LA RESPONSABILITA’ DI SALVAGUARDARE LA DOTTRINA

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                                    PREFAZIONE di Marcello Carraro. 

    Quella che segue fa parte delle ultime sedute di Corrado Piancastelli il cui impegno medianico si considera chiuso – appunto – nel 2005 come ebbe a dichiarare autorevolmente anche Silvio Ravaldini a chi scrive.
   Il tema di quella ormai lontana serata è una sorta di testamento riguardante la dottrina che questo straordinario Maestro aveva portato e dipanato nei decenni per svilupparla a livelli di altissimo valore in più ambiti fondamentali della realtà umana. Egli esprime qui tutte le sue speranze e l’augurio che questi grandissimi temi d’insegnamento possano essere portati avanti nel tempo e messi a disposizione di tutti e – specialmente – di quei giovani i quali abbiano la spinta e lo stimolo di non perdersi inutilmente nel mondo ma di arricchire la loro interiorità e Conoscenza e – in questo modo – darsi un quadro di vita molto più armoniosamente avanzato nonché profondamente congruo e coerente alle vere necessità dell’uomo e dello Spirito.

Seduta del 21 ottobre 2005

    Il Maestro Andrea apre la seduta commentando e precisando brevemente la metodologia e lo scopo della sua comunicazione per il mondo umano e ricordando ai “testimoni” l’obbligo morale, per il futuro, di vigilare e tutelare il patrimonio di lezioni che, nel tempo, si sono andate accumulando. Purtroppo è accaduto e accadrà sempre che il lavoro di una vita venga poi travisato e interpretato in maniera scorretta.

A. – Accade già oggi e posso facilmente immaginare quello che accadrà domani, e ribadisco che la forma inconsueta di questa tipologia di comunicazioni non deve trarre in inganno e ridurre il materiale a pura comunicazione medianica: c’è qualcosa di più e molto di più di una semplice comunicazione medianica.
    C’è, al di là delle parole che ho potuto usare in circa e più mezzo secolo di comunicazioni, c’è qualcosa di più, c’è il senso, l’avvertimento, c’è la nozione stessa di un discorso che riguarda molto da vicino il rapporto tra la vita e la morte, e soprattutto c’è il senso di una proposta culturale, filosofica, scientifica se vogliamo dir così, ingredienti vale a dire che potranno costituire per chi vorrà svilupparla altre proposte, lunghi discorsi, finanche nuovi teoremi.

    Io ho dovuto usare una mediazione tra pensiero dello Spirito e linguaggio umano, non ho usato mai, dovete darmene atto, finché ho potuto, una costruzione accademica del discorso, ma ho parlato a voi come a persone amiche, fratelli, convenuti per qualcosa che è anche diventata una consuetudine, un rito, e quindi ho detto cose comprensibili, semplici, anche se taluni non hanno capito, ma per chi ne coglie il senso c’è tutta una proposta filosofica, in un certo senso annodata dall’antico al presente, da una filosofia antica ad una filosofia moderna e finanche ad una psicologia del comportamento. Forse c’è anche stata dell’utopia, perché no, ma ogni discorso propositivo deve sempre avere quel tanto di utopia che sorpassi il contingente.
    So bene che molte delle cose dette non verranno attuate, non verranno vissute, almeno non da tutti, certo da pochissimi, ma tuttavia l’utopia consiste nel sapere sempre che c’è qualcosa di raggiungibile, e questo qualcosa in qualche modo è stato detto.
    Vi abbiamo dato quasi tutto quel che andava dato, altro lo si desume dall’insieme del discorso, perché è quello che bisogna capire, il filo conduttore anche per le cose non dette, vale a dire un sistema di vita che deve proporsi fondamentalmente come esperienza dell’essere, come essenza di qualcos’altro che accompagna la vita dell’uomo giorno dopo giorno.
    Poi la vita riprende con tutte le sue cose quotidiane, con i problemi legati all’economia, al vivere, allo stare insieme, al coniugare desideri, speranze e la dura realtà quotidiana, ma tutto ciò sempre all’interno di un progetto di esistenza, ed è questa l’idea di fondo che ha sempre pervaso tutto il nostro dire.
    Ora questo deve essere mantenuto e conservato: non si tratta della conservazione pura e semplice di sedute, di raccolte, ma si tratta di avere sempre presente che l’insieme di questo discorso, con tutta la sua utopia, deve essere mantenuto e conservato, perché certamente altri in un futuro lo raccoglieranno, lo rivisiteranno, troveranno quelle parti funzionali che si adattano ad un nuovo discorso, che può essere sociologico, filosofico, psicologico, e quindi mi auguro sempre anche che altri giovani o più giovani possano poi ritrovarsi su questa linea e quindi alleviare in qualche modo le difficoltà che questo discorso incontrerà, sia dal punto di vista filosofico e soprattutto dal punto di vista teologico.
    Bene, ora mi pongo all’ascolto delle vostre domande.

