La procedura del dialogo interiore
«Voi non avete il tempo materiale di realizzare tutti i vostri desideri e dovete accontentarvi di alcuni di essi. Ma dovete saper accettare la rinuncia di altri desideri. La maturità sta nell’ambito dell’equilibrio di saper accettare la rinuncia, nel cambiare segno ad alcuni desideri sostituendoli, sapendosi adattare alle circostanze senza gravi traumi. Bisogna avere molte alternative, affinché non ci sia il crollo quando cade quella principale; anche questo fa parte degli accordi con se stesso. Il fatto è che voi non sapete parlare molto con voi stessi. Invece, parlare con se stessi significa prendere decisioni, accordarsi con se stessi. Se voi imparaste a parlarvi di fronte ad uno specchio, occhi negli occhi! Chi è più amico dei vostri occhi, chi è più amico della vostra stessa voce che vi parla? Dovete interrogarvi chiamandovi per nome per sapere ciò che deve essere fatto e come. Non sapendo parlare con voi stessi, talvolta non sapete parlare con gli altri, perché ad essi non sapete parlare di voi stessi e, non sapendolo fare, gli altri non possono capire o non vogliono capire o non hanno interesse a capire, perché non avendo neppure gli altri parlato mai con se stessi, non possono parlare con voi. Così il giro dell’incomprensione del non-dialogo si amplia e si lascia spazio soltanto all’emotività selvaggia, alla irrazionalità, ad una energia incontrollata ed incontrollabile che, tale essendo, non può promettere nulla di buono, perché dietro non c’è niente, c’è pura energia in movimento, pura aggressività verso se stessi e gli altri. Ma quella verso gli altri è sempre un’aggressività verso se stessi, in primo luogo. L’aggressività verso se stessi è la rabbia di non poter essere come si vorrebbe e non potendo essere così, si scatena la furia interiore, l’impotenza che genera tensione, compressione, esplosione di se stessi. Tutto questo perché dietro non c’è l’attività della ragione e non c’è neppure l’attività del sogno e la metafora della vita che pone gli interrogativi. Bisogna spostare i desideri, manipolarli, anticiparli, posticiparli, chiarire i propri bisogni, però giostrarli nella scacchiera dell’esistenza, vivendo cioè secondo una serie di ipotesi, di rinvii, di accettazioni, dí rinunzie, di alternative, di sostituzioni. Se la mente non sa fare questo, si arresta davanti agli ostacoli ed impazzisce. Non sa che l’ostacolo può essere aggirato. Lo vede e non sa arrampicarsi, mentre invece, si può semplicemente aggirarlo. Le strategie della psiche e dell’esistenza interiore sono infinite quanto è infinito lo Spirito, perché il vostro inconscio è veramente un pozzo che non finisce mai e per il tempo che dovete vivere ce n’è più che in abbondanza per trovarci dentro tutto ciò che volete. L’inconscio che avete vi basterebbe almeno per duemila anni di vita: e di vita ne avete, invece, così poca. Quindi è soltanto una questione di strategia, di abilità; saper trovar ciò che va bene al momento giusto: e se non va bene si può anche gettar via e prendere dell’altro. L’importante è dominare l’e-motività, affrontarla con calma, con fantasia. La calma significa anche saper rinunciare all’immediatezza e capire. Quando non si capisce non bisogna andare avanti, bisogna fermarsi ed interrogarsi per capire dove sta lo sbaglio per cui non si riesce ad andare avanti» (CDX 2/1987).