Per quanto riguarda bene e male, voi avete una definizione del problema che è quella di carattere religioso, secondo cui esiste Dio ed esiste Satana o il Diavolo, Lucifero, l’Angelo Ribelle, come lo si voglia chiamare. E allora, se esiste Satana, esiste il dio del male. Se accettiamo Dio. come l’unico essere capace di creare, bisogna logicamente desumerne che il dio del male è stato creato dal dio del bene. Però, avendo Dio anche dato il libero arbitrio, c’è stato un tempo in cui uno spirito, o cosiddetto angelo perfettissimo, si è ribellato a Dio, e per tale ragione Egli lo ha precipitato nell’Inferno.
Obiezione: se Dio lo ha precipitato nell’Inferno, ciò significa che l’Inferno preesisteva, e che questo Inferno, a sua volta, non può che essere stato creato da Dio stesso, dal momento che nulla esiste che non sia fatto da Dio. D’altra parte, ciò significa anche che, nell’ambito dell’esercizio della libertà di cui quest’angelo ha usufruito, esisteva anche la possibilità di fare il male, che poteva consistere, in quel caso, nella ribellione. Ne deriva che questo angelo ribelle aveva in sé i germi del male, il cui esercizio era una conseguenza della sua libertà. Questo non ha che un solo significato: Dio, creando questo angelo gli aveva conferito “dentro” l’ipotesi del male!. Ciò significherebbe, in altri termini, che… Dio dovrebbe contenere in sé il male!… Ma c’è un’altra obiezione molto più importante e grave: o Dio sa tutto o non lo sa! Dio doveva pur sapere che questo angelo si sarebbe ribellato. E se lo sapeva per qual motivo gli ha poi assegnato una responsabilità che, a rigore, il Diavolo non poteva avere?. In questo caso Dio sarebbe stato ingannevole e perfido; prima dà una libertà poi, nel momento in cui viene usata, prende lo spirito che ne ha usufruito e lo trasferisce all’Inferno!. Questa è una piccola serie di obiezioni preliminari, ma procediamo oltre… Ammettiamo che… questo Diavolo sia stato precipitato nel cosiddetto Inferno. Il dio del male sarebbe dunque in eterno conflitto col dio del bene. A questo punto mi richiamo alla più elementare logica. In questo scontro tra il dio del bene e il dio del male, sembra che nell’eternità non sia uscito un vincitore… e che Dio non sia stato capace di debellare il dio del male… Ma secondo la teologia, questi angeli ribelli sono inferiori a Dio, non sono Dio. Essendo inferiore a Dio, come poteva questo angelo creare in sé una forza di male tale da essere potenzialmente pari a quella del dio del bene e, quindi, da non poter essere debellata?… Ciò posto, dimostreremo l’inesistenza dell’Inferno. Secondo la teologia cattolica, l’anima che ha fatto del male dovrebbe essere precipitata nell’Inferno, e lì dovrebbe restare nel fuoco eterno, per sempre!… Ma… un’anima… per poter essere giudicata ed inviata in un Inferno eterno, dovrebbe avere commesso una colpa di valore eterno, per una questione di logica e di giustizia. Non esiste invece alcuna colpa umana che, per quanto grave sia, possa meritare una punizione eterna! Anche perché se un uomo compie anche le più nefanda delle azioni, non è mai interamente responsabile. Se ciò fosse, mi si dovrebbe dire per quale ragione sulla Terra vengono uomini predisposti al bene, che non hanno quindi alcun merito del bene che fanno perché sono istintivamente buoni, e altri che fanno il male perché vi sono istintivamente portati, nascono già da bambini così.-. Che colpa hanno queste creature se da adulte possono diventare uomini buoni o malvagi, saggi o violenti, intelligenti o sciocchi? E di chi dovrebbe essere la colpa se non di Dio stesso che prima li fa nascere così e poi, una volta morti, li prende e li scaglia nell’Inferno! Sarebbe illogico accettare tutto questo!… E allora le cose non possono stare così!… A questo problema… possiamo opporre che, accettando come premessa l’esistenza di Dio e la prosecuzione della vita… Dio… non può giudicare col metro agostiniano della predestinazione. Perché se Dio è Padre, veramente e non retoricamente, siamo tutti figli suoi, a parità di condizioni e di possibilità… Il male non esiste né in Terra, né fuori della Terra! E’ il bene che talvolta assume degli aspetti tanto diversi da poter essere scambiato per male. Il bambino che prende un vaso di cristallo e lo rompe, non fa male… ha semplicemente fatto un’esperienza, e se ha compiuto un errore, il suo è stato un errore di ignoranza… non una ribellione… certe esperienze vanno fatte anche se, apparentemente, alcuni possono definirle azioni non buone, ma invece fanno sempre parte di quella esperienza complessa che costituisce la via della conoscenza. Su questa strada della conoscenza non vi sono il bene e il male come elementi in lotta, c’è soltanto una ricerca, che diventa buona, cioè precisa e perfetta, quando la scelta va a comporre un giusto mosaico.. E’ una questione di tempo, di esperienza e di conoscenza.(Andrea -03 febbraio 1971)
A. – “Il male non esiste”, perché questo male esisterebbe allora anche in natura: anche gli animali uccidono altri animali per nutrirsi, ma nessuno si sognerebbe di definire assassino l’animale che mangia la preda per nutrirsi e sopravvivere.
