CAPISALDI TEORICI DELLA DOTTRINA DELL’ENTITÁ ‘A’ redatti da Corrado Piancastelli

copertina

(Nota del curatore: quella che segue è la prima trascrizione diretta di un testo originale anche se cronologicamente è alquanto tarda. Come tutte le pubblicazioni anch’essa è in formato standard di cm. 21 x 15 formato mai modificato negli anni.)

CENTRO ITALIANO DI PARAPSICOLOGIA

CAPISALDI TEORICI DELLA DOTTRINA DELL’ENTITÁ A

redatti da CORRADO PIANCASTELLI

CIP NAPOLI

2° Ristampa Febbraio 1994

Nota del curatore: benché questa pubblicazione sia di molto posteriore ai primi testi raccolti in questo libro, abbiamo ritenuto fondamentale porla come prologo, in quanto essa offre una sintesi fondamentale dei punti qualificanti dell’insegnamento del Maestro Andrea. Essi permettono pertanto di meglio comprendere e inquadrare in maniera essenziale ogni punto dell’imponente mole di comunicazioni che seguiranno, pur limitate alle sole tre prime pubblicazioni che vanno dall’anno 1972 al 1980, anche se alcune comunicazioni – come si noterà dalle datazioni – risalgono a periodi ancora anteriori.

In questo testo appare già il nome intero del Maestro, mentre in passato esso non era mai stato pubblicato per esteso, e veniva riportata la sola iniziale “A”. Ai fini del corretto aggiornamento dei testi lasceremo l’iniziale per comodità solo all’inizio delle risposte mentre riporteremo per intero il nome del Maestro in tutte le altre parti in cui è ancora usata l’abbreviazione, che ai nostri giorni non ha più alcun senso.

Per favorire una più corretta comprensione abbiamo apportato ai CAPISALDI TEORICI alcune limitate aggiunte complementari e l’inserimento di qualche nota esplicativa che non appaiono nel testo originale.

PRESENTAZIONE

Solo per dare un’idea generale della teoria esposta fino a oggi dall’Entità A (Andrea), ne tracciamo qui di seguito i principali capisaldi tralasciando, per brevità, tutte le intuibili implicazioni teoriche e osservazioni conseguenziali.

Si ricorda che l’insieme del discorso di Andrea (in continuo accrescimento) è contenuto in oltre 10.000 pagine e circa 2.500 ore di registrazioni su nastro (È necessario precisare che queste cifre si riferiscono solo al periodo fino al 1994, dato che in seguito – seppur in maniera meno intensa – le comunicazioni sono continuate ancora per molti anni. – Nota del curatore).

Numerosi sono anche i libri che trattano la dottrina di questo grande Maestro spirituale: in Italia su questo importante caso paranormale è stata accettata, in una Università di Stato, anche una tesi di laurea.

Prima di esporre la sintesi, vogliamo premettere che la linea conduttrice del discorso di Andrea si fonda sulla certezza che esiste lo Spirito, struttura energetica a noi sconosciuta creata da Dio: anzi emanata, perché nulla si crea, essendo ogni cosa già in Lui.

Lo Spirito è un essere libero e autonomo che inizia il suo cammino come “tabula rasa” ma con la pulsione a elaborare e accrescere, durante il viaggio infinito, la natura divina che è in lui. Il “viaggio” a cui allude il Maestro è un duplice percorso: nell’esterno da Sé, cioè nell’Universo sia reale che concettuale, e nella propria interiorità, riconvertendo in conoscenza ciò che si acquisisce nel viaggio sperimentale fuori del proprio Sé.

Questo “lavoro” conoscitivo è eterno: in questo percorso è compreso anche il ritmo delle vite umane che rappresentano solo momenti dell’infinito viaggio. Non c’è una verità assoluta da trovare, ma conoscenze che si accrescono continuamente poiché l’Universo, sostanzialmente, è una macchina spirituale e meccanica in moto perpetuo e continuo: una macchina che trae linfa ed energia dal mistero stupendo che noi uomini abbiamo chiamato col nome di Dio.

Ciò premesso, il Maestro ci dice:

1) – ESISTE SOLO DIO: NON ESISTE IL MALE

Ciò che definiamo “male” è solo un aspetto immaturo dell’unica proiezione possibile, cioè il bene.

Entrambi i termini bene/male hanno, però, significati e simboli umani. Nella realtà universale non è concepibile un anti-Dio e, di conseguenza, il diavolo non può esistere. Se esistesse sarebbe stato concettualmente creato dallo stesso Dio che sarebbe, a questo punto, l’unico responsabile del male: infatti nulla può esistere (neppure l’antitesi) che non sia prima stato in Dio. Il diavolo sarebbe stato creato, quindi, dallo stesso Dio, ma dovremmo, allora, ammettere che nella mente di Dio albergherebbe anche il principio del male: e questo è impossibile.

