6° : Istanze di natura psichica e di natura spirituale 1° Parte–9 febbraio 1972

 

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D. – In che cosa si differenziano le istanze di natura psichica da quelle di natura spirituale? Quali sono i loro caratteri specifici?

A. – … Innanzi tutto mi sembra che una suddivisione abbastanza chiara e netta si possa e si debba fare quando si manifesta una tendenza, un desiderio, un bisogno o, comunque, quando si soddisfa una certa esigenza nel corso dell’esistenza. E ciò non tanto attraverso l’analisi del contenuto dell’azione, quanto quella del sentimento che essa provoca. È chiaro che allorquando un essere umano compie una qualsiasi azione è mosso generalmente o da un bisogno vero e proprio, psichico e fisico (e quindi anche sociale, economico), oppure da un bisogno molto vago che nasce da un sentimento profondo. Voglio dire che in pratica ognuno di voi è in grado di distinguere quando l’azione è qualificata da un sentimento, da una finalità di tipo morale, oppure quando non lo è.

La maggior parte delle cose che voi fate non ha una qualificazione morale; e per “morale” qui intendo qualsiasi morale legata al momento storico, educativo o sociale. In genere molte delle vostre azioni nascono dalla vostra psiche e soddisfano certe necessità: del corpo, della mente (Qui si riferisce alla “mente” umana nel suo aspetto materiale. – Nota GdS.), o economiche, sociali. Sono in ogni caso attività legate al vostro essere umano. Ma accanto a queste, o sovrapposte (o anche molto delle stesse azioni psichiche) vi sono azioni che ricevono un’impronta diversa. Esse possono nascere da un sentimento che può essere a volte la carità, la pietà, l’altruismo, una necessità sentimentale… A volte non sapete neppure voi perché, ma le azioni che andate a intraprendere sembrano partire da più lontano; non hanno una ragione pratica e contingente, sono talvolta sfasate rispetto alla realtà che state vivendo, eppure voi ne avvertite in maniera forte un bisogno incoercibile, o, se non è incoercibile, è comunque tale che se non viene soddisfatto, avvertite un malessere.

Queste azioni, questi pensieri, queste attività, possono essere spirituali.

Cioè a dire possono nascere da certe istanze più profonde: dico “possono” perché non sempre è così. Pur avendo un’origine lontana, essa non può provenire dallo Spirito, e pertanto essere quel tipo di bisogno che nasce dalla psicologia del profondo nella quale troviamo condizionamenti che non hanno nulla a che vedere con lo Spirito e che riguardano ancora la psiche. E sono quei condizionamenti dovuti a fattori educativi, sociali ed economici che costituiscono la vostra psiche in età giovanile, adolescente.

Mi spiego: di fronte a una certa cosa da fare voi potete avvertire un rifiuto profondo che non è morale, ma che è soltanto dovuto a un condizionamento che nasce dall’io profondo e che non riguarda lo Spirito, ma la struttura mentale. Molti “no” e molti “si” dei vostri bisogni non hanno origine spirituale, ma si confondono con essa perché sembrano qualificati moralmente o spiritualmente. In effetti non hanno nulla a che vedere con il vero bisogno dello Spirito.

È chiaro che a questo punto diventa molto difficile poter separare le istanze della psiche profonda da quelle dello Spirito. Perché le stesse istanze della psiche profonda sembrano essere morali e nascono con una finalità che sembra essere morale e, talvolta, vi sono tracce nelle quali – in buona fede – si possono riconoscere elementi morali. Sicché voi, alla fine, davanti a un rifiuto o a un’accettazione che sembrano nascere da un bisogno morale, ritenete che ciò possa appartenere allo Spirito, mentre è invece un condizionamento di tipo umano, che è giustificabile e che si giustifica appunto in senso umano morale, perché ricorderete bene che quando eravate piccoli vi si diceva di fare o di non fare certe cose, dando al fare e al non fare una giustificazione morale o pseudo-morale; ”questo non si fa perché è male”, “questo si fa perché è bene”, senza riconoscere che tutto ciò era puramente strumentale, era contingente all’utilità che ne ricavavano i vostri genitori, la vostra famiglia, la società o l’ambiente. Ciò non aveva una vera funzione morale assoluta, ma soltanto nel senso di buon vivere nella società o nella famiglia.

