(Questa comunicazione è del 1971: è l’ideale prosecuzione della precedente. – Nota senza riferimento.) – (Nota posta originariamente a piè pagina. – Nota del curatore.)
A. – … La vita del mondo è troppo affidata al caso. Vivete un po’ troppo alla giornata, non soltanto, ma voi vi affidate alla fortuna e subite la vita senza incontrarvi o scontrarvi con essa. Voi instaurate un po’ il sistema della quiescenza: se le cose vanno bene lasciate correre, e vi avviate lungo questa scia perché in un certo senso vi fa comodo, ma quando le cose vi vanno male non avete la capacità di opporre niente, proprio perché c’è un’ignoranza di fondo di voi stessi. Se ciascuno sulla Terra fa il proprio mestiere, di cui ha un’esatta conoscenza e vocazione, non incontra gravi difficoltà o, incontrandole, le supera con entusiasmo. È solo quando le difficoltà non fanno parte della propria vocazione che diventano tanto grosse da non poter essere superate. La realtà è che la maggior parte degli uomini sulla Terra finisce con lo svolgere un’attività che non è congeniale. Gli uomini non stanno in genere al posto giusto.
Il problema della vocazione sembrerebbe riproporre un vecchio problema. L’uomo nasce veramente con una tendenza iniziale, oppure no? Oppure, gli uomini nascono uguali e la tendenza si forma in base all’influenza dell’ambiente? Sono, naturalmente, due problematiche completamente opposte. La prima è in un certo qual modo spiritualistica. La seconda è nettamente materialistica: tutti gli uomini nascono uguali e, nascendo uguali, su di essi si può esercitare un’influenza che li avvierà lungo la vita. Secondo questa teoria si potrebbe supporre, in un futuro della vostra umanità, la possibilità di creare uomini necessari ad assolvere certi compiti nella società. In questo modo ciascuno andrebbe al posto giusto… (Nota GdS: Un’idea in anticipo di due anni su certe considerazioni dei bio-genetisti.)
Le tendenze iniziali sono generalmente deboli perché, almeno fino a una certa età, l’uomo non è in grado di capire se stesso, e da questo punto di vista dovrebbero essere gli altri a capirlo. Francamente, un bambino che giunge a 10 anni d’età è già costruito come tendenza, però non lo sa. In genere lo scopre quando giunge circa a vent’anni. E direi che una definizione esatta di se stesso l’uomo riesca a darla dopo i 25-30 anni quando, naturalmente, è già troppo tardi per modificare se stesso se ha sbagliato tutto. Che gli uomini non nascano uguali tra di loro mi sembra ovvio e dimostrare il contrario mi sembra assurdo.
Gli uomini sono prodotti geneticamente e basterebbe questa affermazione per far saltare l’idea materialistica che non può non ammettere che gli uomini sono diversi, quando ciascuno di essi proviene da una verticale genetica che varia da gruppo familiare a gruppo familiare. Ma i gruppi familiari a loro volta sono condizionati dalla razza. Ora, geneticamente non è facilmente dimostrabile che gli uomini sono dissimili tra loro. Però è chiaro che la dissomiglianza tra gli esseri umani nasce da una serie d’influenze anche a livello psichico, che la madre esercita sul bambino nel momento stesso della gestazione. Sicché, se anche geneticamente non risultasse esservi un’influenza, basterebbe al nascituro il solo fatto di stare nel grembo della madre, che è un soggetto già adulto e condizionato dalla società e dall’ambiente in cui vive, per essere condizionato. Dunque, gli uomini non possono nascere tutti uguali tra di loro. E, questo, volendo escludere completamente la presenza dello Spirito. Ora l’influenza genetica appare tanto evidente che basterebbe pensare a come si ereditano le disposizioni per certe attività particolari: da famiglie di musicisti nascono facilmente dei musicisti, da famiglie di contadini nascono facilmente contadini, ma non perché essi dopo saranno condizionati a fare quel mestiere, ma perché esiste una disposizione naturale che si può anche modificare nel corso della vita.
