INCONTRI 13 – Materialità e conoscenza 2 – di Marcello Carraro

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    Continuiamo dal precedente Incontro sul tema della Conoscenza quale elemento del processo evolutivo. Bisogna subito dire che non ci riferiamo alla Conoscenza che le varie tradizioni sapienziali o esoteriche ci hanno tramandato; si tratta, in effetti, di una Conoscenza storicizzata che andrebbe largamente reinterpretata, sintetizzata, e depurata da molti elementi spuri; quello a cui ci riferiamo è una Conoscenza avanzata la quale si può dividere in Conoscenza dell’uomo e Conoscenza dello Spirito, due visioni in parte molto diverse tra di loro. I significati di queste Conoscenze devono essere interpretati in modo nuovo a partire dalle loro connotazioni fondamentali.
    In termini generali l’evoluzione è conseguenza della Conoscenza e, in ambito umano, si pone in essere se è presente una spinta, uno stimolo in questo senso. L’esperienza non è altro che un accumulo di Conoscenza, ma ovviamente essa diventa tale solo se viene riconosciuta coscientemente, perché se non lo è non matura la relativa Conoscenza, la quale è un prodotto “sottile”, la parte autentica del processo dell’esperienza. Tutti gli uomini dovrebbero tendere a questo, ma cosi non avviene e ciò in base al loro momento evolutivo: lo stesso Cristo lo riconosce quando dice: “Seguimi, lascia i morti seppellire i loro morti” (Matteo 8, 22).
    Un altro punto fondamentale della Conoscenza è quello che essa deve rappresentare una scoperta vera, reale di una verità, e questa sola ha valore per lo Spirito incarnato; miti, tradizioni, dogmi, credenze  ecc. non costituiscono vera Conoscenza se non sono vissuti, reinterpretati, e posti in una chiave spirituale, cosmica. In altri termini se non acquistano un vero valore per l’individuo come punto fermo del suo essere interiore, della sua interiorità.
    La Conoscenza cioè deve essere vera e reale scoperta della realtà in chiave di esperienza individuale, come scoperta di una verità, sul piano umano questa operazione può non essere perfetta, ma credo si possa affermare che questo non ha importanza se si guarda allo sforzo e alla motivazione di chi l’ha perseguita; qui hanno valore fondamentale le intenzioni che animano I’individuo.
    Da certi livelli evolutivi l’uomo avrebbe l’obbligo interiore di perseguire i suoi stimoli interiori, i segnali che gli pervengono dallo Spirito, che costituiscono gli indirizzi da porre in atto per la sua evoluzione. Se questi rimangono inascoltati si instaurano forti insoddisfazioni inconsce, le quali possono giungere a ripercussioni quanto mai gravi per la stessa vita dell’uomo.
    Questo è un esempio basilare di come una Conoscenza si applica all’uomo. Come al solito gli antichi indiani erano ben consci del valore enorme della vera Conoscenza, la quale è una delle vere vie esoteriche, l’Jnana Yoga o Yoga della Conoscenza nacque da questa constatazione, i suoi Maestri sono stati assai pochi, e forse attualmente morirebbero di fame: non sono più i tempi del Maestro indiano Yajnavalkya (630 – 583 a. C.) i cui confronti sapienziali e filosofici con i pandit (eruditi) gli tributavano onori e ricchezza alla corte del re Janaka di Videha. La catena dei maestri vedici (rishi) e delle Upanishad (Yajnavalkya appare nella prima Upanishad vedica la Brhadaranyaka) fu uno dei più alti momenti della Conoscenza umana: il concetto della reincarnazione, per esempio, è stato apportato e sviluppato in quel contesto.
    Altra è la Conoscenza dello Spirito, la quale deve essere necessariamente di livello universale, l’unico che ha un valore fondamentale e non relativo come larga parte della conoscenza della Terra. Qui veramente la Conoscenza significa Evoluzione. La Conoscenza dello Spirito evoluto sopravanza in maniera enorme il campo relativo della Terra, la quale appare nettamente nella sua condizione del tutto limitata, circoscritta, transeunte.
    Allo Spirito nell’Universo si aprono campi enormi e infiniti di osservazione e di ricerca di Principi e leggi, ma anche i campi di ricerca e conoscenza della Divinità e delle dimensioni spirituali. Qui veramente si apre un campo illimitato di ricerca, Conoscenza ed Evoluzione eterna.
    Allora, in un certo senso, la questione si ribalta e noi comprendiamo come lo Spirito abbia sempre accompagnato i fratelli incarnati sulla Terra, apportando le rivelazioni e le intuizioni anche pratiche che hanno accompagnato o preceduto la sua evoluzione storica. Nessun Dio si è mai incarnato sulla Terra, poiché la Terra è un campo di esperienza dello Spirito, ma attraverso lo Spirito incarnato nell’uomo è sempre pervenuto ciò che era necessario per un processo di avanzamento in tutti i campi. La vera Conoscenza umana nasce da queste basi spirituali e il cerchio dello Spirito si chiude.
    Auguriamo a ogni uomo di sentire in sé la spinta, la necessità interiore della Conoscenza e avrà scelto allora una delle grandi vie iniziatiche che lo Spirito ha portato nel mondo terreno per l’uomo.

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