Tutto questo, inglobato in una visione molto generica della moralità, porta a scambiare l’istanza autentica dello Spirito con quella della psiche. Giunti a questo punto sembrerebbe veramente impossibile poter sceverare tra l’una e l’altra cosa. E allora bisogna partire un po’ più da lontano per poter capire qualcosa, e bisogna considerare che per principio quasi assoluto (riferibile alla Terra e non all’eternità) l’attività dello Spirito è quasi sempre in contrasto con l’utilità del corpo, intendendo per corpo anche la psiche. Ciò significa che un messaggio è tanto più probabile che sia spirituale quando è capace di danneggiare l’organizzazione economica del corpo.

Perché questo? Perché l’attività spirituale in senso autentico non ha nulla a che vedere con quella del corpo, il quale tende a un’organizzazione personale ed egoistica, che mira anzitutto alla conservazione e all’accrescimento, mentre l’attività dello Spirito non tiene conto del corpo (L’esempio di San Francesco è chiarissimo a questo riguardo. – Nota GdS.). Essa può talvolta andare parallelamente a quella del corpo, e in tal caso direi che essa non è proprio distinguibile. Ma accade spesso che l’attività dello Spirito risulti completamente isolata da quella del corpo (cioè come materia capace di produrre certe esperienze) secondo certe finalità quando queste siano contrastanti con gli interessi del corpo stesso. Perché, sì, voi producete certe esperienze, ma nel momento in cui si manifestano entrano in collisione con il corpo e l’unica forza capace di assorbirle è proprio lo Spirito, che è lui in fondo che le ha provocate. E il corpo diventa veramente lo strumento dello Spirito, in senso globale, anche se per il 90% esso si muove autonomamente, ma la finalità è sempre quella: servire lo Spirito… (L’affermazione si presta a un malinteso che è sempre stato presente in senso religioso; quello della “sublimazione” della materia verso lo Spirito. Qui, secondo la dottrina del Maestro Andrea il senso è invece quello opposto, in altri termini la materia resta tale e il corpo è sfruttato esclusivamente ai soli fini evolutivi dello Spirito. – Nota del curatore.).

Ecco che allora, quando quel bisogno, o desiderio, nasce dal profondo in maniera indistinta, e anche contrastante con la nostra economia umana generale, esso è comunque prepotente e ha un valore intrinseco che si può riconoscere, sia pure per larga visione, come un messaggio che proviene dallo Spirito. Ma tutti gli altri messaggi, che sembrano avere una qualificazione morale, non possono provenire dallo Spirito. Talvolta può anche capitare che sia così, ma è una cosa che non potete capire.

Diciamo ancora un’ultima cosa. Tutta l’attività del corpo è però anche utilizzabile da parte dello Spirito; e dico questo perché sembrerebbe di poter dare una cittadinanza spirituale soltanto ad alcuni messaggi di ritorno, mentre altri risulterebbero inservibili. In effetti essi sono direttamente inservibili da parte dello Spirito, ma possono ugualmente diventare utili per esso quando, appunto, l’uomo digerisce l’esperienza e la qualifica. Allora questo messaggio viene tradotto e può seguire la via che abbiamo descritto in altre conversazioni; cioè esso raggiunge l’inconscio e di lì, attraverso un cambiamento di simboli, lo Spirito. Lo Spirito può talvolta manifestare più compiutamente o direttamente una propria intenzione, un proprio messaggio, ma in genere esso arriva trasformato e comunque è soltanto una “pulsione” che si manifesta in maniera incoerente nei confronti della mente umana e del corpo. Lo Spirito, quindi, in genere non si manifesta direttamente: se ciò accade è quando vi è una buona partecipazione di tutta l’organizzazione mentale a certe esigenze spirituali, sia pure generiche. Così lo Spirito può avvicinarsi maggiormente alla coscienza umana e potete avvertire il suo messaggio attraverso queste “pulsioni” un po’ incoerenti, un po’ innocenti, rispetto alla vostra solita furbizia mentale e, in ogni caso, quasi sempre in contrasto con l’ordine dell’economia corporea e psichica.