D’altra parte, è chiaro che i cosiddetti salti di generazione ripropongono, anche nella vostra attualità storica, personaggi antistorici. Perché voi potete benissimo aver ereditato certi aspetti generici dei vostri antenati, e nascere con una tendenza antistorica. A questo punto subentra il livellamento sociale che decondiziona fino a un certo punto la vostra personalità e sembra farla nuova. Ora, dunque, le tendenze dell’essere umano sono molto labili e molto deboli, ma esistono. A questo punto il soggetto subisce il condizionamento dell’ambiente in cui nasce, che è veramente la forza che più incide sul bambino. Un bambino vissuto in un certo modo nel seno della propria famiglia fino a dieci anni non potrà più essere decondizionato perché ormai la sua personalità psichica si è quasi totalmente strutturata. Ecco che il sistema educativo adottato fino a questo punto dell’umanità appare completamente sbagliato. È pur vero che la presenza della madre e del padre, le due mitiche figure della famiglia, sono insostituibili, perché il fanciullo deve istintivamente ancorarsi a questi due personaggi o almeno a uno di essi. Infatti noi osserviamo per analogia quanto accade negli animali; essi, per necessità fino a una certa età cercano la propria madre, più che il padre. Non ha molta importanza per il bambino che sia la madre o il padre. Egli cerca, e ha bisogno, della figura di un educatore che sostituisca in tutto il genitore e che riesca a penetrare psicologicamente in quella che è la sua attesa.
Ora, una fortissima vocazione salta tutti gli ostacoli e si afferma anche contro la volontà dei genitori, ma le vocazioni deboli, che sono la maggioranza, non hanno alcuna possibilità di affermarsi, perché l’influenza dei genitori viene a sommarsi all’influenza dell’ambiente con le sue suggestioni. Il condizionamento è ottico, è visivo, è auditivo, è un condizionamento sotto pelle fatto dalle visioni e dagli ascolti più elementari del fanciullo e che crea in esso la tendenza all’imitazione. Il bambino tenta di imitare i grandi, il mondo circostante. E dunque egli riceve un condizionamento fortissimo dall’ambiente che così crea un falso uomo, un soggetto che, dentro può essere però fatto diversamente, perché contrariamente a quanto si crede, la psiche dell’essere umano non è soltanto quella che appare in superficie o che appare alla coscienza stessa dell’individuo. Quando voi parlate, o vi muovete, mettete in agitazione un certo tipo di mondo psichico che è il vostro mondo psichico abituale, fatto dalla vostra cultura, dalle vostre aspirazioni, dai vostri bisogni, dai vostri sogni, e allora, in un certo qual modo, proponete all’ambiente e a voi stessi un certo tipo di personalità, e veramente ritenete che sia questa la vostra vera personalità, ritenete che siete quella forza che in quel modo pensa e vibra. Questa in realtà è sovrastruttura. Non siete veramente voi.
Siete voi quando, al di là dello spazio che cercate intorno a voi, al di là del dialogo e del rapporto con gli altri, riuscite ad agitare dentro voi stessi il vostro autentico mondo che si è anche ancorato a quel mondo esterno della sovrastruttura, ma che è fatto di una serie di bisogni interiori, di ricerca interiore, di debolezza o di forza, di aspirazioni interiori.
Vi è mai capitato di agire in un certo modo, di parlare in un certo modo e, dentro, sentire di voler agire o parlare in tutt’altro modo? Perché accade questo? Siete quasi completamente inibiti. Questa inibizione di fondo nasce naturalmente dal contrasto tra la sovrastruttura e il vostro autentico mondo che potreste riconoscere soltanto se vi analizzaste bene. E questa sovrastruttura non soltanto vi offusca, ma finisce col creare una barriera per cui non riuscite a manifestare quello che siete dentro, mentre valete molto di più dentro che fuori. E valete come qualità, come forza, come possibilità. Non parlo del valore morale, che in questo momento non m’interessa. Voi siete veramente più forti dentro, più dotati, più capaci, con più ampie possibilità. Ma questo “dentro” da che cosa è costituito? È sorto lentamente dal momento della nascita. È sorto pian piano. È sorto come necessità di libertà, quella che hanno i fanciulli, e che voi soffocate in ogni momento della loro giornata. Quel bisogno di libertà che spinge il fanciullo alla sincerità più aggressiva, direi anche più malvagia, più spietata. Quella malvagità o quella bontà che spinge il fanciullo alla libertà più ampia, e che voi soffocate. E come la soffocate? Nel momento in cui volete mettere il fanciullo sul binario delle regole sociali. È per questo che la civiltà ha ucciso l’uomo. Perché, anzitutto, avete equivocato sul termine di civiltà. Per voi civiltà vuol dire buone maniere, comportarsi in un certo modo. Ed è chiaro che a questo punto avete sbagliato tutto, perché la civiltà non è questo. La civiltà è il comportamento generale dell’uomo nei confronti dell’altro uomo e dell’insieme degli uomini. È questo il comportamento che qualifica la civiltà, non la regola di sovrastruttura. Cioè il modello soffocatorio della libertà. A livello più grave la soffocazione della libertà nel fanciullo è quella di imporgli un certo modo d’espressione, nell’inculcargli un certo tipo di cultura, nel limitargli il libero esercizio del pensiero.
