ASPETTO E REALTÀ DELLA DIMENSIONE SPIRITUALE

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D. – Circa un anno è passato dalla morte di F. In quale condizione mentale (L’uso di questo termine è ovviamente del tutto convenzionale riferito a uno Spirito che non possiede più una struttura cerebrale e psichica di tipo umano. – Nota del curatore.) si trova?… Si è completamente riconosciuto come Spirito?…

A. – Sì, in una condizione esistenziale e mentale che equivale a un ritrovamento, a un ritrovarsi. Queste condizioni e questi comportamenti sono più frequenti di quello che si pensa. Però ciò rappresenta sempre una fuga dalla realtà. Una fuga dalla realtà attuale, quindi una fuga dall’esperienza attuale. Ma anche questo ritrovamento è convenzionale, a livello dello Spirito. In realtà uno Spirito non è mai uguale alla situazione precedente perché ha subito l’evoluzione, l’ha subita anche, diciamo, suo malgrado. Non può evitare di essere diverso. Può darsi che nel corso della vita circostanze di ambiente, particolari, creino situazioni quasi analoghe a quelle di una vita precedente. E dunque egli può sentirsi attratto verso un’interiorità che gli è immediatamente congeniale e verso la quale stabilisce subito un contatto affettivo. Questo si verifica, naturalmente, si verifica però in una maniera inconscia, inconsapevole. Non si può dire che lo Spirito partecipi attivamente a tutto questo. È come un gioco – ecco, qui c’entra la struttura della vecchia anima – che si svolge a livello animico più che a livello spirituale. In ogni caso le situazioni poi non sono mai uguali: diciamo che riecheggiano, ricordano situazioni di una volta, ma perfettamente uguali non sono mai. In ogni caso sono modificate, appunto, per l’evoluzione che c’è stata nel frattempo. Ma diciamo che grosso modo si può rispondere positivamente alla tua domanda.

D. – Potrebbe venire?

A. – No. F. sta bene, anche se dire “sta bene” per uno Spirito è improprio. Ma noi usiamo queste frasi per convenzione.

Comunque sta bene. Naturalmente non è che lui non voglia venire, ma la situazione di uno Spirito, specialmente quando è evoluto, è una situazione strana e ambigua nei vostri confronti. Vedete, questo accadrà anche a voi quando lascerete la Terra, perché le cose non stanno veramente in senso letterale così come ve le descrivo io; questo è il punto. Qui dovete cercare di agire con la vostra intuizione, con la vostra logica. Io vi parlo di un altro mondo usando modelli, esempi, riferimenti che devono risvegliare in voi modelli, riferimenti, esempi, in linguaggio che voi dovete assimilare e che per voi diventa un linguaggio figurativo. E questo è uno dei difetti ineliminabili nel rapporto tra noi e voi. Ora, vedi, F. – e questo accadrà a molti – quando è passato da questa parte ha ritrovato le cose un po’ diversamente da come le aveva apprese qui da voi, non perché la verità sia un’altra, ma perché è l’aspetto formale della verità che non esiste. Non esiste il figurabile, la raffigurazione, lo schema fisso di questa raffigurazione o il suo schema variabile. Egli si è semplicemente “sentito” si è dunque riconosciuto, e in questo sentirsi e riconoscersi egli ha riconosciuto e “sentito” l’esistenza, la realtà dei principi che qui ha ascoltato, ma si è ritrovato diverso: senza una mente, nel senso umano del termine; senza la parola, senza un linguaggio, senza gli schemi che era abituato a creare ogni qualvolta doveva scalare una certa verità, perché non c’è più un arrampicarsi o un salire, ma un ritrovare dentro di sé la verità come tale, senza definizioni, specialmente, poi, senza definizioni di tipo umano. Ed ecco che allora tra lui e voi è calato un diaframma, perché egli non ha niente da dire, perché non può dire niente, perché non ha parole per dire qualcosa, o questo qualcosa sarebbe sempre nell’ambito del discorso logico formale che però perde così parte della sua autenticità.

Voglio dire che anche a voi accadrà qualcosa del genere e quando accadrà ci sarà un momento di smarrimento, in cui vi sembrerà di avere intorno il buio, di non trovare nessuno, di non possedere più le sicurezze, gli argini, le strade, le tracce per poter andare avanti, vi sembrerà di cadere in un vortice di autodistruzione. Poi emergerete da questa situazione, e quando comincerete a riconoscervi sarete già mentalmente lontani dalla Terra. Ciò può anche significare continuare a stare in mezzo agli altri, ma esserne distanti, in un’altra dimensione, in un altro modo d’intendere sé stessi e la realtà che è d’intorno. Ed è questo che differenzia uno Spirito da voi, almenché uno Spirito non prenda con sé materia, come faccio io, e ritorni come un essere umano, incarnandosi momentaneamente e parlando e agendo in mezzo a voi, ma in quel momento lo Spirito perde una parte di se stesso perché si riduce a un livello di linguaggio logico-formale.

