7°. ANCORA SULLO SPIRITO GUIDA – RAZIONALITÀ DELL’UOMO E RAZIONALITÀ DELLO SPIRITO (2° parte) 9 febbraio 1972

spiritoguida

(La comunicazione nel testo originale appare autonoma, non compare cioè una domanda specifica riguardo al tema trattato. – Nota del curatore.)

A. – Lo Spirito Guida sembra una figura un po’ retorica e un po’ lontana, quasi mitica, quasi una figura da comparsa.

Alcuni dei messaggi di provenienza spirituale potrebbero però non essere del vostro Spirito, ma dello Spirito Guida. La sua funzione è a volte sostitutiva dello Spirito guidato, e molti messaggi infatti gli appartengono. La cosa non ha in fondo importanza: lo Spirito Guida è in fondo la “memoria vivente” del vostro Spirito; e dico vivente perché, nel mentre il vostro Spirito è condizionato dalle esperienze che state facendo (in parte esso si libera dal passato e nel periodo di “letargo” non ricorda assolutamente nulla per poi risvegliarsi pian piano assieme al cervello…) (Qui il Maestro Andrea sembra riferirsi ai passaggi post-mortem e poi al periodo da incarnato post-nascita; fino al pieno “risveglio” dello Spirito nel corpo, momenti cioè in cui non ha piena coscienza della sua realtà e sui quali appunto “veglia” lo Spirito-guida. – Nota del curatore.) lo Spirito-guida è sempre vigile, sa bene chi è, conosce esattamente la sua funzione, i suoi doveri, la missione per cui è impegnato. Questo Spirito-Guida assolve un compito insostituibile, così come è organizzato l’Universo.

Perché, vedete, durante un periodo abbastanza lungo della vostra vita, il vostro Spirito non è cosciente e la sua responsabilità è minima.

Diciamo che la sua responsabilità è proporzionata al grado di capacità, ma anche dopo, quando è praticamente cosciente, la sua coscienza è proporzionata e condizionata dall’evoluzione che sta per compiere (Cioè che possiede in quel momento e che sta acquisendo in senso dinamico attraverso la vita. – Nota del curatore.). Lo Spirito, in fondo, si mette su di un binario obbligato e non può andare dove vuole, ma deve seguire la traccia che egli stesso ha prescelto. È però chiaro che possono manifestarsi ragioni e condizioni tali per cui la traccia da seguire richiede aiuto, sostegno, ricordo…

Lo Spirito Guida serve a tutto questo. In pratica è il binario, la falsariga su cui va lo Spirito guidato; è colui che costantemente rimette sui binari giusti lo Spirito, perché è lui che sa qual è la ragione di quella incarnazione, sa cosa decide lo Spirito prima di accettare la vita sulla Terra (La questione del cosiddetto “programma incarnativo “ è complessa e legata ovviamente ai livelli evolutivi di ogni singolo Spirito, e le scelte e le decisioni possono essere ampiamente guidate, ciò specialmente nelle prime fasi evolutive: il tema è stato qui trattato ampiamente, ma la sarà anche in seguito data la sua ampiezza e fondamentale importanza. – Nota del curatore.). Il guidato può non saperlo, può non ricordarlo più. Le particolari condizioni della vita possono apparentemente cambiare la direzione del programma: lo Spirito Guida lo rimette sulla giusta direzione. Oppure possono manifestarsi cause tali che le esperienze prescelte non vengono affrontate: lo Spirito Guida può raddrizzarle, provocarle, stimolarle, risvegliarle… Poiché è un rapporto bilaterale, il guidato accetta incondizionatamente tutto quanto poi farà lo Spirito Guida, nel quale riconosce una superiore maestria, una capacità maggiore, perché vi è una maggiore evoluzione e una più grande esperienza, perciò egli si affida completamente alla sua guida.

Lo Spirito Guida può decidere molte cose e può anche concludere che l’esperienza del guidato è finita, presentando il conto della morte, per così dire. Può, insomma, intervenire in ogni occasione per correggere, modificare, senza toccare la libertà primaria del guidato, ma semplicemente assolvendo a quanto fu deciso al momento dell’incarnazione, quando il guidato aveva tutte le libertà. Nel corso della vita lo Spirito non ha tutta la sua libertà, come sappiamo, e può quindi non essere in condizione di valutare le cose in prospettiva, mentre lo Spirito Guida può farlo.

