8°: Psiche ed epoca storica. Il filtro delle esperienze. – 16 febbraio 1972

esperienze

(La comunicazione nel testo originale appare autonoma, non compare cioè una domanda specifica riguardo al tema trattato. – Nota del curatore.)

A. – Il problema dei rapporti interni alla psiche non è certo esaurito. Noi ne abbiamo trattato una parte, cercando di rendere più o meno chiaro tutto quanto avviene nell’insieme psichico, ma è ancora lontano l’esaurimento del tema, anche per quanto riguarda i rapporti tra lo Spirito e la mente dell’uomo. Abbiamo parlato l’ultima volta della presenza dello Spirito Guida e della sua funzione, e abbiamo completato tale argomento…

D. – Ci sarebbero da chiarire i rapporti tra psiche alta, media e bassa, e tra preconscio e subconscio…

A. – Penso che dalle molte informazioni che potete avere da noi, potreste compiere molte deduzioni logiche. D’altra parte, noi non possiamo darvi tutto, anche per ragioni di tempo e allora una parte del lavoro la potreste ugualmente fare da voi, e non è un lavoro difficile, avendo noi tracciato le grandi linee, con molti addentellati.

Sta di fatto che questo corpo, una volta organizzatosi così come abbiamo visto col sistema psichico, con lo Spirito che gli è in pratica “alle spalle”, come un “suggeritore silenzioso”, e con quel “raddrizzatore” che è lo Spirito Guida, questo corpo – dicevo – nonostante tutte queste presenze, in realtà finisce con l’avere una vita completamente autonoma, perché – come vi è già ben chiaro – il corpo reagisce bene a stimoli materiali, e malissimo, o quasi niente, a stimoli immateriali. In un certo senso l’unico equilibrio che si crea è quello tra la psiche e il corpo. In fondo il corpo è psiche, cioè noi parliamo di corpo, ma intendiamo prevalentemente la psiche, perché il corpo come materia è soltanto un esecutore di messaggi che provengono dal cervello, attraverso il quale è la psiche che si manifesta. Dunque il corpo è soltanto la frangia estrema della psiche, di questo cervello e quando parliamo di corpo intendiamo almeno il complesso soma-psiche, non intendiamo mai lo Spirito e nemmeno l’inconscio, in un certo senso, salvo poi a riconoscerlo in quella spinta che la stessa psiche riceve.

Dunque, questa psiche, la quale – ricordiamolo – è nata dalla materia, è di natura materiale e non ha alcun carattere spirituale, e soggiace quindi alle leggi della materia. È vero però che parlando di psiche si parla di una materia tutta particolare e non della materia propriamente detta, ma è anche vero che, pur con leggi autonome, la psiche ha un orientamento prevalentemente materiale, e per “materiale” qui s’intende utilitaristico, finalistico in senso biologico.

La correzione che la psiche riceve da parte dello Spirito è mal sopportata.

Voi capite bene che numerose influenze colpiscono l’uomo: i fattori educativi, quelli che creano censure vere o false che siano, quelli che creano inibizioni, quelli che in base a principi esterni alla psiche tendono a ricondurla entro binari che non le sono propri… Ma direi che il perturbatore per eccellenza è lo Spirito: è un perturbatore che, tuttavia, non viene avvertito chiaramente e talvolta non viene avvertito affatto. Generalmente, anzi, non lo si avverte, ma è comunque un perturbatore che, attraverso l’inconscio, crea una costante frattura tra ciò che l’unità dell’individuo dovrebbe fare e ciò che in realtà fa.

Noi dicemmo una volta che gli uomini, sulla Terra, sono quasi tutti insoddisfatti. Se io riuscissi a parlare con ciascuno di voi e a discoprire un po’ il suo animo, parlando a un certo livello di maturità dovuto all’età (perché, il discorso non potrei farlo a un giovane) sono sicuro che, tranne casi eccezionali, ognuno di voi direbbe che avrebbe voluto per la sua vita qualcosa di diverso. Eppure, interrogati, nessuno di voi – tranne casi eccezionali – saprebbe esattamente dire che cosa.

Il fatto è che, a parte un’utopistica tendenza che ogni essere umano ha per voli di fantasia o come sogno interiore, c’è una realtà ben solida: e cioè che voi avete dentro un’istanza, un orientamento spirituale o qualcosa di ancor di più concretizzato, che muove dai meandri dell’inconscio con riflessi condizionati. E avete anche un modo di vivere e un comportamento (di fondo, si badi bene, non in superficie) che è completamente diverso da ciò che appare.

