Le radici dell’Umanesimo e le Nuove Proposte
Anche una notevole parte della psicologia ha adottato il termine umanistico. Nel 1962 lo fecero i seguaci di Abraham Maslow con un manifesto che centrava l’attenzione sull’esperienza totale della persona, in alternativa alla psicologia sia freudiana che comportamenetista. La differenza fra questa psicologia e quella che noi proponiamo è nel fatto che nella nostra teorizzazione è fondamentale il principio dell’Anima (il cui nucleo centrale è lo Spirito) che radica, nel suo in-sè, la soggettività e l’individualità.
La parapsicologia umanistica – a differenza della psicologia americana che non ha un passato – affonda le proprie radici, in modo del tutto naturale, nell’antica cultura greca e poi, con un salto gigantesco, nel Rinascimento, vale a dire in una tradizione che (forse) era iniziata con Francesco Petrarca e che poi, storiograficamente, si chiuse con Rousseau, comprendendovi, ad esempio, Cusano, Pica, Ficino, Campanella, Giordano Bruno, fino alla scienza contemporanea.
Ma come non sottolineare l’influenza netta del platonismo e dell’i-dealismo, cioè di quell’insieme di pensiero che riconosce il valore primario dello Spirito sul mondo finito? Come non ricordare l’influenza del daimon nella creatività dei filosofi greci e le esperienze mescaliniche di Castaneda, fino allo sciamanesimo di Mircea Eliade e l’origine ascetica delle rivelazioni o delle arti nel concreto formarsi del pensiero e della civiltà?
Nella parapsicologia umanistica l’umanesimo del classicismo, per noi, assume un significato ancora più preciso, ai nostri fini, se integrata con queste precisazioni:
1) – il riconoscimento dell’uomo visto nella totalità di corpo e anima;
2) – il riconoscimento del ruolo dominante dell’uomo sulla natura;
3) – il riconoscimento filologico della Storia per riconoscere i significati ed i valori espressi creativamente dall’uomo;
4) – il riconoscimento e l’accettazione del valore del piacere e della cultura;
5) – il riconoscimento di ogni filosofia che faccia dell’Essere «la misura delle cose»;
6 – il riconoscimento che tutti gli esseri umani sono un’Anima in un corpo.
L’individualità profonda è il nucleo di quest’Anima, per cui non c’è nessun salto di natura, nè alcun problema di logica da risolvere. Quest’Anima è tuttavia dimentica di sè perché chiusa nella sovrastruttura del corpo e della mente. La sovrastruttura è costituita dalle formazioni mentali che condizionano e imprigionano l’Essere: il mondo, cioè, con le sue ideologie e teologie, le sue inibizioni e tabù, con le pedagogie e le psicologie emotive e degli affetti.
Ciascun’Anima è prigioniera ed esprime il suo disagio attraverso la nevrosi esistenziale, (generatrice di malattie somatiche e sociali) utilizzando il linguaggio della mente come segnale di sofferenza.
7) — il riconoscimento che siamo noi la nostra Anima ci impone il discoprimento della realtà interiore per distinguere la volontà progettuale dell’Essere dal desiderio soltanto mondano della mente (ricchezze, benessere, agi, riposo, piacere, ecc.); ne deriva che il fine della vita dell’Anima non può coincidere con quello della Natura dei corpi;
8) — il riconoscimento che l’Anima è eterna, preesiste al corpo e sopravviverà anche dopo la morte, conservando l’autocoscienza e la coesione della propria struttura. Senza questi due principi l’Anima si sfalderebbe e si disperderebbe nell’Universo. Ciò costituirebbe una vera morte per l’eternità;
9) — il riconoscimento che l’Anima non è propriamente un soffio «vitale» come dicevano i filosofi greci, o una metafora, e non ha nulla di romantico. L’Anima non può essere altro che una struttura vitale ed energetica della stessa natura dell’energia universale, ma dotata, (contrariamente all’energia indifferenziata) di unità, individualità, coesività, intelligenza autoriflessiva e critica, inscindibilità, conservazione della propria massa, eternità, infinitezza potenziale.
L’Anima è in continua evoluzione e cambiamento, ma non nella struttura individuale, perché la struttura individuale e centrale è lo Spirito, nucleo che potrebbe (dovrebbe) essere della stessa natura di Dio: è lo Spirito che rappresenta la vera individualità e stato di coscienza dell’Anima. Se l’Anima è soggetta a mutamento, lo Spirito invece (come nucleo di esistenza e di individualità) è immodificabile: questo nucleo, infatti, costituisce la vita dell’Essere.
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Questa impostazione eleva la parapsicologia a disciplina scientifica e filosofica e la depura dal carattere occultistico che l’ha sempre contrassegnata, nonostante il lavoro di benemeriti ricercatori. La parapsicologia umanistica é una procedura di conoscenza e di ricerca ed implica, in modo naturale e spontaneo, il concetto di terapia come ritrovamento e cura dell’Anima, riconoscendo, a questa, l’attributo di realtà autonoma