D. – Vorremmo sapere qualcosa – almeno in linea di larga mas-sima – della nostra attività interiore, cioé l’attività del nostro Spi-rito, quando dormiamo. Che cosa facciamo mentre il nostro corpo riposa? Vi sono delle comunicazioni con voi ?-
A. – Mi fa piacere questa domanda, perché posso rispondere su cose che, forse, non ho detto con molta precisione le altre volte che mi è stato chiesto qualcosa del genere. Naturalmente voi sapete che durante il sonno lo Spirito ha la possibilità di staccarsi, di allontanarsi dal proprio corpo, conservandone il contatto attraverso una sorta di “cordone”, per dirla con termini molto umani. Può allontanarsi, ha varie possibilità, come quella anche di entrare in contatto con altri esseri spirituali, ovvero esseri che ha lasciato prima dell’incarnazione. Il tutto è regolato in maniera molto precisa, per evitare che da questi incontri derivino traumi da riportare poi una volta svegli; ma l’attività principale risiede in una serie di piccoli interventi sul lavoro effettuato mentre il corpo era in attività. In effetti si tratta di rielaborazione parziale, di situazioni o di fatti che sono accaduti nel corso della giornata. Questo modo di procedere non ha un significato conclusivo, perché soltanto dall’intera vita può venire una conclusività generale di tutta l’attività esperienziale; tuttavia piccoli assestamenti, e anche piccole progettazioni, possono essere realizzati nel corso del sonno del corpo.
Attenzione, perché gli uomini facilmente amano dedurre cose inverosimili da ciò che accade durante il sonno, perciò è bene dire che non si tratta di programmazioni vere e proprie, ma di micro aggiustamenti, sempre rispetto al progetto originario dello Spirito, quindi al di là della vostra logica. Micro aggiustamenti non vuol dire che situazioni negative divengano positive o meno negative, oppure che si progetti qualcosa che abbia un carattere piacevole o spiacevole, perché il tutto resta affidato, ovviamente, all’incontro generale che lo Spirito ha avuto col corpo al momento dell’incarnazione. Però, benché la cosa a voi possa sfuggire, lo Spirito ha qualche possibilità di rettifica, o di piccole modifiche, nel corso della vita sulla Terra, e le può realizzare molto bene, sicuramente meglio quando il corpo è in una situazione non attentiva riguardo alle esperienze del mondo. Ora, alcune volte, queste attività dello Spirito possono diventare sogno, ma quasi mai ciò accade. Nel corso del riposo quindi, diciamo della notte, convenzionalmente, possono essere richiamate esperienze. Per esempio lo Spirito può avere necessità, sempre per poter microaggiustare, per così dire, certe valutazioni o certe incidenze della vita, può avere necessità di richiamare qualche esperienza di una vita precedente che normalmente non è presente allo stato attentivo, allo stato cosciente dello Spirito. Può avere necessità di richiamarla perché può essergli utile un’informazione passata rispetto al presente. Qualche volta ciò avviene attraverso un trauma: per esempio io considero trauma il sogno; in questo caso, molte volte voi potete avere dei sogni che riguardano una vita precedente, che rappresentano direi, ín fondo, un errore di passaggio dell’informazione, perché voi allo stato di veglia non dovreste avere memoria di una vita precedente. Dunque, come vedete, diciamo che il sonno è enormemente ricco di fatti che avvengono a livello dello Spirito. Naturalmente avvengono al di là del sistema nervoso, quindi al di là di un impegno vero e proprio di tipo cerebrale. Il corpo viene lasciato in riposo e quindi anche l’attività cerebrale decresce, è meno attentiva, e dunque in una situazione di riposo, al di là quindi del cervello; ma comunque, collegata con l’attività cerebrale, si svolge un’attività silenziosa che impegna soprattutto i livelli dell’anima. Siamo, è chiaro, a livello di informazioni dell’anima; è l’anima che reclama una serie di attivazioni e di ricordi, per mettere in moto una serie di meccanismi che dovranno servirle a livello di comportamento interno rispetto alle