Significa forse questo che le incarnazioni degli Spiriti, alla fine, sono tutte dei fallimenti? No, non vuol dire esattamente questo. Vuol dire però che lo Spirito in genere prepara un certo programma che è un programma minimo e che condiziona in parte il corpo a vivere in modo tale che questo programma abbia compimento, ma accade che nel momento in cui sta per svolgersi tale programma, nel momento preciso in cui la mente dovrebbe essere preparata al suo svolgimento, essa subisce una serie di deviazioni che nascono da fattori familiari, sociali, economici, storici. Sicché alla fine abbiamo che tra l’inconscio e la coscienza si crea veramente una censura, un blocco, un ostacolo, una barriera che vi porta a condurvi nella vita secondo le indicazioni che avete nell’ambito familiare, sociale, conoscitivo, in maniera cioè spesso diversa (anche parzialmente) da quella che era l’istanza fondamentale dello Spirito.

Ecco che allora – poiché lo Spirito non rinuncia al suo programma – nel fondo di voi stessi oscuramente avvertite quella vita che avreste voluto o potuto avere e che non avete avuto.

E questo è un tipo di inibizione, un tipo di scoramento o è un tipo di dolore di fondo dell’individuo che non è chiaro, perché la sovrastruttura psichica è tale da confondere le cose alleggerendo quel dolore. Appare invece molto più chiaramente un altro tipo di barriera, ed è quello della stessa sovrastruttura psichica. Anche psichicamente, e ignorando del tutto che possa esservi uno Spirito, voi vivete in una maniera antibiologica e antipsichica, cioè voi vivete secondo le indicazioni morali o pseudo-morali, sociali, familiari o culturali, e non secondo le necessità della vostra psiche. Sono queste, direi le inibizioni di fondo e le nevrosi di cui siete afflitti più o meno tutti…

D. – Ma se abbiamo detto che la psiche è condizionata già dalla nascita dall’ambiente in cui viviamo, dall’epoca storica, dai processi sociali, essa quindi è sempre coerente al nostro comportamento.

A. – Vedi, tu dici una cosa che si contraddice da sola, però…

D. – A prescindere dal fatto che ci possono anche essere degli elementi incarnativi che non si possono eludere…

A. – Lasciamo perdere per ora i fattori reincarnativi, altrimenti il discorso si complica troppo.

Ti dici una cosa giusta, in fondo, e cioè che la psiche è la risultanza dell’epoca storica e contiene in sé gli elementi precedenti della storia dell’uomo e della Terra, sia dal punto di vista genetico, sia dal punto di vista psichico. Quindi essa dovrebbe uniformarsi al comportamento dell’epoca in cui viene a formarsi.

Questo si verifica anche, però tutto questo andrebbe bene in una società progressista. In realtà voi non vivete in tale civiltà perché è vero che la tua mente è nata in quest’epoca del 2000 e non è una mente, un complesso psichico dell’anno 1000, ma è pur vero che voi nell’anno 2000 educate questa mente secondo principi che erano ancora in vita nell’anno 1000!

Cioè i problemi di fondo della civiltà non sono mutati e influiscono su questa psiche – direi quasi nuova (anche se ciò non è neppure esatto) – in maniera tale da rallentarne lo sviluppo. Sicché le inibizioni si creano ugualmente.

D’altra parte il momento storico in cui vivete è del 2000 solo cronologicamente, in sostanza non è affatto così, perché la vostra mente non è cronologicamente attuale, ma è ancora una mente del 1500 o del 1700.

In realtà lo sviluppo della mente non segue il tempo storico, cronologicamente, perché, in effetti, voi non avete avuto molti progressi dal punto di vista dell’impostazione della società, e dal punto di vista storico-religioso ecc. Sicché, in pratica, tra la mente dell’uomo del 2000 e quella dell’uomo dell’anno mille non c’è indubbiamente una differenza di mille anni, ma molto di meno.

È questo ciò di cui bisogna tener conto. La mente s’incrocia dunque con una società tendenzialmente arretrata rispetto alla cronologia storica, e per quanto essa possa nascere con una tensione moderna, s’incrocia con tutto un mondo esteriore che non ha questa tensione e che agisce in maniera inibitoria su questa mente, creando quelle tipiche nevrosi di fondo di cui si diceva.

Soltanto in questi ultimi 50 anni avete avuto un’azione della civiltà anche sulla mente dell’uomo, un’azione liberatoria, non perché la non mente possedesse questa tendenza liberatoria, ma perché stanno cadendo le resistenze esterne, e la mente dell’uomo si ritrova a suo agio proprio quando cadono le resistenze esterne.

D. – Non sono molto d’accordo, o perlomeno c’è da chiarire ancora molto, perché mi sembra che il tuo discorso sia teorico, nel senso che immagini che sia già tutto scritto: nel 1900 deve succedere questo, ci deve essere questo livello medio globale dal punto di vista psichico, storico, sociale; nel 2000 quest’altro, nel 2100 quest’altro. Solo se ci fosse un piano così prestabilito potremmo dire – e sarebbe già strano – di essere in ritardo circa questa programmazione globale; ma dato che invece le cose accadono volta per volta, evidentemente noi siamo sempre perfettamente allineati con l’epoca storica, escludendo questa programmazione così rigida, di carattere addirittura teosofico.