Queste limitazioni, che sono le più gravi, vengono esercitate in nome della civiltà, in nome dello stato, in nome del sacro e inviolabile diritto dei genitori a coercire i figli. Per quanto possa modificarsi il mondo, non c’è dubbio che i genitori tentano di modellare i figli sulla scorta del proprio esempio. E questo, naturalmente, può diventare anche grave, perché occorrerebbero degli esempi illuminanti per poter ammettere e consentire un tale esercizio di diritto. Ma poiché di esempi illuminanti la Terra non ne ha dati, devo desumere che i genitori non sono affatto qualificati a fornire esempio di sé.
La verità è che un esame di coscienza deve investire tutta la situazione psicologica ed esistenziale dell’umanità. È inutile parlare di libertà dell’uomo fino a quando questo non avviene. La libertà di cui si parla sarà sempre una libertà di superficie. La vera libertà comincia dal fanciullo; bisogna restituire questa libertà. Ora, la restituzione della libertà può diventare pericolosa, dirà qualcuno, perché esistono delle norme generali sulle quali si è costituirà tutta la società umana, dai tempi più antichi.
Su certe regole di convivenza generale, siamo d’accordo, ma la libertà dell’individuo talvolta non urta contro le regole generali, urta soltanto contro le regole particolari, di coloro che credono di avere il diritto di presiedere alla preparazione di un nuovo essere umano. Sicché, per ritornare al principio, una vocazione può manifestarsi debolmente e bisognerebbe lasciare che si manifestasse lentamente, e l’educazione dovrebbe essere tale da non coercire in alcun modo se non con qualche linea di opportuno generico avvertimento.
La vocazione dev’essere aiutata. Ma il problema che si presenta è un altro; è che può darsi che le vocazioni siano tali da sovvertire l’ordine sociale. Cioè a un certo punto l’umanità ha bisogno di individui preparati in un certo modo e di un certo numero di individui preparati in un altro modo. Cioè, è richiesta una distribuzione funzionale di uomini, ma poiché la vocazione si presenta univoca soltanto in casi molto forti, nella generalità si presenta invece a raggiera, Sicché si potrebbero coltivare più direzioni (o almeno due o tre direzioni sicure) nell’individuo, nell’ambito della tendenza. Questo eliminerebbe ogni possibilità di equivoco.
D. – Ma quando si educa un bambino a non invadere la libertà altrui non è già una forte costrizione?
A. – Questa è e non è una costrizione. In fondo, insegnare a non invadere la libertà altrui significa anche rendere il fanciullo autonomo, perché egli sa di potersi muovere nell’ambito della sua libertà senza turbare quella degli altri. E cioè vivere autonomamente per sé. D’altra parte questa è una regola generale universale. La libertà che si può avere in Terra (anche tenendo conto del discorso che abbiamo fatto) è sempre una libertà relativa perché la libertà assoluta in Terra non esiste e non esisterà mai.
D. – Alcuni affermano che l’uomo non nasce con delle tendenze, ma che è un prodotto del proprio ambiente storico.
A. – L’uomo attualmente è un prodotto del proprio ambiente storico. Lo è perché, salvo alcune eccezioni che sono controcorrente, gli uomini vengono “addomesticati” in un certo modo e questo è sempre accaduto, non è un novità. Non dovrebbe essere così, perché infatti l’uomo è sempre stato un infelice in Terra, appunto perché non è mai riuscito in certe cose. Si può dir questo: in una società che viene condizionata sempre di più, gli uomini che nascono con una forte vocazione libera saranno sempre di meno e questo per una conseguenza naturale. Nello spazio di sei-sette generazioni finisce anche una certa influenza genetica, e così gli uomini si pianificheranno dalla nascita. Cioè, finiranno con l’essere tutti amorfi, disponibili, e diventeranno fino in fondo il prodotto dell’ambiente storico.
D. – Ma la tendenza è un fatto casuale?
A. – La tendenza nasce da un insieme di circostanze. Nasce sia da un’influenza della famiglia a livello della madre e del padre, ma anche dello Spirito. Infatti, dal punto di vista spirituale noi diciamo: se lo Spirito ha un certo programma di lavoro in Terra, finisce con lo scegliere automaticamente e istintivamente quel tipo di famiglia che è più congeniale all’esperienza che vuole fare. Sicché per lo Spirito non esisterebbe un problema, in pratica.