Egli è sempre maggiore del guidato, è sempre più evoluto, e tale differenza aumenta quando il guidato è inevoluto, mentre diminuisce quando esso è evoluto. Voglio dire che uno Spirito inevoluto che decide di venire in Terra, non può avere per guida un altro Spirito inevoluto, e quindi lo scarto aumenta tra i due, perché lo Spirito-Guida deve possedere una buona evoluzione, deve già essere stato in Terra molte volte, deve possedere un’esperienza umana oltre che una conoscenza spirituale. Non è indispensabile che tale esperienza sia molto raffinata: ciò dipenderà però dall’evoluzione di colui che guiderà.

È chiaro che un uomo molto evoluto, uno Spirito molto evoluto, dalla vita molto impegnata dal punto di vista morale e per scelta di esperienze, deve avere una guida notevolmente evoluta. Ma qui la differenza diminuisce, perché è chiaro che qui necessita allo Spirito qualcuno che gli sia maggiore, ma non tanto. Mentre a volte può esserci un abisso di evoluzione tra uno Spirito inevoluto e la sua guida.

Il fatto che in Terra l’uomo non possa evitare esperienze sgradevoli non dipende dallo Spirito Guida, il quale non ha il compito di evitare le esperienze. Questo è importantissimo. Egli ha soltanto il compito di riportare il guidato sui binari che egli stesso ha prestabilito, lasciando inalterato tutto il resto che lo Spirito o il corpo possono provocare. Egli non può agire a questo livello, perché ha soltanto una funzione di raddrizzamento. Così come può intervenire quando le esperienze sono eccessive nei confronti della resistenza naturale dello Spirito guidato e dei riflessi incoerenti che esse potrebbero provocare sullo Spirito stesso. In questo caso si applica in pieno il principio generale che <<basta a ciascun giorno il proprio affanno>> (Nota del curatore: il Maestro Andrea in questo finale ricorda una citazione evangelica riportata in Matteo 6, 34 “A ciascun giorno basta il suo affanno”. In questo senso fa assurgere la frase del Cristo a principio generale dello Spirito, benché in senso evangelico essa sia riferita alle condizioni della vita e alle loro sopportazioni.) Cioè a dire, nessuno deve avere pesi più grandi di quanto le sue spalle possano sopportare…

D. – Soltanto poche volte, nella vita, si fanno esperienze che incidono profondamente a livello spirituale?

A. – Certamente, però, a parte queste proiezioni più importanti che sono pochissime, talvolta si hanno piccoli richiami, piccole occasioni che possono essere più frequenti; mentre è soltanto nell’impegno totale di voi stessi che potete riconoscere la presenza dello Spirito. E anche se non la riconoscete, sono molte le volte in cui lo Spirito c’è, perché è impegnato, in quanto si tratta di esperienze sostanziali della sua incarnazione.

Comunque lo Spirito, con la sua sola presenza, condiziona la costituzione iniziale dell’organizzazione mentale, anche perché interviene nella scelta del corpo in cui dovrà vivere. D’altra parte l’esistenza dello Spirito, anche quando non dà messaggi attraverso l’inconscio, serve a qualificare lo stesso inconscio, è dunque inevitabile che, in maniera lenta o indiretta, questo inconscio finisca col dare quel tono di fondo a ciascuno di voi.

D’altra parte voi non corrispondete mai al valore del vostro Spirito: voi siete sempre nettamente inferiori a esso. Il vostro Spirito è migliore di voi, e talvolta è notevolmente migliore. Ma questo non ha importanza. Soltanto chi riesce a realizzare se stesso, a fare un’opera di ricerca dentro di sé, può creare una giusta armonia tra il sé umano e il Sé spirituale, lo Spirito. È quello che in fondo hanno tentato di fare molti profeti, molti uomini illustri, quando hanno detto ”cerco la via dello Spirito”, hanno fatto proprio questo: cercavano in sé stessi la propria scintilla spirituale, che era molto in fondo, per portarla in superficie e vivere secondo un adeguamento a quello che intendeva essere la direzione morale dello Spirito. Sicché la direzione morale dello Spirito non è mai quella che si può applicare in Terra.