2) – ANIMA

Si tratta, secondo l’Entità Andrea, di una struttura energetica (“Un “inviluppo” di tipo elettromagnetico” lo definisce Andrea – Nota del

curatore ) di cui si serve lo Spirito per entrare in contatto col suo stesso corpo attraverso il cervello, in pratica è l’Anima ad “abitare” il cervello1 e a essere, a sua volta, “abitata” dallo Spirito.

3) – SPIRITO

È il vero nucleo di origine divina: eterno, infinito, autonomo, individuale, non soggetto a morte. Lo

Spirito, essendo della stessa natura di Dio, non è soggetto a trasformazione, ma solo a evoluzione, poiché egli è stato emanato come una tabula rasa che, tuttavia, ha in sé il potenziale divino. L’evoluzione, cioè il lavoro spirituale nell’Universo, consente allo Spirito di passare dalla “tabula rasa” alla Conoscenza attraverso un processo che non avrà mai fine, poiché Dio è infinito e l’infinito non ha un termine.

4) – LO SPIRITO NON ARRIVERÀ MAI A DIO

Arriva a Dio solo ciò che possiede la Sua stessa potenza e grandezza (In pratica l’affermazione è puramente simbolica poiché nulla può avere queste caratteristiche. – Nota del curatore.). Un infinito, qual è Dio, non è raggiungibile neppure dallo Spirito anche se questo è infinito. È come due parallele: anche due infiniti, come queste, non si incontrano mai.

Per raggiungere Dio lo Spirito dovrebbe essere simile a Lui, ma in questo caso in Lui si fonderebbe distruggendo la propria individualità e questo, per lo Spirito, corrisponderebbe a una vera morte. Ma se lo Spirito raggiungesse Dio avremmo anche tanti Dio di pari valore, poiché ciascuno equivarrebbe all’altro.

Inoltre è assolutamente priva di senso la credenza che lo Spirito contempli Dio. La contemplazione non è mai un atto intelligente e ciò non è conforme alla natura dello Spirito il quale, invece, è un Essere attivo e in evoluzione continua. Infine appare banale l’immagine di un Dio che voglia essere adorato come un comune essere umano affetto da narcisismo.

5) – EVOLUZIONE

È il principio in base al quale lo Spirito rinnova in sé la matrice divina di cui è costituito. Per poterla ritrovare lo Spirito “vive”, nell’Universo, un cammino

di Conoscenza e di esperienza: entrambe risvegliano in lui l’appartenenza al Padre comune e ciò produce il cambiamento di stato che è, appunto, l’evoluzione. Questo cammino dello Spirito (la vita in un corpo è solo uno dei tanti momenti dell’esistenza dello Spirito) è eterno, non finisce mai, perché se finisse noi saremmo assorbiti in Dio e perderemmo la nostra individualità cosciente.

6) – SOVRASTRUTTURA

S’intende con questo termine l’insieme dei contenuti psichici (norme, tabù, divieti, regole, abitudini ecc.) che rendono l’uomo schiavo dell’ambiente umano e perciò impediscono allo Spirito e all’Anima di esplicare la propria libertà.

Detto in altro modo, la sovrastruttura blocca il programma spirituale che lo Spirito stabilisce in base alla propria evoluzione, poiché il corpo diventa una trappola umana che costringe la mente all’obbedienza sociale senza alcun rispetto per i problemi interiori e spirituali della persona. Secondo i principi dell’Entità Andrea e del Centro Italiano di Parapsicologia di Napoli, per ritrovare i segni dell’Anima occorre modificare sostanzialmente la sovrastruttura per far emergere la struttura sottostante che è, appunto, il binomio Anima-Spirito presente in ciascuno di noi.

7) – SPIRITO E MATERIA SONO INTERFACCE

La creazione è unica, ma ciò che viene contrassegnato dall’autonomia, dall’individualità, dall’intelligenza libera e dall’autocoscienza, diventa ciò che noi siamo, cioè esseri spirituali. La creazione che non possiede questi caratteri diventa “Universo materiale”.

I due piani sono distinti, tuttavia lo Spirito considera ciò che è fuori di lui, cioè l’Universo, il mondo da percorrere e

da conoscere: ma strutturalmente sia la materia che lo Spirito sono della stessa sostanza, provengono cioè dall’unica emanazione divina.