Il principio è sempre quello. E’ un principio che regola poi la legge dell’istinto dell’uomo e in questo non c’è male ma soltanto una sopravvivenza istintuale della specie che poi gli uomini definiscono il bene o il male.
Questo per motivi strettamente biologici; per motivi più strettamente spirituali il male è una assurdità filosofica così come lo è la figura del diavolo. E non mi si venga a dire che io parlo così perché probabilmente io sono il diavolo. Beh, questo è un facile e comodo discorso, quello di dire: tu parli contro una certa cosa perché forse tu incarni quella certa cosa; e il diavolo ha l’abilità di sapersi mascherare, ha l’abilità quindi di saper fornire argomenti contro il diavolo affinché esso non sia ammesso. E non essendo ammesso, gli si spalancano le porte per poter fare il proprio comodo. Naturalmente questo ‘proprio comodo’ sarebbe quello di portarvi verso Dio e non verso il diavolo.
Ma c’è da dir questo: il diavolo potrebbe essere talmente ingannevole da dirvi di portarvi verso Dio, sennonché per aver voi operato e creduto in nome di una certa dinamica culturale, quando sarete da questa parte vi si dirà: “Sei stato talmente sciocco da farti ingannare e in realtà non sei affatto andato verso Dio ma sei giusto andato verso il diavolo e quindi va all’Inferno”. Questo discorso è di un’abilità molto sottile, sennonché nessuno porta nel discorso l’argomentazione più probante che invece ha un valore di fronte al quale la teologia non può rispondere e cioè: come potrebbe il Sommo Bene creare il male. Questa è una cosa che nessuna teologia potrà mai spiegare: come da un Bene assoluto, universale, eterno, infinito potrebbe nascere l’idea del male.
L’idea nasce da chi ce l’ha già in testa. Credo che su questo non ci sia niente da dire. Un’idea nasce se è già nella testa: allo stato potenziale, allo stato inconscio, chiamatelo come volete, ma un’idea nasce se chi la partorisce ha la possibilità e la qualità di pensare ciò che poi sarà l’idea. Allora come potrebbe questo sommo, infinito Bene chiamato Dio produrre da Sé una cosa definita male?
Da dare a questa cosa definita male un valore eterno, un carattere infinito, un potenziale pressoché assoluto?
E come può questo sommo Dio, non soltanto aver concepito un male assoluto, ma non essere stato in grado di debellarlo?
Il punto è questo: o Dio l’ha creato e poi non l’ha saputo più debellare e ha creato un anti Dio, oppure tollera l’esistenza di questo diavolo e dice agli uomini: “Vedetevela voi”; ma come potrebbe pretendere dagli uomini: “Vedetevela voi”, quando questi uomini [sono] così ignari, così deboli, così fragili, così storicamente inquieti; come potrebbero affrontare un dio del male così potente, così infido, così calcolatore, così mascherabile e quali qualità e difese avrebbe dato questo Dio agli uomini?
E con quale giustizia potrebbe poi giudicare dopo averli esposti ad un essere così diabolico?
Averli esposti alla caduta e poi relegarli senza appello all’Inferno: “Avete sbagliato perché avete seguito il diavolo e non avete seguito me”. Quali meccanismi di difesa avrebbe dato all’uomo per poterlo poi giudicare?
Allora perché poi Dio avrebbe dovuto esporre gli esseri umani ad una situazione del genere per la pura sadicità di vederli cadere?
Ma soprattutto l’argomento fondamentale resta questa eventuale capacità di Dio di determinare da sé il sommo male, l’essere diabolico, multiforme, anzi una falange di esseri multiformi, visto che il diavolo non sarebbe soltanto uno, ma sarebbe un numero incalcolabile, non precisato per la verità, ma certamente enorme [di esseri]. A queste domande non credo che si possa ragionevolmente porre una problematica dialettica.