D. – Infatti, abbiamo parlato un’altra volta della tua “riduzione”. (Vedi la comunicazione n. 4/1979. – Nota senza riferimento.).

A. – Sì. ma d’altra parte è logico che sia così. Basta pensarci un po’ e si capisce che le cose devono stare così.

D. – Ma, in un prosieguo di tempo?…

A. – Sì, certo, niente si può escludere. Ma ricordatevi che quando uno Spirito torna – e certo può tornare, comunicare, nessuno gli impedisce niente, naturalmente – vorrei che vi rendeste conto di una cosa: quando uno Spirito, me compreso, viene e parla in mezzo a voi e fa tutte le cose che voi sapete, è già una cosa diversa dal disincarnato autentico. È sempre un rivivere, è sempre un rientrare nell’ordine della vostra logica, dei vostri formalismi, del vostro linguaggio; voi perdete sempre una parte di quello Spirito. È per questo che noi vi abbiamo sempre detto: cercate anche voi di venirci incontro. Venirci incontro significa incontrarci a mezza strada. Spostatevi, liberatevi di una parte delle sovrastrutture per centrare prima lo Spirito, Spirito e materia, per conoscere l’uno e l’altro e per potervi agganciare a noi a una certa altezza. Vedete, è per questa ragione che tutto quello che voi fate in Terra non ci tocca assolutamente. Mi parlavate all’inizio della paura delle rivoluzioni, delle miserie, della perdita della libertà, delle dittature e tutte queste storie. Ma, veramente, quando si lascia la Terra e si entra in un’altra dimensione, veramente c’è una morte. La morte è proprio questa. la morte in senso umano non è il far cessare il respiro e fermare il cuore; la morte in senso umano, e poi in senso spirituale, per intenderci, è proprio la perdita dell’umanità, dell’umanizzazione… (Morte in senso spirituale significa qui morte dello Spirito rispetto alla Terra. – Nota GdS.).

D. – Cioè delle passioni.

A. – Non solo delle passioni, diciamo di tutto. Quello che resta, intendetelo, è il vostro Spirito. E il vostro Spirito nel vostro corpo non esiste quasi: questo è il punto di cui dovete convincervi. Non esiste quasi, è una piccola parte del vostro tutto, questo Spirito. Di qui discende la difficoltà di dimostrarlo – se non l’impossibilità – proprio sul piano scientifico, perché è una cosa così lontana, così diversa che non saprei proprio da che parte si dovrebbe cominciare per fissarlo. Cioè, si possono fissare alcune sua frange, risalire a discorsi indiretti, bloccare l’anima. Queste sono cose che si possono fare; siamo ancora in campo di materia e di energia. Ma lo Spirito, così com’è, veramente è una cosa ben distante. Ecco dunque la difficoltà della dimostrazione, ecco l’inutilità dei molti principi pseudo morali che non interessano lo Spirito. Volete che lo Spirito si preoccupi, così come si è detto, e si interessi di quello che voi fate in Terra? Ma lo Spirito vi usa e vi “sfrutta”, diciamolo pure, per i suoi comodi. I corpi sono strumenti nelle mani dello Spirito, perché esso, per quanto possa essere succubo di questo corpo, per quanto il corpo possa fare quel che vuole, alla fine è pur sempre uno strumento. Questo risponde a un principio veramente morale, perché lo Spirito è – come dice la Bibbia – fatto a immagine e somiglianza di Dio – e questa è una delle pochissime verità che siate riusciti a scrivere. Questo risponde al grande principio che tutto l’Universo in fondo risponde a Dio ed è comunque legato a Lui. Dunque, la materia subisce la volontà o la finalità della legge spirituale. Quindi i vostri corpi non valgono niente. Sono strumenti utili, va bene, ma non più di questo. Quindi tutto quello che vi accade in Terra non dovrebbe turbarvi. Fate la vostra vita, svolgete la vostra vita, cercate di far tutto quello che è possibile, quanto più è possibile perché c’è convenienza a vivere intensamente, c’è convenienza. Siete venuti per questo e chissà quando tornerete un’altra volta. In un certo senso devo dire, approfittate della vita, ma poiché c’è anche uno Spirito, rispettate i grandi principi, si capisce; perché specialmente voi che conoscete i grandi principi li dovete rispettare. Poi essi si riducono a uno soltanto, e cioè a quello ormai logoro e vecchio di comportarvi in maniera da non ledere l’autonomia degli altri.