8) – CONOSCENZA E COMPORTAMENTO PRODUCONO

EVOLUZIONE

Non c’è altra strada: l’evoluzione è conseguenza della conoscenza e la conoscenza si realizza sperimentando e vivendo l’esistenza, cioè la vita dovunque sia e in qualsiasi forma. Le teorie sono solo supporti e non sostituiscono mai il lavoro concreto dell’esperienza reale.

Se esistono i momenti teorici di riflessione critica, questi devono essere convalidati dal comportamento e dall’esperienza: solo in questo modo si può accrescere, nello Spirito, la conoscenza del divino e della Realtà universale. Per conoscenza di Dio s’intende l’amplificazione della qualità interiore che, in ciascuno di noi, è già di natura divina. In pratica l’evoluzione risveglia in noi la coscienza dell’appartenenza alla stessa natura di Dio. In questo modo si realizza la mitica unione sempre cercata, ma si tratta solo di una illuminazione e non di una mèta: del discoprimento, cioè, che siamo fatti, come esseri spirituali, di una natura simile a quella di Dio.

9) – PRINCIPIO DI MATERIALITÀ

È il logico corollario dei punti precedenti ed è uno dei più rivoluzionari principi del Maestro Andrea. Secondo il Maestro, percorrendo sia l’esterno da sé (cioè la materia) che la propria interiorità (se stesso) si può conoscere la realtà e la verità delle cose. Da questo principio deriva che i corpi umani devono essere utilizzati e vissuti intensamente e non sublimati, come hanno sempre prescritto le religioni, perché lo Spirito può entrare in contatto col mondo solo attraverso il corpo. Se il corpo viene spento dall’ oppressione dei divieti, per lo Spirito si vanifica l’esistenza, perché lo scopo della vita si trasferisce nei divieti e nelle rinunce passive.

Il corpo, dice Andrea, è l’antenna dello Spirito e deve essere utilizzato come trasmettitore di segnali esperienziali.

10) – IL CORPO È VILE NATURA

Il corpo senza lo Spirito non ha alcuna sacralità. La vita è in funzione dell’esperienza spirituale, la sola che ne qualifichi il senso e il fine.

11) – REINCARNAZIONE

Si torna in un corpo molte volte, finché non si esaurisce la conoscenza della corporeità relativa a questo sistema fisico della Terra.

Il principio della reincarnazione conferma, implicitamente, che lo Spirito non viene affatto creato da Dio al momento del concepimento, ma preesiste a esso da un tempo a noi del tutto sconosciuto.

12) – IL LINGUAGGIO DELLO SPIRITO

Come umani è per noi impossibile comprendere il linguaggio dello Spirito, ma ci possiamo avvicinare a esso recuperando la nostra interiorità, cioè il luogo mitico dell’Anima presente in ogni vivente. Occorre, in altri termini, creare un nuovo centro dell’Io includendovi la coscienza spirituale che è cosa diversa dalla coscienza psichica che appartiene al cervello. Ma per ottenere un risultato del genere bisogna modificare la trappola ideologica che ci costringe a essere umani in modo talmente sottomesso (regole, tabù, obblighi e costrizioni psicologico-pseudo morali) da farci completamente dimenticare che sulla Terra noi siamo venuti per vivere in funzione dello Spirito, non per obbedire alle morali umane.

13) – LIBERO ARBITRIO

La libertà, fondamentalmente, è una qualità dello Spirito, non del corpo essendo, questo, materia che soggiace al principio di causa-effetto.

L’uomo, inoltre, è assoggettato ai condizionamenti psicologici e sociali ed è schiavo del mondo.

Ma possiamo tornare liberi mediante la disobbedienza morale che consiste nel proporci, individualmente, uno scopo della vita finalizzato alle esigenze dello Spirito e non alle volontà degli altri uomini. Essere liberi vuol dire pensare con la propria coscienza e non con quella che gli altri hanno costruito per noi sin da quando siamo venuti al mondo.

14) – LO SPIRITO STABILISCE UN PROGRAMMA PRIMA DI NASCERE

Per attuarlo, però, lo Spirito deve lottare con tutti i condizionamenti del corpo. Molte profonde nevrosi esistenziali e molte spersonalizzazioni non dipendono dagli stimoli interni ed esterni della persona, ma da perdite del programma interiore: dal fatto, cioè, che si vivono vite ed esperienze diverse da quelle di cui lo Spirito avrebbe bisogno.