Ripeto, lo Spirito, nei confronti della Terra, è un essere estraneo e anarchico, in fondo. Direi che lo Spirito, dentro, è il più grande rivoluzionario che vi sia in Terra, proprio perché come Spirito non ha nulla a che vedere con la Terra. Se si adegua è perché deve fare certe esperienze, ma se potesse vivere liberamente, secondo la propria impostazione spirituale, probabilmente la Terra non avrebbe pace, da questo punto di vista, perché o si dovrebbe applicare tutta una vita societaria, fatta di Spiriti in libertà, e avremmo una riproduzione dell’aldilà in Terra (e d’altra parte la presenza stessa della materia lo vieterebbe), oppure dovremmo vedere soltanto alcuni Spiriti vivere liberamente, e l’abbiamo visto in fondo, e la storia ce lo dice: tutti coloro che vivono in maniera anarchica, cioè secondo un istinto primario che può essere di natura spirituale, sono dei rivoluzionari con effetti negativi generali. E in fondo questi Spiriti non hanno capito, o non capiscono, che vivendo in una struttura sociale come quella della Terra, o ci si adegua o si viene respinti. Non è possibile la compenetrazione di due società completamente diverse. Anche perché su questo piano non possono esistere compromessi. L’unico compromesso possibile è di ordine generale ed è il condizionamento che lo Spirito riceve all’atto dell’incarnazione. Ma una volta incarnato non c’è più niente da fare!

D. – Da questo punto di vista anche il criterio razionale terreno è deviante rispetto alla strada da seguire rettamente dal punto di vista spirituale, perché non possiamo mai ricordare l’autentica razionalità dello Spirito…

A. – Diciamo che la nostra razionalità è pur sempre un compromesso.

D. – Quindi a questo punto vale più il sentimento, l’intuizione, che non il criterio razionale, per distinguere l’origine delle istanze profonde?

A. – Sì. Però l’intuizione non sempre è utilizzabile. Cioè, tu puoi vedere, puoi avere un’intuizione che è di carattere spirituale, ma puoi trovarti nella necessità di non poterla applicare, altrimenti dovresti vivere in quella maniera anarchica di cui abbiamo parlato per realizzare te stesso. Ma in tale maniera tu entri in contrasto con tutto l’ambiente, cominciando dalla famiglia, dai rapporti umani, dal lavoro… E allora finisci col ripiegare sul compromesso, con la rinunzia di una parte di te stesso. Ed è quello che fate quasi sempre. Solo che una parte di questa rinunzia è contemplata, è prevista e fa parte appunto di quella scelta che lo Spirito ha effettuato venendo in Terra. Ve ne sono altre che si dovrebbero realizzare, ma voi non sapete quando ciò deve avvenire e in che modo. Il fatto è che voi, sulla Terra, siete molto poco liberi e che la libertà, nel senso più autentico della parola, in Terra è un’utopia.

D. – Può accadere che un individuo abbia un’intelligenza cerebrale maggiore di quella spirituale? –

A. – Intelligenza come capacità di utilizzazione sì, si verifica. a una genialità di tipo scientifico può corrispondere uno Spirito inevoluto.

L’intelligenza non è che sia minore o maggiore tra uno Spirito e l’altro: è diversa soltanto la capacità di sfruttamento, ma l’intelligenza è uguale per tutti. Lo sfruttamento può essere in relazione all’evoluzione, nel senso che uno Spirito evoluto sfrutta meglio la sua intelligenza. Quindi, dal punto di vista utilitaristico finisce col guadagnarci di più, qualitativamente. Allora può capitare che uno Spirito inevoluto che normalmente “produce” una certa intelligenza non orientata, non sfruttata come qualità, si incarni trovando un cervello che, in parallelo, può dare molto più di quanto egli dia; cioè finisce col trovarsi con un’intelligenza umana superiore, più razionale. Come si è verificato il contrario, cioè che uno Spirito con una grande intelligenza si sia trovato con un corpo, con un cervello che gli funzionasse a metà.

Lo Spirito non s’interessa al cervello, all’intelligenza. Si interessa soltanto di fare certe esperienze, perché quelle che lui sceglie sono sempre esperienze estremamente semplici, facili; tutto il resto è una sovrastruttura di cui potrebbe fare a meno. Ma queste esperienze facili le può anche fare con un cervello mediocre, perché quella che è la sua vera intelligenza di Spirito, egli la sfrutta nel nostro mondo, non la utilizza nel vostro. E quindi non succede proprio niente a trovarsi con un cervello grandioso. Il cervello è svincolato dalla volontà dello Spirito. Il cervello diventa grande un po’ per leggi biologiche, genetiche. Allo Spirito basta un cervello che funzioni per le esigenze della sua incarnazione. Egli può beneficiare di questa migliore attività, ma solo a condizione che l’essere umano riconosca il segno dello Spirito.