CONCLUSIONI DI QUESTO MOMENTO STORICO.
Il Maestro Andrea in tutta evidenza ci ha lasciato la traccia per operare nel futuro conservando e diffondendo la sua dottrina e il suo insegnamento – che a nostro avviso – rimane ancora dopo decenni il più avanzato e razionale sistema filosofico e metafisico esistente. Non ci possiamo nascondere le difficoltà che stiamo affrontando e che sono sorte da tanti e gravi errori di cui in passato e – sino a ora – non ci si è resi consapevolmente conto. Una dottrina di questo livello difficilmente può essere data e assimilata senza che ci siano delle basi preparatorie e meno impegnative a livello concettuale; a questo scopo, per chi è più lontano da questi ambiti, chi scrive, nei decenni passati ebbe a scrivere un testo di “preparazione” e di “lettura” del mondo totalmente basato sugli aspetti della dottrina del Maestro.

    Per la parte più direttamente dottrinaria e tematica è stata accumulata una poderosa raccolta di sedute e di testi originali che verrà travasata in un apposito sito WEB, ove ognuno potrà trarre quello che sente più consono e adatto alla sua realtà e necessità conoscitiva e interiore. Ma tutto questo enorme lavoro sarebbe totalmente inutile in quanto quello del Maestro Andrea è un insegnamento e una dottrina che non sono statici in sé ma devono essere capiti ed elaborati concettualmente per entrare a far parte della visione pratica ed esistenziale della vita di ognuno. Il Maestro Andrea ribadisce la necessità di ELABORARE in sé questo enorme insegnamento perché possa dare il meglio e risvegliare l’interiorità a una nuova Luce di Conoscenza e di vera utilità esperienziale dello Spirito.  

This article has 3 Comments

  1. Mi fa molto piacere che qualcuno si adoperi per diffondere il messaggio di Andrea; purtroppo, con la morte di Corrado Piancastelli ( che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente nel 2010) e la successiva chiusura del CIP temevo tutto finisse nella dimenticanza.
    Già avevo espresso la mia contrarietà alla chiusura del CIP, perchè i discepoli, anche se sono molto lontani dalla levatura del Maestro, debbono comunque proseguire l’opera di diffusione dopo un periodo di umano smarrimento ( così fecero , pur tra mille difficoltà, gli Apostoli dopo la morte di Gesù).
    Seguirò con attenzione il vostro lavoro, grazie sin da ora.
    Francesco Mattana

  2. Siamo completamente d’accordo. La chiusura del CIP a suo tempo ci colpi molto in quanto ci sembrava un tentativo assurdo di mettere a tacere tutto e levarsi dalle scatole un impiccio fastidioso. Non si sa a chi addossare le responsabilità effettive di quella maldestra operazione ma certamente dietro vi fu una volontà di chiudere e affossare un’iniziativa eccezionale anche se nel caso in questione non si fece il minimo tentativo di continuare, e c’era certamente chi era in grado di farlo…

  3. Parlai qualche mese fa con uno dei responsabili della fondazione Bozzano De Bonis di Bologna dove il carissimo Ravaldini ne fu presidente . Mi dissero che la famiglia di Piancastelli ha vietato tutto. qualsiasi cosa . Volendo far dimenticare tutti questi anni di cose incredibili. Personalmente sono anni che ascolto la voce di Andrea,e ogni giorno ringrazio per questo.

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