Il silenzio
Si accede al proprio mondo interiore, cioè nell’area della più intima, personale soggettività, attraverso la destrutturazione della ragione, cioè abbandonando la razionalità.
Però soltanto pochissimi sanno abbandonare il senso per il non-senso. I più credono che ciò sia un gioco, oppure sia poco dignitoso per una persona: molti non ci riescono per motivi ideologici e nevrotici o perché non hanno interesse a farlo. I più reclamano il controllo vigile sulla vita e nelle interazioni sociali: così pensando e così facendo per essi non si aprirà mai la porta dell’accesso interiore.
La destrutturazione della ragione implica il cambiamento ed una netta presa di posizione contraria ai condizionamenti socio-psichici e delle religioni: è questo il prezzo della libertà. Questa riconquista dell’interiorità non ha nulla a che vedere con la conoscenza diretta di Dio e dello Spirito attraverso i libri, ma è una procedura che restituisce all’Io pensante la misura e la qualità del Sè spirituale.
Tutto ciò non può che avvenire lontano dai suoni delle parole e degli stessi pensieri. E poichè allontanare i suoni e rumori vuol dire togliere segnali anzichè aggiungerne altri, non v’è alcun dubbio che il recupero dell’Anima avviene nel silenzio, perché è nel luogo del silenzio, quando il mondo tace, che l’Essere si riappropria delle verità cosmiche e della propria natura spirituale: qui avvengono scambi e transazioni ad altissimo livello e qui cominciano le pulsazioni di quella linfa che per l’uomo è sangue e per l’Essere la sua stessa sostanza vivente.
Il tacere della ragione è procedura antichissima, ma riscoperta dalla metafisica che nasce da Husserl e continua nella fenomenologia.
I maestri? Tagore, Eckard, i monaci cristiani tra il III e VI secolo, i mistici e i maestri Zen, Ramakrishna, Chuang-tzu, Krishnamurti, e altri.
Per tutti costoro il silenzio è un mezzo per far emergere voci interiori, messaggi nascosti, parole divine, verità cosmologiche, momenti di identità e di illuminazione: anche in ciò è ricono-scibile la serie di segnali che accompagnano il «viaggio»
Corrado Piancastelli