LO SPECIFICO DEL CASO PIANCASTELLI-Introduzione

 

Nei primi anni del 1970, su richiesta dell’allora presidente del CIP -Centro di Parapsicologia di Napoli Prof. Giorgio di Simone, il Dr. Massimo Morlino, oggi medico psichiatra, coordinò una ricerca elettroencefalografica durante la trance di Piancastelli.

Il tracciato EEG fu eseguito nella Clinica per le Malattie Nervose e Mentali del 2° Policlinico delltTniversità di Napoli, alla presenza di altri clinici e precisamente del Direttore dell’Istituto Prof.Buscaino, del Prof. A. D’Errico, della Dr.ssa M. Vittoria Turra, del Dr. Striano e dei tecnici dell’Università, degli stessi Dr. Morlino e Prof. di Simone.

Il Dr. Morlino, estensore della relazione pubblicata sulla Rivista del CIP “Informazioni di Parapsicologia” divise l’intera trance in quattro fasi:

1^ fase o prodromica caratterizzata da rilasciamento muscolare completo e da un probabile stato di vuoto mentale;

2^ fase o di induzione caratterizzata da un’accentuata iperpnea e da un’imponente attività motoria; 3^ fase o della trance comunicante vera e propria

4^ fase del ritorno della coscienza.

Lo studio elettroencefalografico di queste fasi ha evidenziato la presenza di onde alfa, tipiche del sonno, nella fase di trance parlante. Ciò è incompatibile con lo stato di veglia attiva in cui si trova il medium, che parla a voce alta esprimendo complesse costruzioni filosofiche con precisione espressiva semantica e linguistica.

Tale osservazione ha posto un quesito di difficile risoluzione, soprattutto se riferito alle attuali conoscenze sui meccanismi che regolano la fisiologia del Sistema Nervoso Centrale.

Come è possibile che una struttura logico-fonetica quale è quella dell’Entità A, registrata e documentata con gli oscillogrammi, non segua la solita via prestabilita del sistema nervoso centrale?

Come mai non abbiamo il “fenomeno di Berger”, cioè l’interruzione dell’onda alfa? E’ forse, questo complesso logico-fonetico, una struttura aliena?

Probabilmente siamo in possesso del 2° dato che depone per questa ipotesi.

Si tenga presente, comunque, che non possediamo elementi che confermino,di norma, la presenza di alfa durante l’attività mentale.

Anzi, le registrazioni di controllo effettuate prima della trance, confermano l’assenza dell’Alfa prima della trance stessa.

E che Alfa sia un’onda di riposo lo si deduce anche dalla sua comparsa nel tracciato durante il sonno paradosso.

La presenza dell’onda Alfa nel caso di Piancastelli non è l’unico aspetto paradossale dei vari momenti della trance ad incorporazione durante la fase dialogica.

Infatti, si è constatata anche la formalizzazione verbale con caratteri fonetici peculiari e distinti. In pratica, la voce che si manifesta durante la trance è diversa da quella di Piancastelli.

Perché e come accada è un enigma!

Varrebbe forse la pena di rianalizzare questa seconda voce a distanza di anni (1971 e 1972) dall’accertamento eseguito su campioni della voce dell’Entità A e di Piancastelli, tenuto conto delle modifiche strutturali, anatomiche e di invecchiamento dell’apparato fonetico del medium.

Non dovremmo aspettarci grosse variazioni e potremmo rilevare un aspetto dissimile da quanto avviene nelle imitazioni.

Gli imitatori, ad esempio, riescono a riprodurre la voce voluta con buona approssimazione, ma sottoposti all’esame oscillografico rivelano sempre l’origine imitativa.

Inoltre l’imitazione risente, nel tempo, delle modifiche che possono intervenire nell’apparato fonetico dell’imitatore, per invecchiamento o per patologie.

Ma c’è da considerare un dettaglio non trascurabile: chi dovrebbe imitare l’Entità A dal momento che essa non ha mai affermato di essere qualcuno riconoscibile e identificabile?

In pratica questa voce non farebbe altro che imitare se stessa!

L’esempio degli imitatori è portato a sostegno dell’assoluta originalità della seconda voce della trance superiore che stiamo esaminando.

Una originalità e autonomia che fa pensare a strutture anatomiche diversificate da quelle del medium.

Il Prof. Gino Sacerdote, Direttore dell’istituto di Elettroacustica Galileo Ferraris di Torino, che prima ha effettuato l’analisi spettrale e successivamente quella di voice print (il voice print viene

utilizzato anche nelle perizie dei tribunali) delle due voci (di Piancastelli e dell’Entità A) ha rilevato che “nel ritmo e nella melodia esistono differenze significative”.

Anche le vocali analizzate hanno dato gli stessi risultati, per cui il Prof. Sacerdote concluse la sua relazione escludendo che le due voci potessero appartenere alla stessa persona.

La ricerca successiva, che è stata compiuta da questa commissione, si è basata sui rilievi cardiopressori in condizioni abbastanza disomogenee tra di loro, ma sostanzialmente rispettose delle abitudini relative alla quotidianità e all’attività del medium, in modo da non aversi risultati artificiosi e imposti.

Quando Piancastelli si proponeva di tenere una seduta, non si è mai cercato di procedere secondo artificiosità che potrebbero, in apparenza, rappresentare degli standards sperimentali, ma si è lasciato tutto alla spontaneità.

Seguendo questi criteri, i rilievi sono stati effettuati in sedi diverse e gli stessi rilevatori (i medici della Commissione) si sono spostati nelle località dove il medium era portato dai suoi impegni. Peraltro, gli spostamenti erano quelli consueti dove si trovano selezionati aderenti e simpatizzanti del Centro Italiano di Parapsicologia, ammessi alle sedute in numero limitato tenuto conto della loro anzianità nel CIP e della loro partecipazione assidua e affettiva alla vita associativa.

E’ stato così possibile constatare la non influenza della latitudine e del clima. Influenza del tutto inesistente sia rispetto alle variazioni delle persone presenti alla seduta (per numero, per sesso, per età o per qualità fisiche e intellettuali) e sia rispetto alla produttività culturale della cosiddetta Entità A, aspetto questo che fa parte di numerosi altri studi che qui non vengono esaminati

Siccome la Commissione non è intervenuta con l’intento di provocare condizionamenti, l’area su cui si è espletata la serie di rilievi è enorme ed ha i suoi punti estremi nella città di Napoli da una parte e la città di Brescia dall’altra, inclusa la città di Bologna. Ciò viene riferito con l’intenzione di fornire il maggior numero di dati utilizzabili per ulteriori controlli.

Si è operato con tali modalità anche perché la cosiddetta ripetibilità del metodo scientifico è riduttiva rispetto alla ripetibilità di natura.

Questo, naturalmente, è un nostro corollario operativo che non intende togliere nulla alla validità del sistema di laboratorio.

In realtà, se si vogliono conoscere i fenomeni naturali nella loro vera dinamica, bisogna lasciarli al loro ritmo naturale che è già di per sé ripetitivo.

Aggiungasi il fatto che il fenomeno naturale non è mai solo ed obsoleto e che isolarlo dal contesto rappresenta una scelta arbitraria e difficile.

Sarebbe come pretendere di studiare la testa della medusa esaminando solo il corpo.

Tuttavia la ripetitività standard di laboratorio si rende necessaria per l’avanzamento e lo studio dell’artefatto tecnico-scientifico dove il prodotto in questione è sottoposto alle leggi che scaturiscono dalla stessa tecnologia scientifica.

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