A. – Ma la programmazione così rigida non è imposta: è la conseguenza della vita stessa. Essa non viene imposta da nessuno.

D. – È proprio per questo che non vedo la barriera dal punto di vista psichico.

D2. – Eppure c’è proprio un fatto di fondo… C’è da parte della mente una lentissima acquisizione dei valori che vanno progredendo nella società in cui vive. Come dice giustamente Andrea noi siamo nel 2000, però con la mente educata, per esempio, secondo le idee del 1600; cioè la mente attuale non è riuscita ancora ad acquisire i valori del 2000.

D. – Che significa i valori del 2000?

D2. – Una società totalmente diversa, che sta facendo cadere tabù e inibizioni…

D. – Ma siamo noi i protagonisti del 2000, questo è il punto; siamo noi che dobbiamo essere d’accordo con noi stessi!

D2. – No, non siamo noi i protagonisti, ma lo sono quelle 200 o 300 persone che determinano il progresso della società.

D. – Ah, benissimo, allora il discorso cambia, a questo volevo arrivare…

D2. – Da parte della mente c’è una lenta acquisizione di questi valori. Ora vorrei fare una domanda ad Andrea. C’è allora sempre questa sorta di sperequazione tra il mondo che avanza e la mente che acquisisce questi valori? Tra un’élite che è all’avanguardia e una massa che segue?

A. – Dunque, anzitutto confermo che è sempre un’élite che sta all’avanguardia del mondo. Questo è sempre accaduto e sempre accadrà, perché gli uomini non sono uguali tra di loro una volta che sono in Terra; sono uguali gli Spiriti, ma gli uomini no; quindi ci sarà sempre un’élite, ed è inevitabile che sia così, e in fondo è anche giusto.

Però queste differenze le avvertite maggiormente nei momenti di crisi. Intanto vorrei chiarire una cosa a G. In realtà la mente dell’uomo ha sempre cercato l’emancipazione; soltanto che le idee correnti nelle varie epoche storiche non erano tali da incoraggiare tale libertà. Ora è accaduto che negli ultimi tempi vostri, queste idee siano venute a maturazione e siano state rese di pubblico dominio, perché – come voi dite – un’élite o comunque una classe di coraggiosi le ha messe in pratica. A questo punto, evidentemente, la mente degli altri esseri umani potrebbe adeguarsi. E in realtà c’è una tendenza all’adeguamento, ma è chiaro che un adeguamento impegna molti decenni, non si risolve in pochi anni. C’è però una tendenza, perché la mente ritrova la sua matrice, la sua tendenza originaria, ma al momento naturalmente lotta con le inibizioni: in parte accetta il nuovo, in parte lo rifiuta per le inibizioni di fondo che ha.

D. – Precisiamo allora meglio i termini. Quando parli di mente che tende a questo, intendi quella spirituale?

A. – Intendo l’una e l’altra, non soltanto la mente spirituale. Perché chiedi questo?

D. – Perché se parli della mente che si va costituendo dalla nascita, evidentemente essa non può che percepire e recepire gli elementi del tempo, a meno che non subisca, come abbiamo già detto, altri contraccolpi…

A. – Tu dimentichi che nell’uomo oltre alle istanze psichiche, vi sono quelle istintive; cioè vi sono gli istinti naturali che si svolgono attraverso i canali della mente, e di essi devi tenere conto. Sono istinti a livello biologico che si manifestano concretamente in certe formazioni psichiche o che si rintracciano nella psiche, come senso di libertà primordiale. Ognuno di voi, in fondo, si crea e ha un suo mondo psichico regolato da leggi ed equilibri del tutto personali. Naturalmente esso entra in contatto ogni momento con la vita sociale. Ora voi vi rendete conto quale sforzo debba veramente fare lo Spirito, perché esso in fondo è un essere del tutto sprovveduto. Lo Spirito non ha una chiara dimestichezza con il mondo, con tutta questa storia della psiche, con questo cervello (che poi funziona per conto suo), con l’ambiente esterno.

Lo Spirito proviene da un’altra dimensione, da un altro mondo e deve adeguarsi, deve adattarsi, deve fare del suo meglio per trarre da tutta questa situazione qualche esperienza che gli possa essere utile.

Ora, se è vero che egli svolge un programma minimo, è anche vero che gli ostacoli sono gravi e continui, ma la sua esperienza non è di tipo quantitativo: la legge per questo è congegnata in maniera perfetta.

Essendo soltanto un’esperienza qualitativa, non importa molto tutto quello che accade in Terra, ma importa solo la maniera nella quale accade e come ciò riesca a passare, a travalicare fino allo Spirito. La cosa più curiosa si verifica dopo la morte. Quando si è liberato di tutto questo peso – perché è proprio un peso! – lo Spirito avverte un senso di leggerezza e l’inviluppo funzionale della mente non gli appartiene più.

Le esperienze variano a seconda dei momenti storici. L’esperienza di un uomo nel vostro mondo attuale è molto più intensa di quanto poteva esserlo.