esperienze già fatte e rispetto a quelle da fare. Quindi questo c’è da dire complessivamente, e c’è anche da dire che l’esperienza del sonno, svolta in questo modo, completa molte parti evolutive del soggetto. Il soggetto non ha la necessità di realizzare tutto quello che gli è necessario allo stato di veglia, ma utilizza, nei limiti del possibile, anche ciò che può utilizzare a livello di sonno del corpo, ossia per spostamento; perché, lo Spirito, spostandosi dal corpo, ha la possibilità di vedere certe cose e quindi completare in questo modo certe esperienze senza farle del tutto completamente ogni volta. Qui entriamo in un campo estremamente interessante e poco sondato. Quali sono queste fondamentali esperienze che può fare in un corpo vivente? Ecco, in primo luogo effettua esperienze di tipo affettivo. Per affettivo qui non intendo necessariamente l’affetto verso una persona, ma verso le cose del mondo, comprese le persone. Non a caso durante il sonno si rielaborano i sentimenti, si riassestano certi contatti mentali con gli oggetti e con le persone. Dunque durante il sonno avvengono attività che sono, si capisce, strettamente della sfera emotiva, quindi del cervello; ma stiamo sempre comunque parlando del cervello di quel soggetto, del cervello di quell’anima e quindi dell’anima di quel cervello, e non stiamo parlando di altro; ma comunque sempre di questa individualità, diciamo ipotetica, in esame. Allora l’anima riesce ad intervenire sull’elaborazione affettiva, sull’elaborazione dei sentimenti, sul senso di realtà e di irrealtà che il suo corpo vivente ha col mondo, e può intervenire nella sfera dell’elaborazione, a volte accettando, separando, criticando, sottraendo e aggiungendo in base ad una finalità che coscientemente il soggetto non ha. Quindi i processi, i microprocessì, ma anche alcuni macroprocessi,sono particolarmente impegnativi. L’io cosciente non li ricorderà,ma li utilizzerà, tuttavia, perché nel corso della notte l’assestamento di valutazioni, di criteri, di sentimenti, di affettività, avvengono sotto il controllo dell’anima. Non tutti, si capisce, ma anche quando l’anima non vi partecipa, indirettamente esamina il percorso dell’attività del proprio cervello e può andare ad aggiungere o a sottrarre stimoli secondo la finalità della sua incarnazione; e quindi portando riparo, aggiungendo o sottraendo in maniera da tentare continuamente di avere la propria coscienza, per così dire, sotto controllo.Non sempre vi riuscirà o per lo meno non vi riuscirà che in parte.Questo rientra nel discorso che abbiamo detto: che complessivamente la vita dell’uomo non soddisfa la vita dello Spirito, non risponde interamente alla vita dello Spirito.Tuttavia, sempre nel corso del sonno, è possibile avere una seriedi esperienze che sfuggono all’esperienza cosciente del mondo. Con questo io aggiungo un’altra cosa (mi fa piacere che mi sia stata fatta questa domanda): ciò giustifica l’esistenza di molti momenti della vita apparentemente inutili o inutilizzati, l’uso di scarti nell’esperienza; lo Spirito può operare a un livello in cui la coscienza è disattenta durante il sonno per recuperare alcuni scarti, per recuperare alcuni momenti insignificanti dell’esistenza e riproporseli in un’elaborazione che egli può utilizzare.Ancora una volta il tramite anima funziona in un doppio senso,sempre di entrata e di uscita, per così dire: funziona cioè comestimolo e come ricevitore, quindi come trasmettitore e come ricevitore, per far passare, dare, concedere esperienze, proporne altre, elaborarne alcune sottratte alla vigilanza dell’io cosciente.Bene, mi pare di aver detto abbastanza e che il tutto sia chiaro.
D. – E i sogni premonitori? –
A. – I sogni premonitori possono rientrare nella capacità medianica del soggetto e possono, naturalmente qualche volta, essere anche una di queste manifestazioni, diciamo di quest’anima che può antevedere, perché l’anima ha una qualità veggente naturale;appartenendo, direi in larga parte, al nostro mondo, ha una naturale capacità di lettura del futuro.
