al massimo, si spera di riavviare un dialogo che (senza necessariamente ripartire da zero) usa il paranormale al più alto livello, per intendere non tanto (e non solo) il luogo dell’Anima o le funzioni extra-sensoriali, ma il ventaglio di riproposte della soggettività che è propria dell’umanesimo e dell’idealismo.
Dobbiamo augurarci che, al più presto, il termine parapsicologia venga sostituito da un altro che non sia gravato dagli equivoci e dal discredito. Quando questo avverrà, basterà, nella nostra impostazione, semplicemente sostituire il termine «parapsicologia› col nuovo neologismo, senza necessariamente mutare altro, almenché nuove scoperte e altri studi non ci obbligheranno a cambiare la struttura del discorso.