D. – Una vita che diventasse sempre più pianificata credo che non sarebbe molto utile per un’esperienza di alto livello.
A. – Salvo i casi di alto livello, anche con una pianificazione resterebbe sempre un certo margine di esperienza e, in ogni caso, quella che è l’esperienza della materialità rimarrebbe. L’esperienza della vita si fa lo stesso; non sarà vasta e non sarà quella che lo Spirito può aspettarsi, ma non bisogna neppure esagerare perché l’esperienza è valida anche se è negativa, come ho sempre detto.
D. – Nel momento di crisi attuale, la forza spirituale è in condizione di scardinare questo condizionamento assoluto di cui si parlava?
A. – Guardate, la Terra da un punto di vista evolutivo migliora rispetto al passato. Migliora perché nella società stessa è soffuso presso quasi tutte le popolazioni del mondo una tendenza alla rivolta, alla protesta. Questo è un segno positivo e non negativo come si può credere. Da che cosa dipende questo? Il mio discorso parte un po’ più da lontano e considera questo fatto: l’evoluzione di uno Spirito non ha un tempo fisso di durata. Uno Spirito può iniziare il suo cammino evolutivo sulla Terra e percorrere tutta una parabola e lasciare la Terra nel momento in cui veramente ha capito la materialità e quando la materia non gli serve più. Cioè è diventato evoluto. Quanto tempo impiega? È difficilissimo dirlo.
Vi sono Spiriti che restano nell’ambito terrestre per un periodo anche eccessivo, per altri fini, ma diciamo che, mediamente, occorrono per un’evoluzione abbastanza valida (non evolutissima, naturalmente) intorno ai 1.500 anni. Vi sono poi dei periodi d’intervallo, delle sovrapposizioni. Queste sovrapposizioni, con nuove penetrazioni di Spiriti ci portano a dire che il periodo dev’essere spostato intorno ai 2.000 anni circa, che coprono. per quanto riguarda Terra, il periodo di tempo tra l’avvento del cristianesimo e i vostri tempo. In questo arco di tempo vi sono sovrapposizioni dovute a Spiriti che hanno un’evoluzione di più lunga durata e che poi restano nell’ambiente per missioni e altre ragioni. Comunque duemila anni possono essere sufficienti a uno Spirito per capirci qualcosa, per capire abbastanza validamente come funziona questa materialità. Naturalmente, accade che a un certo punto si può verificare che in un certo periodo storico della Terra si costituiscano gruppi spirituali che per la loro evoluzione diventano gruppi di pressione spirituale. Cioè gruppi che, incarnandosi, trovano un ambiente che è quello che è, ma che essi istintivamente osteggiano nonostante il programma stabilito. Cioè, spiritualmente essi sentono la materia e l’ambiente come un avversario, sentono avversità verso il tipo di civiltà in cui vivono e, pure accettandolo, perché devono accettarlo nel momento d’incarnarsi, tuttavia, una volta incarnati, avvertono disagio per l’ambiente così come è storicamente configurato. Questa presenza o programmazione finisce con l’essere un polo trascinante, per cui anche altre numerose estensioni spirituali vengono suggestionate. Sicché, in un certo momento storico si determina una forte tensione dovuta alla pressione di alcuni poli animatori e quindi si ha un vero e proprio attacco alle istituzioni di tipo sociale. Questo provoca una parabola naturale che si è sempre verificata da quando esiste la Terra, cioè il decadimento della vecchia civiltà e la proposta di un nuovo tipo di civiltà. La proposta avviene a livello informe, a livello quasi anonimo, e questo periodo cruciale, che segna un vero e proprio passaggio di tipo spirituale, diventa automaticamente la crisi di un certo periodo storico. Questo è dovuto appunto alla presenza di un certo tipo di spiritualità più accentuato che si manifesta in Terra. Ecco perché certi fenomeni storici, di rivoluzione spirituale, di rivoluzione storica, non si limitano a un solo Paese. Voi potete assistere a un certo momento a fenomeni analoghi che, quasi come per un segnale, si accendono contemporaneamente su tutta la Terra senza neppure che vi siano contatti tra Paese e Paese. Ciò avviene spontaneamente, automaticamente. Come si verifica questo? Non certo per una sorta di telepatia ma, evidentemente, per un programma di diversa natura…