D. – Allora la notte, a nostra insaputa (perché a livello cosciente nulla sappiamo) abbiamo una vita attiva e molto ricca, si potrebbe dire. –
A. – A livello spirituale voi avete, si capisce, una vita molto ricca.Il vostro Spirito, nelle circostanze molteplici dell’esistenza, e quindi specialmente durante il sonno, é in continuo contatto con noi e con altre situazioni, alcune delle quali non devono esservi note a livello cosciente. Tuttavia ha una vita molto ricca, che integra e completa, diciamo, la vita propria del vostro Spirito.da tener presente che questa esperienza che state facendo sullaTerra, è un’esperienza temporalmente abbastanza ridicola; dicotemporalmente, perché a voi sembra di vivere chissà da quanto, ma per noi, dal momento che ci avete lasciati per incarnarvi è passato il tempo di un sospiro. Eppure in questo tempo di un sospiro voi avete costruito le vostre vite, le vostre rabbie, i vostri amori, i vostri incontri, i vostri scontri, ci avete conosciuti.
Voglio dire che per voi il tempo ha avuto un’altra funzione, ma per me è come se ci aveste lasciati un momento fa. E siete nati, e da questa nascita state facendo tutte queste cose nello stesso modo come nei vostri sogni. Gli avvenimenti, sia pur lunghissimi, hanno la frazione di minuti e ve ne accorgete solo quando vi svegliate che non c’è rapporto tra la quantità degli avvenimenti e il tempo della percezione. Così è per noi. Quindi, quando veramente lascerete il corpo, per voi sarà nient’altro che un rientro nel quale vi chiederete se poi non sia passato veramente il tempo di un sospiro, e vi accorgerete che le cose stanno proprio così.
Ecco dunque che, rispetto a questa sproporzione, per voi le dif-ficoltà, rispetto al problema dello Spirito, aumentano e non diminuiscono, perché con le concezioni spazio-temporali della Terra non riuscirete mai compiutamente a dar conto ai materialisti dell’esistenza dello Spirito. Perché veramente la vita dello Spirito è talmente al di là dello spazio-tempo, delle successioni, delle dimostrazioni, che se doveste imprigionare l’esperienza, l’apparizione, le modalità di essere di uno Spirito, vi smarrireste completamente. Voi potreste dire a uno Spirito: “Ma come! Dammi un segno che ci sei!”. E quello potrebbe rispondervi: “Ma io te l’ho dato il segno. Ma voi soggiungerete: ” Ma io non ho sentito nulla”, “Ma come non hai sentito nulla, eppure te l’ho dato!”. Ed effettivamente lo Spirito può avervi dato un segno. Il solo problema è che è stato talmente al di là dello spazio-tempo umano che voi non avete potuto captarlo, non avete potuto fermarlo; e né potete impedire che lo Spirito agisca e viva così, perché è così che esiste lo Spirito. Nello stesso modo così come per me voi siete nati in questo momento e tutto il vostro vissuto è stato un sospiro e basta. Per l’uomo capire il non tempo è un assurdo: io me ne rendo conto. Pensa quante volte io nelle mie vite mi ero riproposto: “Ora vado in Terra e quel tempo che vedo da lontano, quella successione in cui finirò col trovarmi è una cosa che assolutamente vorrò capire.” Quindi mi preparavo, mi addestravo, cercavo di portarmi nell’incarnazione da fare con una serie di stimoli atti a dover farmi capire. E poi siccome sono stato nelle varie circostanze un filosofo, mi sono occupato di matematica, mi sono occupato di problemi che potevano essere correlati con quell’istinto… ebbene, a parte il fatto che poi una volta che sono nato non me ne sono più ricordato, ovviamente, perché non potevo ricordarmi le cose della vita precedente, da Spirito, perché ho avuto un’infanzia ed il mio Spirito è caduto nella trappola della disinformazione, della crescita umana, voglio dire. Ebbene, nonostante tutto questo, nonostante un’evoluzione anche abbastanza significativa rispetto al sistema Terra di quel momento, assolutamente non ho potuto fermare con un discorso, con una formula, con un linguaggio, con un’intuizione, il mio tempo umano col mio non-tempo spirituale, o, voglio dire, con un altro “tempo spirituale”, ammesso che si possa parlare di un tempo spirituale; diciamo la successione temporale umana con la mia “successione spirituale”. Non potevo