D. – Stasera ci hai mostrato, come hai fatto altre mille volte, questo panorama che è quello del cambiamento interiore che è anche quello dell’impegno sociale nei confronti degli altri, che è un panorama enorme .
A. – Quello che posso dirvi è che sicuramente sulla strada di questo discorso dei cambiamenti reali e quindi delle modificazioni psicologiche, caratteriali, spirituali, questo è un punto sul quale vi conviene battere di più, proprio perché molti il cambiamento ce l’hanno in teoria, cioè nella risposta, non nel comportamento, e il comportamento è quello che ci interessa.
Voi in teoria pensate che abbiamo ragione a parlare di cambiamento, che le cose non vanno bene, che perseguendo nel vecchio modello siete infelici, non riuscite a comunicare, a relazionare, che avete altri bisogni che non vengono condivisi dal compagno, dalla compagna, dalla moglie, dal marito, dal fratello, dal figlio, e quindi ciascuno se ne va per conto suo, che le famiglie si rompono perché i bisogni della famiglia sono diversi dai bisogni degli individui, perché la famiglia e’ una sovrastruttura con una serie di regole fisse mentre gli individui sono dei soggetti liberi che non hanno bisogno e non vogliono regole fisse, questi sono i problemi reali e contingenti, entro i quali cì fate poi passare tutte le vostre problematiche, economiche, affettive, sessuali, di relazione, di comportamento, le vostre voglie, i vostri desideri, le vostre utopie, le vostre speranze, queste sono le vite degli uomini.
Dentro questa rete voi siete letteralmente imbrigliati, e finite col seguire il cammino della giornata, la ruota della giornata, senza tentare di modificare minimamente l’ordine prestabilito. Come dissi una volta vi alzate alla stessa ora, fate le stesse funzioni, lo stesso lavoro, mangiate sempre alla stessa ora, quasi mangiate sempre le stesse cose, non sperimentate mai nulla, la sera ripetete, un’altra volta mangiate poi tornate a letto da capo il giorno dopo, questa maniera meccanica di vivere è quella che distrugge l’evoluzione.
Io penso che siate abbastanza consci del fatto che uno Spirito non viene per far questo, certamente, volete che uno Spirito venga sulla Terra per dormire, alzarsi la mattina, mangiare, allevare figli, io non credo che voi accettiate questa cosa.
Poi siete costretti a farlo, ma siete costretti a farlo perché entrate in una rete, in un meccanismo da cui non sapete uscire, un po’ per la vostra debolezza, un po’ per la vostra ignoranza, incapacità psicologica, per abitudini contratte, per educazioni e forme di rapporto ormai ratificate dal tempo, anche simbolizzate, per cui una madre è madre, un marito è marito, una nonna è nonna ed un figlio è un figlio e basta. Ognuno si deve comportare secondo ciò che abbiamo inscritto a ciascuna categoria: quando si esce fuori da questo schema si diventa un cattivo marito, una cattiva moglie, un cattivo figlio, una cattiva nonna, un cattivo zio, un cattivo operaio e quel che segue. Ed allora queste forme stereotipe di comportamenti rappresentano le maglie, le reti, l’alveare nel quale siete imprigionati e quasi schiacciati, questa è la vita che voi vivete. Allora voi vivendo in questa maglia vi piace pensare che poi c’è una teoria che dice: guarda che tu puoi essere libero, guarda che tu ti puoi ribellare, per dire, esiste anche questo gesto di libertà, voi lo accettate tutto questo ma nella pratica non lo sapete fare, non lo volete fare, siete talmente prigionieri da non riuscire più a capire, siete come quel tale che girava sempre intorno alla sola casa che aveva pensando di essere libero di correre ed in realtà non si spostava di un metro dalla propria casa.
Allora è questo il discorso concreto per liberare il desiderio, per liberare l’anima, sempre se lo volete fare, sempre se accettate poi le regole del sacrificio, le regole del dolore, perché questo tipo di cambiamento vi impegna a cambiare il modello di relazione e di comportamento. Se lo fate si apre una nuova vita, se non lo fate restate nella vecchia via.
Dovete abituarvi anche a capire che l’impegno verso il mondo non è l’impegno delle regole che abbiamo detto prima, cioè la maglia, la rete entro la quale vi trovate, per cui realizzando la rete voi realizzate l’evoluzione, voi realizzando l’evoluzione dovete in conseguenza smontare la rete, dovete entrare in attrito con la vita, perché entrando in attrito voi attuate il processo della vita attiva, se non entrate in attrito voi restate fermi dove eravate. Non dovete dimostrare nulla a nessuno, è una sfida con voi stessi ovviamente, non importa che gli altri vedano la vostra rivoluzione, siete voi che dovete sentirla però questa rivoluzione, e quindi essere sempre pronti ad appoggiare le rivoluzioni degli altri, a vivere attivamente.
Ecco, cosi come io vi vedo; mi apparite come un formicaio, con un andirivieni delle formiche ìn file contrarie, uno entra uno esce sempre dallo stesso buco per ritornare sempre allo stesso buco.
Ma l’incarnazione è una sfida, voi non dovete discutere della vita in termini affettivi: io non faccio questo perché mi legano gli affetti, perché la psicologia degli affetti provoca questo e quest’altro, la vita va vissuta anzitutto per se stesso, che non significa egoismo, significa far capire anche agli altri che l’unica speranza per capire, è soffrire nel proprio cambiamento, altrimenti finite con l’avere vite che non vi servono, e questo vi obbliga a ritornare.
Io non posso dirvi quello che dovete fare e quello che non dovete fare, ne’ posso crearmi un ascendente personale sulla vostra libertà: voi dovete da par vostro prendere voi le vostre decisioni, voi non dovete mai trovarvi nella situazione di dover dire, questo io l’ho fatto perché A. me l’ha detto.
A. ha esposto una teoria, ma voi dovete entrare nella persuasione, accettare che quella teoria è conforme alla necessità della vostra vita, nel momento storico giusto, con le persone giuste, voi dovete assumervi la responsabilità dei vostri gesti, non potete trasferirla a me o a chiunque altro, ecco perché non posso farlo.
Questo naturalmente non impedisce come è successo tante volte che qualcuno mi chieda un consiglio, ed io non posso esimermi dal darlo ovviamente, ma anche all’interno del consiglio io devo sempre rispettare certe regole e fare in modo che il mio consiglio non diventi un parere talmente prevancante da togliervi la libertà di decidere. La vita è vostra.