La retorica dell’interiorità

La retorica dell’interiorità

«La manifestazione dell’interno, dello Spirito, non necessa-riamente ha i connotati della sacralità, della moralità nel senso religioso del termine, perché lo Spirito viene in Terra per conoscere la Terra, la materialità, per verificarla, per percorrerla. Qualsiasi parte, qualsiasi segmento di questo perconirnento, anche se non ha la connotazione del sacrale, è ugualmente spirituale. In questo senso io dissi una volta; la carità non è fatta di cose grandi, ma può essere fatta di cose piccole. Se voi avete un solo pezzo di pane e lo donate, quello è un grande atto di carità… Ecco che dunque il cammino, lo svolgersi dell’interiorità, non è affatto importante che avvenga nella cosiddetta sfera del sacrale, può trattarsi anche di una serie di operazioni semplici nelle quali è impegnato lo Spirito che sta conoscendo. Ed è per questo che le esperienze possono riguardare anche zone molto banali della vita di una persona, cose che sembrano insignificanti, ma che diventano importanti se sono percorse facendovi partecipare tutta la persona, e dunque rendendo la cosa sperimentata, acquisita, conosciuta. Per fare questo è necessario che tutti gli atti siano attivi e non passivi: cioé la vita non va subita, ma va proposta…». (Lez. cit.).

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