farci niente, e tante volte poi, morto il mio corpo, sono ritornato Spirito, mi sono ripreso qualche tentativo che sembrava collegare la mia vita con la mia morte, ma mi sono detto: “È impossibile sulla Terra, sul piano materiale, poter concepire una successione che non sia legata al ritmo naturale, al ritmo biologico, al ritmo della scansione matematica, direi, della materia.” E dunque ho dovuto convenire che, anche con tutti i possibili sforzi , resta una differenza sostanziale tra l’essere vivi da Spiriti e l’essere vivi da Spiriti incarnati, ovvero la differenza ormai solita che sappiamo tra la vita e la morte. Così stanno le cose. Qualche volta funziona la concezione del non-tempo nel meccanismo del sogno. Diciamo nel meccanismo del sogno, perché il sonno al di là del sogno voi non lo percepite: cadete nel letargo del sonno e l’Unica coscienza che avete di voi è il sogno, perché quello ritorna allo stato della coscienza. E questo sogno vi appare connotato col non-tempo. Voi avete una successione incredibile di avvenimenti, ma due orologi posti all’inizio e alla fine vi direbbero che sono passati pochi secondi per una successione che normalmente potrebbe avere bisogno di ore intere, di giorni interi, di interi periodi di vite, perché nel sogno sparisce il tempo ed avviene la condensazione, ma soprattutto lo spostamento dell’asse cosciente a non momenti quali sono i sogni, a non momenti, perché guai a parlare di momenti, perché entreremmo già nella successione temporale. Come vedete, anche il linguaggio si articola in un altro modo e quindi si parla di non momenti, di non realtà, di non spazialità, di non successione, di non successività. Perciò occorre anteporre il “non” a tutte le possibili parole significanti della vita umana, per concepire una cosa che è, indubbiamente, ma che per voi appare che non è. E il non è, il non tempo, il non successivo, il non formale, il non temporalizzabile, il non quantizzabile, il non matematico e tutti i “non” possibili, forse vi danno l’intuizione di ciò che è, ma che contemporaneamente non è. E questo è il nostro modo di essere, che per voi è un non modo di essere, per voi finché siete vivi. Allora quando voi dormite accade che veniate da questa parte, e venendo da questa parte Anche qui ci intendiamo un po’ per parole non precise, perché qui non c’è un voi che viene da noi o un noi che viene da voi; la cosa non ha molto senso, perché non c’è solo il tempo che manca, ma anche lo spazio nel senso che intendete voi. Quindi voi non viaggiate attraverso una dimensione, ma viaggiate attraverso una non dimensione. Noi comunque c’incontriamo, perché alla fine il senso del discorso ci porta a dire “c’incontriamo”. Poi mettetela come vi pare: se c’incontriamo viaggiando, camminando, volando, attraversando una stanza o cinquemila chilometri o cinque miliardi di chilometri di distanza. La cosa è insignificante. Il che vuol dire, ancora una volta, che veramente il nostro mondo è un altro rispetto al vostro. E per far capir questo, forse, occorrerà soltanto la morte, perché gli uomini non riusciranno mai a capire la nostra dimensione. C’incontriamo, questa è la cosa certa, nel senso che c’è un contatto e c’è uno scambio: uno scambio che è attivo, che è significante. Sono i nostri Spiriti che si incontrano: noi fratelli che ci incontriamo con voi, apparentemente morti nella dimensione del sonno. Ed ecco che allora i poeti l’incontro lo avvertono come dimensione del so-gno, perché in realtà c’è un incontro nella dimensione del sonno che diventa uno scambio linguistico, dunque un sogno: un racconto, un raccontarsi, un reciprocamente scambiarsi. Questo è il nostro mondo, questa è proprio l’essenza, diciamo, del nostro stato, del nostro modo di essere, nel quale vi coinvolgiamo durante i momenti che sono, sì del sonno, ma che poi possono essere i momenti dell’alta meditazione, dell’alta scomposizione, diciamo della coscienza, per entrare in una dimensione interiore. Vari momenti fra loro comunque somiglianti e fra loro uniti dalla caratteristica comune che è quella di aver sospeso il momento della coscienza e di aver raggiunto un’altra modalità dell’essere.