15) – IL KARMA

Premesso che la reincarnazione non prevede vite animali o vegetali (come invece sostengono certe filosofie orientali) per Andrea il karma non rappresenta il destino punitivo dell’individuo legato a errori di vite precedenti, ma è soprattutto – e in ciò il Maestro è assolutamente originale – l’insieme progettuale e propositivo della nuova vita che sta per svolgersi. Il karma, quindi, è costituito dal programma che lo Spirito ha stabilito per sé prima di nascere. Di conseguenza, nella nostra vita vi sono cose sulle quali non possiamo esercitare alcuna scelta perché furono decise, sempre da noi, prima di nascere, e altre che, invece, possiamo decidere liberamente durante lo svolgersi della vita. Poiché le linee principali del programma vengono scelte prima, la vera libertà noi la esercitiamo da Spiriti, mentre in Terra siamo costretti a subire la trappola del corpo e le ideologie storiche e culturali del tempo in cui viviamo.

È importante sottolineare che nel progetto incarnativo non sono ammissibili programmi che implichino attività negative nei confronti degli altri viventi poiché lo Spirito, nel progettarsi, deve sempre uniformarsi a un’etica universale, salvo a venire meno quando entra nella trappola umana e negli istinti di aggressività e di distruttività che sono alla base di gran parte dei comportamenti sociali.

16) – LA MORTE NON ESISTE

Non muore mai nulla nell’Universo: perché dovrebbe morire proprio la struttura della nostra coscienza?

Per il Maestro lo Spirito muore, ma solo in chiave simbolica, quando viene in Terra e non viceversa, a causa delle fortissime riduzioni a cui si assoggetta. La vera dimora dello Spirito non è la Terra. La morte, quindi, è solo un ritorno nella casa del Padre. (Qui il senso è ovviamente simbolico in chiave evangelica, e significa il ritorno alla piena condizione originaria dello Spirito. – Nota del curatore.).

17) – SOLO L’INTERIORITÀ CI DISTINGUE DALLE BESTIE

La nostra vera vita, cioè l’autentico nostro sentirci coscienti, si ottiene solo nel riconoscimento della natura interiore fino a percepirci perfettamente “in noi”, poiché siamo noi a essere il nostro Spirito.

Fuori di ciò l’uomo è dominato dalla perdita di senso e di significato, poiché si lascia vivere passivamente e pensa allo Spirito (se ci pensa!) come a una cosa esterna, al massimo da definire teoricamente o da ammettere per fede. In questo modo, senza il vissuto e l’esperienza della partecipazione alla ricerca della propria Anima (qui vista in senso globale di interiorità spirituale e non in chiave “tecnica” a cui la descrizione del punto 2. – Nota del curatore), l’uomo svolge riti distratti dominato dai sensi di colpa e dall’indifferenza verso ogni ricerca di verità.

18) – IL TEMPO E LO SPAZIO NON ESISTONO

Ovviamente non esistono al di là dell’umano, ma già da viventi si può sperimentarne l’inesistenza. Si tratta di categorie legate ai processi di cambiamento e di trasformazioni fisiche che lo Spirito, per sua natura, non può possedere.

19) – DEFINIZIONE DI DIO

Il Maestro ha dedicato a Dio lezioni sublimi e appassionate ma, sostanzialmente, egli afferma che di Dio sappiamo soprattutto ciò che non è e ciò che non ha: la natura intima di Dio non può che esserci eternamente sconosciuta. Ciò deriva dal fatto che l’infinito è irraggiungibile e poiché anche gli attributi divini (intelletto, potenza, verità) sono infiniti ed eterni, non sarà mai possibile capire la Sua intima natura.

Ciò nonostante la presenza di Dio è reale e continua e domina la scena universale perché, dice Andrea, noi pur percorrendo le nostre vite autonome non abbiamo mai lasciato il Padre ma siamo perennemente in Lui e in Lui sono tutte le cose, poiché non c’è nessun luogo o realtà mentale dell’Universo in cui non ci sia Dio.

Eppure, per paradosso, ogni definizione di Dio ci allontana, anziché avvicinarci e dunque Dio è l’unico Essere di cui non dovremmo parlare.

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1 Qui appare in questo testo per la prima volta la parola “cervello”, è un termine estremamente importante perché verrà ripreso in continuazione nel corso delle comunicazioni che seguiranno, e ciò in relazione a quasi tutti i campi delle neuroscienze. In molti casi le comunicazioni del Maestro Andrea sono delle vere e proprie anticipazioni e vi saranno conferme a posteriori dai ricercatori in psicanalisi, psichiatria, psicologia, neuro e psico-patologia, neuroanatomia e fisiologia ecc. Cfr. Norman Doidge, Il cervello infinito, Milano, Ed. Salani Ponte alle Grazie, 2007. – Nota del curatore.