PROCESSO DI AUTOIDENTIFICAZIONE DELLO SPIRITO

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    Come abbiamo visto, l’universo è soggetto a trasformazione e a scambio continuo tra le parti che lo compongono, mentre lo Spirito è soggetto, sì, a trasformazione, ma a trasformazione nella evoluzione, senza la perdita di quel carattere unitario che appunto lo contraddistingue, lo rende autonomo e dunque diverso dall’Universo. L’evoluzione dell’Universo non è legata ad una scelta, è appunto meccanicistica, diversamente dall’evoluzione dello Spirito che è legata alle sue libere scelte, alle sue opzioni, alla coscienza del Sé. Pertanto, dice Andrea, «restano fisse e stabili nello Spirito tutte quelle verità che sono universali, e che quindi non sono soggette a mutazione; queste restano fisse, immutabili. Una delle prime verità è l’acquisizione e l’assoluta stabilità della certezza del proprio esistere. Un’altra è la stabilità e l’eternità dell’esistere della Realtà che è fuori di sé» (CDA 5/1989 pag. 179), e, mentre vi sono aspetti dell’universo che, per il principio della relatività della verità, sono assoggettabili all’interpretazione ed al vaglio critico dello Spirito, questi invece, «sono principi che non possono essere interpretati, sono là e vanno soltanto assimilati», e — dice Andrea — «vanno acquisiti, vanno centrati nella loro misura d’esistenza, e quindi diventano patrimonio reale dello Spirito. Ed è questo primo gruppo di verità, tra l’altro, che costituisce l’essenza stessa dello Spirito, perché esso riassume queste verità come principio personalizzato, nel senso che lo Spirito è stabile, è eterno, è infinito (ibidem pag. 180). Queste qualità universali lo Spirito se le ritrova nella propria struttura, perché questa altro non é che energia universale che possiede in sé queste realtà. Lo Spirito è tutto questo: non è altro che un esistente dell’universo che, a differenza dell’universo stesso, ha una personalizzazione ed una intelligenza legata ad essa (pag. 180 ibidem). Ma dal punto di vista qualitativo, lo Spirito è identico a tutto ciò che è la realtà universale. Ma non lo è píù allorquando si definisce, poiché alla sua sostanza, l’essere costitutivo dello Spirito aggiunge la qualità dell’essere. La qualità dell’essere che trasforma l’energia di uno Spirito, il quale è l’unico essere che è in grado di poter riconoscere se stesso autonomamente e di poter svolgere un’azione critico-intelligente all’interno di se stesso: in ciò lo Spirito si differenzia dall’universo… Lo Spirito, d’altra parte, ha tutto il potenziale dentro di sè, perché egli comunque è una proiezione di Dio; e l’evoluzione consiste soltanto nel discoprire il velo dell’ignoranza, cioè discoprire l’universo ritrovandone le corrispondenze dentro di sè…» (ibidem pag. 180). In questo modo lo Spirito procede ad una sempre migliore e più precisa identificazione di sé e della propria natura e soprattutto delle proprie matrici divine

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